L’avvento del nuovo Governo
(il racconto, per non dimenticare)
-
Paladini Riconquistano il Palatium -
Quando, alle prime luci del quinto giorno, gli occhi di quanti ebbero come primo rifugio le cordiali e sempre accoglienti mura delle Sale delle Bacheche, incorniciarono un particolare scritto con gli occhi, il tempo di un nuovo e perentorio mutamento, nel soffio di Caos che aleggiava, parve una prospettiva quasi scontata.
Ancora il sintomatico termine di "tradimento" annerì le righe della pergamena affissa da Lord ishaar, firmatosi "neo Governatore di Lot, marchiato portavoce di Clemence Moria, portachiavi di Thorm, vessillifero di Magno, insaniae ferens"...
Ancora il subdolo significato di una parola che, nel giro di poco tempo, aveva assunto enorme eloquenza.
"...Popolo di Lot, miei agognati nemici e fratelli, I PRINCIPI DELLE TENEBRE SONO STATI UCCISI.... ", fu l’esordio nell’avvertire i cittadini.
Segni che non lasciarono dubbi sulla questione a dibattito, ma accrebbero lo sgomento nello spirito di coloro legati, per scelta ed affetto, alle Anime Nere di Lord LOKI e Lord Jarod.
Singolare l'evento che aveva presumibilmente condotto i due negli inferi dell'Ade...
Così come tracciato da Lord ishaar:
"... Io ho visto, nascosto in un fetido tronco d’albero annerito dal tempo, mangiando radici e muschio, nutrendomi del mio stesso respiro, amando i due principi fratelli e neri maestri mentre, accampati in una radura aspettando l’incontro con un Governatore del nero profeta, venivano circondati da nere figure traditrici.
Sgozzati dopo ardua lotta, fianco a fianco, schiena contro schiena, cadevano trafitti da numerosi quadrelli, tanto amati dalla feccia a loro votata ed ora giudice inflessibile dei propri assoluti padroni.
Io ho visto, Misteria, protetta dai neri manti levare lama d’acciaio ponendo sentenza sul collo coriaceo del principe LOKI sollevando poi il capo reciso alla luna.
Io ho visto, la seconda non meno amata figlia, Aenighma, completare il sacrificio senza pietà nei freddi occhi, sollevando al cielo carico di nubi la testa grondante del principe JAROD... "
Burla!...
Menzogna!...
Vaneggiamenti di un incubo che spronò il pensiero dell’insaniae, affogandolo nel tedio di visioni sconcertanti ed impossibili... rendendolo schiavo della sua stessa fobia...
Alcuna conferma, giunse dalla Nera Schiera...
Solo il periglioso suono di quanti irrisero la condanna di ishaar, dedito non altro che al proprio istinto... null’altro che alla propria opera... o di quanti scossero il capo ad una verità mal riposta, ammansendo un virgulto morto ancora prima di nascere...
Nella stessa prima mattinata del quinto giorno, i Paladini ripresero possesso della loro sede.
Il Palatium, cha da giorni era preso d'assedio, non aveva subito danni particolari, malgrado l'offensiva disponesse di pesanti armi belliche e le mura, intatte e protette, ressero l'urto più a lungo di quanto ci si aspettasse.
Assumendo solido assetto, dando sfogo al desiderio che per giorni li aveva visti trascinarsi in una tiepida seppur cocente agonia, Paladini e Cavalieri abbandonarono le sale della Corte, decisi a riprendere ciò che a loro apparteneva di diritto, armati, come consuetudine, di lame al pugno e di rocciosa fede.
La marcia alla volta del Belvedere fu rapida e produsse l'effetto sperato, come ebbe a raccontare il Signore Vlad Dracul di Sighisoara, Supremum Agmen dei Paladini dell'Antico Codice:
"... Questa notte le forze della Bianca Alleanza hanno rimesso piede al Palatium, sottratto insieme al Tempio alle schiere luminose....
... Gli alleati ci hanno condotto ai Bastioni della Luce e, evitando di spargere il sangue di chi è soltanto ottenebrato dal dio denaro, ma non crede nel falso dio, adesso sono con noi a presidiare quello che sarà ben presto solo un avamposto."...
La catena degli Eretici annoverò le vesti di Druidi e Maghi, di Paladini e Leoni, di Draghi e Guardie, confortando l'azione e levigando gli angoli dell'imminente scontro...
E gli incanti ebbero scena primaria!
"... L’Arcimago Bianco Calandryll castò “Muro di Ghiaccio” sul confine che divide il Vicolo dei Pegni dal Belvedere, onde evitare un attacco dalle spalle, mentre lo Shalafi Gunnegan si preoccupò dell’incolumità del Governatore Nicolao.
Una volta terminato l’incanto dello Shalafi, decise di intervenire per la sola protezione del Governatore Nicolao, castando attorno ad Egli “Richiamo del Vento”, lasciando che una tromba d’aria lo proteggesse sino al termine dello scontro-incontro...".
Lord Muned, Druido Erudito, raccontò le gesta con limpida esultanza, trascinando nel contesto l'accorgimento che lo spinse, unitamente ad anime affini, a muovere il passo... "Io, assieme alla consorella Penelope, mi trovavo nella radura della Foresta del Piccolo Popolo, ove improvvisamente nel suo centro si materializzò un portale, evidente manipolazione della Trama da parte di uno dei suoi usufruitori, lo Shalafi Gunnegan.
Tra le genti che si palesavano dinnanzi ai miei occhi scorsi anche la consorella Krhistal, la quale si recò al mio fianco.
Dopo attenta osservazione, decidemmo di seguire i loro passi sino al Belvedere."
Tenace, quindi, il passo della Bianca Fazione, sostenuta dalla fiducia nell'Unica e dalla convinzione che, prima o poi, tutto potesse tornare a giusta misura.
In effetti, equilibrio fu di nuovo ristabilito, tra i Bastioni di Luce, quando gli alleati della Bianca Schiera divaricarono le tenaglie che chiudevano il Palatium, rimarginando la ferita che l'aveva insanguinato per seppur breve tempo.
Venne sancita la condizione, a sequenza della presa da parte dei Paladini, sintetizzata dalla memoria di Lord ENEGAR, Paladino dell'Ordine della Spada...
"... Come da disposizioni,rammentavamo loro che potevan riprendersi ciò che gli apparteneva,tranne i Cavalli di Frisia posti come supporto al cedevole Parapetto.
Mentre colui che parlava in rappresentanza degli Scorpioni, sottolineava a Me ed al Confratello DeMolay che avrebbe voluto un Pegno da parte dei Paladini per gli oggetti che ivi lasciavano,giungevano i Confratelli AngerPain, Malus e Tral...
Il Confratello Khaza si limitò ad informar l'interlocutore che si sarebbe occupato di riferir la sua richiesta ai Superiori, esternando comunque il suo personale disaccordo in merito..."
Una schiacciante vittoria...?
Oppure...
"... ottenebrato dal dio denaro, ma non crede nel falso dio..."! aveva puntualizzato il Supremum dei Paladini, Lord Vlad Dracul...
"La notte si concluse con l’accedere dei Paladini nel Palatium ed un vile scambio di denaro." aveva concluso il Druido Muned...
Brevi frase!
Sottile significato!
Opaco dubbio!
Forse, più di quanto gli stessi Lord VladDracul e Lord Muned potessero mai immaginare di suscitare...
Come evidenziato dalle stesse parole del Supremum, in effetti, sebbene l'Armata di "Eretici" fosse pregna di fede ed energie, capace, quindi, di scontrarsi degnamente con il nemico, fu forte il dubbio che l'assedio, perpetrato da quanti sostenessero maggiormente il rintocco suonante dell'oro più che una qualunque ragione religiosa, potesse sminuirsi, proprio perchè avvalorato da "dorate" e venali motivazioni.
Ma davvero è possibile una spiegazione di tal tipo?
Una reazione calorosa e talvolta, rabbiosa, nasce da convinzioni profonde e radicati motivi.
Minore è l'incidenza di quegli effetti che si possono definire superficiali, maggiore e l'accorato stimolo.
Ma, come tutte le cose, anche tali spiegazioni seguono punti di vista.
Desideri e brame si intrecciano con prerogative personali.
Con inevitabili necessità di natura e razza.
E rapportare opera e pensiero alle facoltà che ciascuno possiede è giudizio equo.
L'avanzata dei Paladini alla volta del Belvedere, diminuì sensibilmente il presidio nelle Sale Ducali.
Una protezione, quella che venne a mancare, che allarmò quanti, stanziati all'interno del Palazzo, ne furono sorpresi nella tarda serata del quarto giorno.
"... Trovai il portone del Palazzo Ducale chiuso, come dal dispaccio che l'Augusto GLAUDIUS mi aveva inviato, annunciandomi un imminente attacco al Belvedere da parte della nostra alleanza. Era chiaro che i militari di solito impegnati nel presidio, quella sera sarebbero stati altrove e così scattò subito nella mia mente, la necessità di occuparci in prima persona della sicurezza del Palazzo Ducale...", con tali righe, il Precettore dei Dragoni, Lord OrlandoFurioso, rivelò la propria preoccupazione, iniziando immediato il controllo tra le sale cortigiane...
Malgrado il timore di essere oggetto di sfuriate improvvise da parte dei Seguaci di Simetht, a buona ragione potenzialmente consci della marcia verso il Palatium e quindi della conseguente vulnerabilità delle Sale Ducali, nulla di particolare smosse la quiete e la sicurezza del Palazzo.
Un marcato andirivieni di Streghe e Dragoni, Vestali e Guardie, Cartografi e Cortigiani, intenti ad esporre le ultime novità o a svolgere le quotidiani mansioni, furono gli unici movimenti degni di nota in una serata che non alimentò la tanto temuta invasione.
Nessun timore, quindi.
Nessuna presunta occupazione del fulcro del Governo, la Corte appunto, a palese, seppur sottile, dimostrazione che l'occhio vigile e protettore di Themis fosse una costante, non solo nell'animo dei suoi proseliti.
Ella viveva!
Seppelliva l'amarezza ed infondeva coraggio.
Allo stesso modo del Dio Scuro, c'é da ammettere, che con l'opera curata dei suoi Neri adepti dipanava l'insegnamento che il Caos e la Devastazione racchiudevano.
Ella viveva!
Nella speranza di ogni Anima dedita alla ricerca del cuore antico del Regno.
Così come la linfa nera di Simeht scorreva nelle vene di quanti erano disposti ad accettare Sangue e Morte quale Verbo del proprio impeto.
E mentre il culto del Dio prolificava tra le mura della cittadella, ai margini del Ducato s'innalzava il canto echeggiante degli Eretici...
"... Adesso, un nuovo capitolo si apre, preludio, ne sono certo, di un ritorno all'antico splendore: i simboli di Themis, acqua e fuoco, sono tornati dentro le mura di Lot, trasportati dal luogo ove, a seguito della presa del Tempio, erano stati messi al sicuro... I cittadini di Lot hanno nuovamente un Tempio ove coltivare il culto di Themis, un tempio nel luogo giusto, ove gli spetta essere: dentro le mura di Lot. Non sono mura e colonne a fare un tempio, è lo spirito dei devoti e di chi lo rappresenta a crearlo... Chi vorrà tornare ad onorare la Dea Themis da oggi ha un luogo dove farlo, un luogo di ritrovo per tutti i devoti ad Ella, dove le Vestali saranno pronte ad accogliervi sotto la benedizione di Themis...",
forte il grido di Lord Cabirus, la Guardia del Tempio e Primo Consigliere delle Vestali, alle soglie di un tempo che pungeva quanto un fastidioso spillo i fianchi del Governo del Conte Thorm.
Era il tracciato che conduceva, in maniera compatta, nel cuore del covo Nero.
Tra le spine di uno scuro roseto, scivolò denso ed irrefrenabile, trasportando l'emozione di una parte popolare mai decisa ad arrendersi.
L'appello toccò, quasi con arrogante irruenza, il velenoso profumo di Morte, spianando il sentiero ai propositi degli emarginati.
Le note di Lord Cabirus furono l'apice di un cono religioso che intendeva strappare l'egemonia al torbido dogma, coronato dal suono insoddisfatto della Bianca Fazione.
Era il quinto giorno del IV Mese e la dottrina di Themis, dopo essere stata ridotta ad incudine, riprese a martellare con pugno deciso.
L'inossidabile catechizzazione del Caos ebbe nuovamente nebbia tra i percorsi.
Il ricordo degli edifici che furono sgretolati dall'ondata di distruzione, talvolta dovuta ad un irrefrenabile e causale intolleranza di Gaia, e talvolta oscurati dalla pesante e mirata mano dei seguaci del Buio, ebbe ad alimentarsi con l'insolito e, malauguratamente triste episodio che ridusse una parte della facciata del Palazzo delle Arti a piccoli ciottoli sparsi.
Le cinque lune che precedettero la mattina del quinto giorno del quarto mese, la testimonianza della Mecenate ISILRILL, che aveva rievocato la visione di
"... Un messere che tra le braccia recava un’elfa ferita e la deponeva a terra poco discosta dalla gradinata d'accesso... Una cerusica che su ella si chinava a portargli le prime cure... Un Cavaliere dei Draghi ed un elfa che assistevano alla scena inermi ed attoniti come noi quando seguendo il loro sguardo vedemmo una Dragonlance infissa in alto sulla facciata di Palazzo...",
tramutò il timore della precaria condizione della parete dell'edificio in agghiacciante conseguenza.
L'asta che aveva trafitto il palazzo, sputata, ad indicazione della stessa Mecenate, da un appartenente ai Signori dei Draghi delle Tenebre, produsse crepe profonde e strazianti che, inevitabilmente, trascinarono a terra il muro e, con esso, l'umore di coloro che s'erano prodigati affinchè l'Arte restasse, sempre e comunque, un aspetto lontano dalla brutalità del conflitto.
"Questa mattina, erano circa le dieci, il Carpentiere Borgoban arrivava puntuale davanti al Palazzo delle Arti, con l’ausilio del proprio carro, contenente attrezzatura varia per assolvere il compito a lui affidato...", rammentò pubblicamente il Mecenate Sir Gieffe de la Sourse, testimone di ciò che accadde nella tarda mattinata del quinto giorno, "... Una lunga scala, per raggiungere la sommità e di conseguenza il punto dove estrarre la lunga lancia... un’ascia ed alcuni listelli in legno e ferro, per puntellare la facciata stessa, nel tentativo di rendere più agevole l’estrazione dell’arma conficcata e provvedere poi alla riparazione del danno arrecato alla struttura... altri attrezzi tipici di un carpentiere...
... La prima serie di listelli veniva inserita con gran maestria dal carpentiere, senza che la parete desse segni di cedimento… Anche la seconda serie di listelli veniva posizionata, seguita dalla terza...
... Un primo sforzo andava a vuoto poi, lentamente, la lunga lancia cominciava a lasciare l’originaria sede ed un ultimo sforzo la faceva cadere pesantemente sul terreno sottostante...
... Nemmeno il tempo di complimentarsi l’un l’altro che il carpentiere si accorgeva, complice un piccolo frammento che gli rimbalzava sul capo, che la crepa, malgrado tutti i puntellamenti fatti, si stava velocemente allargando… il crollo era imminente...
... Panico... polvere dappertutto e sgomento per le sorti del carpentiere..."
Tra le linee tracciate dal Mecenate Gieffe, manifesti erano delusione, tristezza e rabbia...
Deboli ed impotenti al cospetto di quanto era accaduto, le Anime che s'erano prodigate per il recupero della lancia e per la, per quanto possibile e, a seguito inutile opera di conservazione della parete del Palazzo, scavarono nel volto e nello spirito, annebbiati dall'incessante pioggia che spazzava il Regno, cupi pianti...
AstridPurple, il Cavaliere dei Draghi della Luce Ethiel e le damigelle Vala e Lulu, lady Kira71, e Luna2, e Sixie e un disinteressato Ariele... "... stanchi, zuppi di pioggia, ma soprattutto demoralizzati dall’increscioso panorama che ora, alla fine di tutto, ci si presentava davanti agli occhi... Ognuno sceglieva una strada differente per allontanarsi da quel luogo, in cerca di un posto tranquillo dove riflettere e scaricare la tensione accumulata..."
Visi rigati da gocce di non sola acqua...
Glenyller
Detentore Precettore dell'Infante