Da
piccolo rifiutavo la mia vera natura, mi sentivo diverso dai miei amici.
Ero
più forte, più agile e loro mi evitavano. Mia nonna mi diceva che era tutto
normale e che mio padre e mia madre, da me mai conosciuti, erano state delle
persone speciali. Mio padre, licantropo come me, era
stato un forte guerriero e mia madre, umana, un bravo cerusico, erano morti
durante uno scontro con il temibile Honorius.
Appena
divenni grande mi arruolai nell'Esercito
della vecchia Lot per seguire e orme di mio padre e vendicare la morte dei miei
genitori contro Honorius, era Novembre del 1998.
Presto
le mie doti di Licantropo mi fecero salire i gradi nell'esercito e ben presto
fui uno dei più giovani ufficiali.
Riuscivo
a sfogare la mia natura di lupo contro i nemici della città che difendevo ed
amavo. Ma non mi sentivo realizzato anzi le mie trasformazioni si facevano
sempre più dolorose e pericolose per chi mi stava vicino, non riuscivo a
controllarmi.
Un
giorno, di ritorno da uno scontro con Honorius, vagavo per la città senza un
fine, la notte la mia parte di lupo prese il sopravvento e mi incamminai al di
fuori delle mura di Lot alla ricerca di sfogo e di libertà.
Sentii
l'odore di una preda pronta per essere attaccata e mi lanciai contro, la figura
era umana e rimase colpita dalla mia foga.
Non
mi attaccò e nemmeno si difese, io cercai di morderla ma rimasi colpito dal suo
atteggiamento: mi stava parlando con una dolcezza mai sentita, non era umana,
era una donna elfa bellissima e dall'aspetto dolcissimo.
Non
riuscii ad attaccarla mi ero bloccato e piano piano la mia forma umana prese il
sopravvento fino a ritornare nella forma umana, non mi era mai successo di non
portare a termine un attacco.
La
donna, che indossava un mantello nero, si sedette e mi aiutò a rialzarmi, io
accettai l'aiuto e parlammo per ore e ore; la notte lasciò posto all'alba e poi
al sole pieno e noi continuammo a parlare.
Col
passare del tempo mi accorsi che la pace si faceva largo tra le agonie del mio
essere.
Chi
era questa elfa, come riusciva a sprigionare questa energia ed al tempo stesso
emanare una pace interiore?
Rimanemmo
due giorni a parlare, poi col tempo cominciammo a conoscerci e a capirci. Biba,
questo è il nome di quest'essere speciale, mi instradò nella cultura Druidica
di cui lei ne era una voce, era ambasciatrice della Confraternita dei
Druidi di Lot.
Entrai
in questa famiglia voglioso di fare qualcosa per gli altri, volevo ricambiare il
bene ed il sapere che mi era stato donato.
Dopo
poco tempo mi fu donata la Sacra Veste di Adepto ed in seguito quella di
Precettore, per le mie capacità di supervisore; infine sono stato chiamato dal
Gran Sacerdote a prendere la Sacra Veste di Druido del Cerchio Interno
ed il mio compito, ora, è quello di aiutare tutta la Confraternita a progredire
nel rispetto delle leggi di Lot e del nostro statuto.