MENION
Circa tre secoli fa negli animi di molti drow, soprattutto giovani maschi, si diffuse un forte sentimento d’avversione nei confronti della vita di reclusione nel sottosuolo e la cultura dura e tradizionalista.
Si
formarono rapidamente alcuni gruppi di ilythiiri che segretamente progettavano
fughe di massa verso la superficie alla scoperta e soprattutto alla conquista di
nuove terre.
Nei 50 anni seguenti molte di queste corporazioni abbandonarono i loro vecchi
obbiettivi per diventare semplici fazioni in lotta per il controllo della
popolazione drow.
Un
numero ristretto di elfi però, i così detti wuss (da wussrun’wa che in drow significa sogno), continuarono a
desiderare in nuovo stile di vita in superficie. In un primo momento furono
visti come dei folli, quando però si ebbero le prime notizie di contatti tra
wuss ed elfi alti divennero dei rinnegati.
Furono
duramente perseguitati e annientati, di coloro che riuscirono a fuggire molti
non sopravissero alla vita in superficie.
Huron Ankister, era stato insieme a suo fratello Alrhif il creatore di una delle
maggiori corporazioni segrete.
Purtroppo
Alrhif era interessato semplicemente al potere e quando vide nei sogni del
fratello un ostacolo ai suoi fini lo accusò pubblicamente di essere in contatto
con dei darthiir e di eresia verso la dea Lolth (accuse entrambe fondate).
Fu
così che Huron lasciò definitivamente il sottosuolo per sfuggire alla morte
certa.
Durante
i successivi anni Huron fu aiutato da colui che divenne suo fratello, Caleb
l’elfo alto.
Il
drow non era sazio di ciò che aveva visto e intendeva proseguire i suoi viaggi
fin dove gli dei avrebbero permesso.
Caleb
invece che conosceva solo la vita da ramingo voleva trovare una città dove
risiedere definitivamente.
Fu
così che i due fratelli si separarono, scambiandosi le proprie spade.
Quando
ancora Huron era all’inizio dei suoi viaggi incontrò la misteriosa Aquilegia,
era lei un’elfa oscura cresciuta tra i silvani, niente poteva affascinare di
più il giovane drow che quella fusione tra due realtà così distinte.
Huron
amò Aquilegia e da quella unione nacqui io, ma neanche l’amore, neanche una
famiglia riuscirono a frenare nell’Ankister il bisogno di ripartire. Prima che
nascessi era già lontano verso luoghi sconosciuti a molti.
Alla
mia nascita mio nonno materno si rifiutò di riconoscermi data la natura di
rinnegato e wuss di mio padre.
Nonostante
ciò non ebbe il coraggio di uccidermi, perciò appena poté si liberò di me in
altro modo.
Fui
dato come ostaggio presso la corte
di un conte come prova della sua fedeltà e in cambio del permesso di fermarsi
in quelle terre.
Non fui mai cresciuto come gli altri ospiti della corte, non mi furono insegnate
ne le scienze ne la letteratura e la storia, venni trattato alla stregua di uno
schiavo, assegnato a lavori pesanti e umilianti.
La
maggior parte delle volte però neanche i servi mi volevano vicino quindi passai
la mia infanzia avventurandomi da solo oltre le mura della città, spesso senza
tornare per giorni interi.
Sarei
cresciuto come un selvaggio se non si fossero presi cura di me due persone a cui
devo molto.
Alba
Dragoni era allora una splendida ragazza (e lo è ancora J)
che viveva poco fuori alle mura della città, mi prese con se e mi insegnò a
leggere e a scrivere, a fare i conti e i segreti delle piante e degli animali.
Mi
raccontò le antiche leggende e dopo averle ascoltate, consapevole di non aver
mai avuto un vero nome, decisi di chiamarmi Menion come il mitico principe di
Leah.
Passarono
gli anni ma non per me, mentre quelli che un tempo erano stati miei coetanei
diventavano adulti, io essendo elfo, potevo essere ancora considerato un
ragazzino, eppure l’unica che sembrava consapevole di ciò era Alba.
Ero
vittima delle numerose violenze da parte dei figli degli uomini ed era ormai
un’abitudine che tornassi a casa pieno di ferite.
Non
so per quanto sarebbe andata avanti così, forse avrebbero finito per uccidermi,
ma non accadde, grazie a Daleed Thanor.
Era
un vecchio maestro d’armi, conservava ancora un forte senso dell’onore ed
era affascinato dagli elfi.
Mi
addestrò duramente finché non ebbe più forza e fu costretto a letto,
rendendomi finalmente consapevole della mia forza e capace di difendermi.
Gli
attacchi che prima subivo normalmente divennero sporadici fino a essere
dimenticati finché in un vero e proprio attentato uccisi un nobile umano nel
tentativo di salvarmi.
Ancora
una volta nessuno ebbe il coraggio di uccidermi o di negarmi la possibilità di
difendermi, ma ebbero l’astuzia di portare alla luce una vecchia tradizione
ormai abbandonata. L’ordalia.
Fui
sottoposto al giudizio divino, dovetti afferrare nel pugno chiuso un ferro
rovente e resistendo senza emettere un grido o un lamento dimostrai la mia
“innocenza”. Il desiderio di vendetta però era grande, io e Alba fummo
esiliati a vita da quella regione e ci dirigemmo verso Lot.
A
Lot entrai nei Leoni Rampanti ma troppo mi ricordava la società di nobili
cavalieri che mi aveva trattato così male, ne uscii ben presto ed incontrai
Caleb.
In
me riconobbe l’unico figlio di suo fratello, mi propose una nuova gilda ed io
accettai entusiasta.
Per
molto tempo rimasi nei mercenari scalando lentamente la gerarchia fino a
diventare il primo consigliere Menion Daleed detto lil tagnik’zur (in drow
significa il dragone, soprannome che derivava dal cognome di mia “madre”
Alba).
La
mia vita cambio improvvisamente e la causa ne fu Caleb.
Mi
disse ciò che sapeva di mio padre, mi diede Deletrix la mitica spada che Huron
gli aveva dato in segno d’amicizia, si dimise lasciandomi la sua carica di
consigliere eccelso ma soprattutto mi diede finalmente un cognome. Ora ero
Menion D. Ankister.
Negli
anni seguenti mi dedicai completamente alla causa di Lot divenuta la mia nuova
patria, eliminai mio zio Alrhif causa dell’esilio di mio padre e conobbi la
mia vera madre Aquilegia Elessedil.
Nella
sua casa, dove fui accolto, conobbi sua figlia adottiva Davette. Me ne innamorai
follemente e tuttora è la mia sposa e il mio unico amore, colei con cui
condivido la mia vita.
Mi
creai finalmente una famiglia, delle amicizie, incontrai altri della mia razza
ed infine lasciai anch’io i mercenari.
Dopo
quasi due secoli credo di aver finalmente raggiunto ciò che volevo, ma ancora
aspetto, il ritorno di mio padre dal suo lungo viaggio verso l’ignoto.
So che un giorno tornerà per raccontarmi cose che nessuno prima di lui a mai
visto, e se non avrà niente di favoloso da raccontarmi, andrà bene comunque,
si inventerà qualcosa, infondo è un wuss, un sognatore…. proprio come suo
figlio.
Menion
Daleed Ankister Elessedil