GORGARR
Non
so perché sto scrivendo questo…forse perché voglio lasciare un segno del mio
passaggio su questo mondo per i miei discendenti…nah, non sono così
presuntuoso! Forse perché sento la necessità perfino io di mettere un pochino
d’ordine nel garbuglio intrecciato che risulta ora essere la mia vita…o
forse semplicemente perché il cuore di un uomo può contenere solo un tanto di
felicità senza traboccare, e quando quel limite si eccede serve un ricettacolo
ove travasare la propria gioia…
La
mia prima infanzia in realtà è ampiamente avvolta nel mistero…non ne ho il
minimo ricordo, ed anche ciò che ora sto scrivendo qui altro non è che il
frutto di un racconto altrui.
Ciò
che so è che discendo in linea diretta dagli antichi sovrani della leggendaria
città di Myth Drannor, bastione ancestrale della razza elfica, oltre che
meraviglia irripetibile dalle sfavillanti guglie che lambivano le stelle
stesse...fui il primogenito dei miei genitori, i sovrani...ma essi non mi
tennero con loro.
Era
cosa risaputa che in famiglia vi fosse fra gli antenati del sangue umano...ma
nessuno, neppure i miei genitori stessi, avrebbero mai sospettato di poter
generare un figlio dalle sembianze completamente umane!!
Benchè
ormai caduta in disgrazia, la famiglia reale elfica non avrebbe mai potuto
sopportare un’onta simile…come neppure il popolo, che a quel punto avrebbe
senz’altro chiesto le loro teste per aver infangato il sangue dei loro antichi
sovrani.
Fu
per questa ragione, e per salvaguardare la mia stessa vita, che i miei genitori
si trovarono a dover prendere la decisione più grave della loro vita: affidarmi
alle cure altrui, e non vedermi mai più.
Fui
condotto in gran segreto alla città di Punto d’Approdo…era anch’essa una
città elfica, ma si trattava di un luogo di confine, immerso nella mistica
foresta di Tular e compreso fra il reame umano di Vallechiara e quello goblin di
Deyja…le razze in quel luogo si mescolavano di continuo, dato l’incessante
afflusso di stranieri, ed un bimbo umano non avrebbe costituito di certo una
novità!
Venni
condotto da un vecchio amico di mio padre, un monaco di nome Wagnor, che date le
circostanze accettò di buon grado di prendersi cura di me…e fu così che i
miei legami con la mia famiglia di origine vennero recisi, ma come seppi in
seguito, non per sempre!
Crebbi
allevato da Wagnor, fra valori dimenticati da tempo e una serenità che pochi
possono conoscere…il mio unico cruccio era quello di non sapere chi fossero i
miei reali genitori, dato che sapevo bene che Wagnor non poteva essere il mio
vero padre (anche se lui, fedele alla promessa che aveva fatto, non fece mai
parola di ciò che accadde)…l’unico indizio in mio possesso era l’ultimo
dono dei miei genitori: un ciondolo con infisso lo stemma della famiglia reale
di Myth Drannor.
Sfortunatamente,
quello stemma per me era completamente privo di significato…ma ero certo che
prima o poi avrei scoperto il suo segreto!
La
mia adolescenza, fino ai vent’anni, ebbe ben poco di diverso da quella di ogni
altro ragazzo di Punto d’Approdo…trascorsa fra studi e scherzi…passavo
molto del mio tempo con il figlio della sorella di Wagnor, Talbain…che
accoppiata che abbiamo sempre formato!
Non
ci fermava nessuno…col tempo, ci considerammo veri e propri cugini, e per quel
che conta lo siamo davvero, al di là del legame di sangue…nello spirito
divenimmo più che fratelli!
Ma
l’evento che scosse dalle fondamenta la mia esistenza fu l’incontro con la
donna della mia vita, Liselle…i suoi occhioni profondi e i suoi splendidi
capelli nero corvino mi stregarono, e ci innamorammo perdutamente…i giorni
trascorsi insieme a Punto d’Approdo rimangono uno dei periodi più belli che
io possa ricordare…ma eravamo molto giovani, e da giovani, si sa, si
commettono a volte alcune sciocchezze…Liselle rimase incinta, e dopo 9 mesi
nacque una splendida bimba mezzelfa!
La
nostra gioia era incontenibile…volevamo sposarci, e vivere insieme vedendo
crescere nostra figlia e dividendo tutta la felicità che la vita poteva
riservarci…ma ancora ciò non ci era concesso.
In
fondo bisognava considerare l’aspetto pratico della faccenda…io ero un
giovanotto di belle speranze, ma senza ne’ arte ne’ parte…Liselle aveva
ricevuto un’educazione da spia, e poteva guadagnarsi da vivere in quel modo,
ma non con una bimba piccola a cui badare!
Che
fare? Era ovvio che la responsabilità di porre rimedio a quella situazione
gravava sulle mie spalle…feci ciò che mi veniva sempre spontaneo quando mi
trovavo in difficoltà…chiesi consiglio a Wagnor!
Egli
mi chiese cosa volessi fare della mia vita, ed io gli dissi che avrei in qualche
modo voluto trascorrerla ad aiutare il mio prossimo…egli annuì, ed iniziò a
scrivere. Quando ebbe finito, mi consegnò il foglio…si trattava di una
lettera di presentazione per Fratello Bombah, un monaco residente nella città
di Tatalia che aveva la fama di essere il più grande cerusico del continente di
Erathia…se avesse accettato di avermi come suo discepolo, il mio futuro
sarebbe stato assicurato!
C’era
un unico problema…trasferirmi a Tatalia sarebbe significato dovermi
allontanare per un periodo dalla mia Liselle…a Punto d’Approdo ella infatti
aveva l’appoggio della sua famiglia, che le avrebbe garantito la sicurezza
economica necessaria a crescere la nostra bambina, cosa che io non avrei potuto
fare durante il mio apprendistato…Liselle alla fine mi convinse a partire,
promettendomi che mi avrebbe aspettato per tutto il tempo che sarebbe stato
necessario, e giurandomi amore eterno…pur riluttante, dunque, partii.
Lasciai
a Liselle il mio medaglione, come pegno d’amore…lei lo mise al collo della
nostra bambina, come ricordo del papà che presto sarebbe tornato…
A
dire il vero tanto presto non sarei tornato, e questo purtroppo lo sapevo…gli
studi in campo medico sono spesso lunghi e faticosi.
Partii
per Tatalia, dove giunsi dopo circa una settimana…fratello Bombah fu
entusiasta di accogliere a braccia aperte il pupillo di Wagnor, e mi accolse
nella sua casa come se fossi stato suo figlio.
La
mia educazione fu lunga ed irta di difficoltà…d’altro canto a Tatalia il
lavoro per i cerusici non mancava mai! Le lande paludose intorno alla città ed
i boschi di cui erano ricoperte le montagne erano pieni di feroci troll delle
rocce, che assalivano, pestavano e depredavano chiunque osasse addentrarvisi!
Inoltre
sui picchi di queste montagne vi era la tana di un ferocissimo drago blu,
Wormthrax il Senza Cuore…si era guadagnato questo soprannome perché
periodicamente effettuava delle razzie nei villaggi circostanti, non
risparmiando nessuno, neanche donne e bambini, finchè la sua sete di sangue e
di bottino non fosse stata soddisfatta…l’infame drago fu un vero e proprio
flagello per Tatalia, finchè un gruppo di avventurieri, i Signori di
Vallechiara, non lo sconfissero uccidendolo nella sua stessa tana…
Passarono
quattro anni…fratello Bombah finalmente ammise di avermi insegnato tutto ciò
che poteva insegnarmi, e che di conseguenza la mia educazione poteva
considerarsi terminata…la mia gioia era alle stelle: finalmente sarei tornato
a Punto d’Approdo, avrei rivisto la mia Liselle ed avremmo potuto sposarci!!!
Ringraziai sentitamente il mio maestro per tutto ciò che aveva fatto per me, e
partii…non sapevo ancora cosa mi aspettava a casa.
Quando
giunsi a Punto d’Approdo, corsi da Wagnor, che mi abbracciò piangendo per la
gioia…o almeno così credevo…ma scoprii che la verità era ben altra: pochi
giorni dopo la mia partenza, nostra figlia venne misteriosamente rapita dalla
casa dei genitori di Liselle…essa stessa era stravolta dalla rabbia e dal
dolore…dopo aver smaltito lo shock iniziale, decise di partire per cercarla,
ovunque essa fosse…e da allora nessuno aveva più avuto notizie ne’
dell’una e ne’ dell’altra…
Quello
che provai in quel momento sfida ogni descrizione…anni ed anni erano
trascorsi, ed io avevo lavorato duramente soltanto avendo in mente il momento in
cui avrei rivisto la mia amata…e non sapevo che lei era scomparsa da tempo,
alla ricerca di mia figlia il cui destino potevo solo vagamente immaginare…e
nemmeno volevo farlo…
Iniziai
a perseguitarmi con i sensi di colpa: e se fossi rimasto accanto a lei?
Forse
la bimba non sarebbe mai stata rapita…forse avrei potuto proteggerla…forse
qui e forse lì…passai giorni in uno stato di completa prostrazione fisica e
mentale…finchè Wagnor non mi scosse assestandomi un sonorissimo ceffone!
Non
era quello il momento di comportarmi in quel modo, e lo sapevo…dovevo fare
qualcosa! DOVEVO!!! Si, ma cosa? Io non ero una spia, e neppure un
guerriero…non sapevo da dove cominciare a cercare Liselle o nostra
figlia…come avrei fatto?
Tutto
ciò che avevo erano le mie arti mediche, apprese durante gli anni trascorsi a
Tatalia…decisi che non c’era nulla da fare se non mettere a frutto quelle!
Sarei
partito per Lot, e sarei entrato nella sua celeberrima Gilda dei
Cerusici…sarei divenuto un cerusico talmente grande che la mia fama avrebbe
fatto il giro del mondo conosciuto, e sarebbe giunta anche all’orecchio di
Liselle, ovunque si trovasse…se non l’avessi trovata io, sarebbe stata lei a
trovare me!!!
E
così feci…partii per Lot, accompagnato dal cugino Talbain che non volle
saperne di lasciarmi solo in quel momentaccio…lì mi stabilii…con l’aiuto
prezioso di lady Calimera e sir Jamal, riuscii a racimolare i requisiti
necessari ad entrare nella Gilda dei Cerusici praticamente a tempo di record!!
Mi
feci subito notare, salvando molte vite e dando il mio contributo in ogni
situazione in cui mi riusciva…guadagnai la mia prima promozione in men che non
si dica!
La
nuova svolta della mia esistenza si ebbe quando una carovana proveniente da
Punto d’Approdo giunse a Lot, portando con sé molta roba speditami da Wagnor…quando
ero partito, circa un annetto prima, non avevo portato molto con me, solo lo
stretto indispensabile…Wagnor si era preso cura di tutto ciò che era mio, ma
era vecchio ormai…morì sereno circa 10 mesi dopo la mia partenza, ma non
prima di lasciare scritto sul suo testamento che tutto ciò che possedeva, alla
sua morte, sarebbe dovuto essere recapitato ad un cerusico di Lot di nome
Gorgarr…e lasciò perfino i soldi per la spedizione avvolti nella carta che
raccoglieva le sue ultime volontà!
Piansi
a lungo la morte di Wagnor…per me era stato come e più di un padre…ed
apprezzai a fondo anche quel suo ultimo gesto d’affetto…qualche giorno dopo,
quando ne ebbi il coraggio, iniziai a riordinare la montagna di roba che Wagnor
mi aveva fatto avere.
C’era
di tutto lì in mezzo…pelli, stoffe finissime, anche dell’oro, testi antichi
ed una marea di oggetti utili delle nature più disparate…ed un baule chiuso a
chiave.
La
chiave di quel baule si trovava in un sacchetto, insieme a due caramelle, tre
bottoni ed un mortaio di legno che sembrava avere cent’anni…aprii il baule
con curiosità, ed al suo interno, che puzzava di muffa come se nessuno lo
avesse esplorato da decenni, trovai molte vecchie coperte, ed un plico avvolto
in una custodia di pelle…sembrava molto antico…lo estrassi delicatamente,
cercando di non rovinarlo, e lo lessi avidamente…la mia sorpresa nel leggere
il suo contenuto fu tanta che non so neppure io come feci a non svenire sul
colpo: quel pezzo di pergamena incartapecorita sembrava scritto a mano dal
grande Galeno in persona!!!
Portai
la pergamena all’Ordine dei Bibliotecari, al fine di farla identificare…i
filologi dell’ordine non ebbero dubbi: il manoscritto era autentico!
Si
trattava di due interi capitoli del “De Usu Partium” di cui nessuno aveva
sentito parlare per un millennio!!!
La
gioia per il ritrovamento fu davvero grande…naturalmente corsi subito dal
primo cerusico di corte Nosferatu per mostrargli quella inestimabile
reliquia…ovviamente anch’egli rimase allibito!
Impiegammo
giorni a studiare il contenuto della pergamena….oltre ad un’interessante
disquisizione filosofica di etica professionale, Galeno descriveva in quelle
pagine la formula di un composto particolarissimo con cui egli usava ungere una
spada, per poi tenerla con sé nei propri luoghi di cura onde difendere i
pazienti che si affidavano a lui: la mistura era un potente veleno neurale, in
grado di privare chi ne veniva inoculato di ogni forza, pur senza ucciderlo.
Le
implicazioni di quella pergamena erano chiare: bisognava dare seguito
all’insegnamento del maestro!! Nosferatu mi affidò dunque un grave compito:
organizzare ed educare un gruppo di cerusici eletti che portassero avanti la
missione di Galeno, e potessero maneggiare l’arma formidabile di cui ora
conoscevamo il segreto!
Dovevo
innanzitutto impratichirmi nell’uso della spada, e poi trovare un’arma degna
di ricevere la formula del Maestro!
Io
accettai volentieri questo pur gravoso incarico: l’imparare l’uso della
spada non mi dispiaceva affatto, in quanto nella mia ricerca della donna che amo
e di mia figlia avrei decisamente potuto averne bisogno…inoltre, Nosferatu mi
promise che al mio ritorno la carica di Gran Maestro dei Cerusici sarebbe stata
mia, e con essa la visibilità e la fama che da sempre erano state il mio
scopo…forse allora Liselle avrebbe sentito parlare di me!!
Dunque,
ancora una volta, partii…il miglior maestro di spada di cui sapevo dimorava in
un villaggio sperduto fra le brulle colline di Deyja…il suo nome era Steagal
Snick.
Per
la verità inoltrarmi laggiù era una prospettiva che non mi arrideva affatto…Deyja
è una terra dominata dalle forze dell’oscurità, dove i negromanti comandano
i loro sudditi col terrore, e la notte senza stelle domina sul giorno…si dice
che in quelle contrade la luce del sole non fa la sua comparsa ormai da secoli!
Cionondimeno
non indugiai un minuto…la prospettiva di poter ritrovare la mia Liselle era più
forte di ogni altra cosa!!!
Mi
ritrovai a Deyja nel giro di una settimana circa…il villaggio in cui giunsi
sembrava molto povero…quattro baracche messe in fila, una taverna e qualche
contadino in giro…decisi di chiedere informazioni all’oste: egli, dopo
avermi riso in faccia, mi disse che la persona che cercavo si trovava
esattamente dalla parte opposta di Deyja, in un villaggio più grande ospitato
in una strana conca naturale scavata nelle montagne…stavo per andarmene,
quando egli mi trattenne, consigliandomi di riposarmi un poco, dato che il
viaggio sarebbe stato lungo e difficile..così feci, e presi una stanza.
Mi
addormentai, in un sonno senza sogni, e mi svegliai a notte fonda…scoprii in
seguito che una strana magia che aleggiava in quelle colline costringeva chi vi
abitava ad invertire i propri ritmi naturali, ed a scambiare di conseguenza la
notte col giorno: non c’era nulla da fare…finchè fossi rimasto laggiù, mi
sarei sentito arzillo di notte, e di giorno sarei caduto dal sonno!
A
quel punto non ebbi altra scelta che incamminarmi nottetempo, anche se la cosa
mi dava i brividi…presi la strada attraverso le colline verso nord, secondo le
indicazioni dell’oste…ad un certo punto sentii qualcosa di molto simile ad
un guaito…mi prese un colpo, in quel contesto, ma mi girai ugualmente, e ciò
che vidi mi sorprese…si trattava di un coniglietto, rimasto intrappolato in
una tagliola evidentemente abbandonata lì da un cacciatore di frodo che in quel
momento chissà dov’era…la povera bestiola non riusciva a liberarsi, benchè
lottasse con tutte le sue forze…se l’avessi lasciata lì, non avrebbe avuto
scampo e sarebbe morta di fame e di sete!
Non
ebbi cuore di abbandonarla, benchè l’oste mi raccomandò di non fermarmi
mai…mi accostai alla tagliola, e la sbloccai, liberando la zampina del
coniglietto…la bestiola iniziò a farmi mille feste e mille moine, era
felicissimo di aver riguadagnato la libertà…ma improvvisamente capii perché
non dovevo fermarmi!
Un
gruppo di 3-4 arpie sembrò sbucare dal nulla, e mi assalì prima ancora che
capissi cosa stava accadendo…mi vidi perso, anche se decisi di lottare con
tutte le mie forze…ma dall’oscurità ecco balenare un’ombra…il
coniglietto che avevo salvato aveva spiccato un balzo micidiale, assestando una
testata sotto il mento ad una delle arpie così forte da spiccarle la testa dal
collo di netto!!!
Rimasi
a dir poco basito…dove la prendeva tutta quella forza un coniglietto così
tenero?
Non
lo sapevo, ma di sicuro funzionava…il batuffolo di pelo fece fuori altre due
arpie nel tempo che impiegai a pormi queste domande…rimaneva solo la regina,
ormai, ma lei sembrava fuori dalla portata del mio piccolo amico…pensai che a
quel punto sarebbe stato un peccato arrendersi, ma non sapevo proprio che
fare…quando vidi la regina contrarsi in uno spasmo mortale, trapassata da
parte a parte dalla lama di una spada!
Era
Steagal Snick…si divertiva ad esercitarsi gironzolando per le colline a fare
fuori arpie come mosche!
Colmo
di gratitudine, gli raccontai la mia storia…lui mi sorrise, e disse che ero
stato davvero fortunato…i conigli di quella specie sembrano normali, ma in
realtà sono stati temprati nel corso dei secoli dalla natura ostile di quei
luoghi, ed ora disponevano di una forza sorprendente…era estremamente
difficile avvicinarli, ma qualora ci si fosse riusciti sarebbero stati degli
amici fedelissimi per tutta la vita!
Snick
aveva ragione…la bestiola mi era montata su una spalla, e non sembrava avere
intenzione di scendere…accettai di buon grado di prenderla con me!
Snick
mi condusse a casa sua, ed accettò di prendermi come allievo…nell’anno che
seguì, divenni un vero maestro nel maneggiare ogni tipo di spada sotto la sua
guida.
Alla
fine, quando giunse il momento di ripartire, parlai finalmente a Snick della
formula di Galeno, e gli chiesi dove potessi andare per trovare una spada degna
di esserne ricoperta…lui mi guardò titubante, ma poi decise di rivelarmi un
segreto: nelle lontane contrade di Enroth, esiste un luogo desolato chiamato
Valle Paradiso…il suo nome fu meritato ere fa, quando era rigoglioso, ma ora
una maledizione faceva sì che non vi crescesse più neppure l’erba.
In
quel luogo dimorano i titani, esseri ancestrali dalla mole gigantesca e dai
poteri spaventosi…i titani diffidano degli umani, e solitamente quando ne
vedono uno si limitano ad ucciderlo…ma gli abitanti del villaggio di Valle
Paradiso hanno imparato a convivere con loro, ed a meritare la loro amicizia.
Snick
era originario di quei luoghi, e mi diede una lettera per il maniscalco dei
titani…con quella, avrei avuto quanto meno salva la vita!
Se
poi fossi riuscito a convincerlo…beh, le armi forgiate da quell’essere non
hanno pari in tutto il mondo conosciuto!
Ringraziai
il mio maestro, e partii di corsa, accompagnato dal coniglietto cui misi nome
Korgul, in ricordo di uno dei più grandi condottieri del reame elfico di Avlee.
Ci
volle un mese di viaggio per raggiungere Valle Paradiso…la vista era
semplicemente mostruosa!
Un
minuscolo villaggio in mezzo al nulla totale…attraversato da pochi umani e da
esseri più grandi delle case stesse…dunque erano quelli i titani!!
Il
primo che incrociai stava semplicemente per uccidermi solo perché ero lì…prima
che potesse arrostirmi con un fulmine elementale, gli mostrai la lettera di
Snick…egli si mise a ridere, e mi condusse dal maniscalco…a lui esposi la
mia richiesta…anche lui si mise a ridere, e mi ingiunse di andarmene di corsa
o avrei avuto a che pentirmene…stavo per partire con la coda fra le gambe,
quando sentii un sibilo sinistro…nella caverna del maniscalco aveva fatto il
suo ingresso una delle bestie che infestavano quelle terre…un’idra del
fuoco, che anche i titani temono!!
La
belva assalì subito il maniscalco, ignorandomi di sana pianta…io ero
paralizzato dal terrore, o almeno così credevo…l’idra evitò i fendenti del
titano, e lo morse ad una gamba…il veleno di quelle bestie non lascia scampo!
Io
nel frattempo estrassi dalla borsa una minuscola boccettina…essa conteneva la
mistura di Galeno, che mi ero dilettato a sintetizzare prima di partire più per
diporto che per altro…estrassi il mio pugnale, ultimo dono della mia amata
Liselle…e vi versai sopra la mistura!
Non
avevo scampo ormai…l’idra si sarebbe presto accorta di me, e sarei stato
fatto a pezzi…c’era spazio per un solo gesto disperato: mi avventai verso di
lei come un forsennato, e la colpii alla gola immegendovi il pugnale fino in
fondo…l’idra vacillò, e cadde a terra esanime!! La mistura di Galeno
funzionava!!!
Ero
salvo, ma il maniscalco giaceva ai miei piedi in fin di vita…mi aveva
bistrattato, ma ero pur sempre un cerusico, ed era mio sacro dovere fare il
possibile per salvarlo!
Estrassi
dall’idra una certa quantità di icore, che come si sa è in grado di curare
qualsiasi intossicazione…non sapevo se ciò sarebbe valso anche in caso di
avvelenamento da morso di idra stesso, ma dovevo provare…sintetizzai un siero,
e lo feci bere al maniscalco…che si riprese quasi subito!!
I
titani conoscono bene la gratitudine…il maniscalco mi doveva la vita, e lo
sapeva! Si offrì di forgiare per me tutte le armi di cui avessi mai avuto
bisogno…progettammo insieme un metodo di lavorazione che inseriva la mistura
di Galeno direttamente nell’impasto della lega in cui l’arma veniva
forgiata, connaturandone così le proprietà all’arma stessa…la prima lama
eumenica era una realtà!
La
misi al mio fianco, e decisi di ripartire, con la promessa del maniscalco che
ogni richiesta che gli avessi fatto pervenire da allora in poi sarebbe stata
soddisfatta!!
Finalmente
era giunto il momento di tornare a Lot, dove avrei potuto organizzare un mio
gruppo scelto cui insegnare tutto ciò che avevo appreso…al mio ritorno,
trovai la gilda in festa! Nosferatu lodò il mio operato, e mi diede il via
libera per organizzare il mio gruppo, unitamente alla carica di Gran
Maestro…fu così che nacquero i Galenici.
Ma
ancora non sapevo quali implicazioni essi mi avrebbero portato…
Nosferatu
divulgò la voce fra gli apprendisti che chi avesse voluto divenire un Galenico,
avrebbe dovuto rivolgersi a me…un mattino, sentii bussare alla mia
porta…quando aprii, per poco il mio cuore non si fermò…lì, davanti a me,
c’era Liselle, la donna che avevo sempre amato, e per ritrovare la quale avevo
vissuto tutte quelle avventure…
Ciò
che abbiamo provato in quel momento non si può certo riportare a parole…come
possono quattro scarabocchi su un foglio di carta raccontare le emozioni di due
innamorati che si ritrovano in maniera completamente inattesa dopo anni ed anni
di lontananza? Non possono, è evidente…
Solo
prima che riuscissimo a smettere di piangere e spiccicare una parola di senso
compiuto ci vollero ore…alla fine ci riuscimmo, e Liselle mi raccontò che
nell’intento di cercare nostra figlia era giunta anche lei a Lot, dove era
divenuta una dama dei Mercenari nella speranza di mettere a frutto le sue abilità
spionistiche per ritrovare la bimba, ed avvalersi allo stesso tempo dell’aiuto
di una gilda tanto potente e famosa…col tempo però i risultati
scarseggiavano, ed allora decise di ripercorrere i miei stessi passi, lasciando
i mercenari e dandosi alla medicina, nella speranza, un giorno di ritrovare
almeno me!
Venuta
a conoscenza dell’esistenza dei Galenici, volle subito entrare a farne parte,
allo scopo di poter mettere a buon frutto le abilità in combattimento apprese
fra i mercenari…Nosferatu semplicemente le aveva dato il mio indirizzo, senza
dirle, per un puro caso fortuito, il mio nome…e dunque lei aveva semplicemente
bussato alla mia porta credendo di trovare soltanto il Gran Maestro dei
Galenici…e si era ritrovata di fronte me!!
Passò
poco tempo, e la proposta di matrimonio fu inevitabile…la nostra gioia era
indicibile, ma era macchiata dal pensiero di non essere ancora riusciti a
ritrovare nostra figlia.
A
Lot feci amicizia, fra le varie persone, con una seguace di Wein di nome Hansin…quella
donna aveva qualcosa di familiare, anche se non riuscivo a capire cosa…un
giorno, quasi per caso, la squadrai, e notai al suo collo un pendente…IDENTICO
A QUELLO CHE AVEVO DONATO A LISELLE, E CHE ORA AVEVA NOSTRA FIGLIA!!
Immediatamente
pensai che la nostra figlia perduta potesse essere lei…ma no, non poteva
essere…Hansin aveva a malapena un paio d’anni meno di me, e poi è un’elfa
pura, mentre la nostra bimba è una mezzelfa…ma allora come spiegare il
pendente?
Le
chiesi da dove venisse quel monile, ed allora lei mi disse che si trattava dello
stemma di famiglia della stirpe reale elfica, di cui era l’ultima
discendente…io allora le raccontai la mia storia, e di come un tempo
possedessi un monile identico a quello…lei sgranò gli occhi…in quel momento
capì di avere di fronte il fratello segreto di cui i genitori le avevano sempre
parlato, ma di cui non si sapeva e non si sarebbe dovuto sapere più nulla!
Incredibile…avevo
ritrovato la mia amata, ed ora scoprivo di avere anche una sorella!!
Ma
perché non dovevo ricordare nulla della mia primissima infanzia?
Mi
rivolsi alla mia giovanissima collega Ladyfrida, acciocchè usasse i poteri
della pietra matrice in suo possesso per risvegliare in me i ricordi dei miei
genitori…fu quello che fece, ed ora ho un ricordo nitido dei loro volti, anche
se questo è tutto ciò che ricordo di loro…ma la sorpresa più grande la ebbi
quando mi risvegliai dalla trance ipnotica, e l’occhio mi cadde sul pendente
che Ladyfrida stessa portava al collo…ANCH’ESSO IDENTICO AL MIO!!!
Quasi
balbettando, le chiesi come lo avessi avuto, e lei mi rispose che si trattava
dell’ultimo dono di suo padre, che non aveva mai conosciuto…e che sperava un
giorno di riuscire a ritrovare, quando fosse riuscita a padroneggiare i poteri
della pietra matrice abbastanza da rievocare a sé i ricordi dei suoi veri
genitori…
…nemmeno
la lasciai finire di parlare…l’abbracciai con tutta la forza che avevo in
corpo, rischiando di soffocarla, e le raccontai la nostra storia…i suoi
genitori eravamo io e Liselle!!!
Questa
è dunque la mia storia, fino ad oggi…si potrebbe dire che ho penato molto, ma
non m’importa…non molti uomini al mondo possono dire di avere ciò che ho io
adesso…una donna meravigliosa che mi ama al mio fianco, ed una figlia che ho
ritrovato dopo averla creduta persa per sempre!
Cosa
mi riservi il futuro, è solo nella mente di Themis…ma non mi spaventa, perché
so che non sarò mai più solo!
Gorgarr,
Gran Maestro dei Galenici