Un nuovo inizio
Il Piazzale delle Anime
Prologo: | dalle macerie del Tempio di Ade, distrutto a causa di un attacco di un Principe Demone del Tartaro, giunge una grande forza mistica che attira i Custodi dell'Ade. Ripulendo le macerie per la ricostruzione, viene scoperta una botola di marmo. Al contatto con i medaglioni essa si apre, svelando delle scale che portano in una cripta... |
Il corridoio dei Fuochi Fatui serpeggia fra la nebbia estendendo la sua flebile luce spettrale per il luogo conducendo al Piazzale delle Anime, laddove le anime dei defunti attendono, riposando, la loro chiamata a giudizio. Al centro del Piazzale, il Sacro Bracere, con la sua fiamma verde, arde imperituro elevando le sue fiamme in alto, imponente e atterrente per la sua bellezza sinistra. |
I resti del Tempio, giacciono, riordinati appena dai trascorsi lavori che hanno rivelato ai Custodi l’esistenza di una botola, laddove nessuno si sarebbe aspettato fosse. Oltre il Tempio un sentiero conduce al ponte di ossa che sovrasta il mortifero fiume Stige e delimita il percorso per ogni anima. |
La botola, oggetto della curiosità dei Custodi presenti, permane chiusa, custode anch’essa di segreti celati per anni. Il Ministro dell’Ade JAQUEL, spiega la sua teoria ai vari Custodi avvalendosi del libro che tiene in mano. Poco distante il Sacro Braciere continua ad ardere rilasciando il classico rumore crepitante come di fuoco che languisca legna secca, seppur non sia questo il caso, seppur ora non vi sia nulla da bruciare, se non la fiamma stessa. |
Immobile e silente permane la botola, custode di qualcosa che, forse non vuol essere svelato. Numerosi custodi vi stanziano intorno, mentre le anime vagano per il Piazzale in attesa del loro giudizio. Lo strano silenzio del luogo è appena spezzato dal lieve chiacchiericcio dei suoi Guardiani che, ora, attendono che UMIN apra il passaggio verso quella che, secondo le leggende, dovrebbe essere un’antica cripta. |
Il balzo di NEVER non fa altro che far riecheggiare il sordo tonfo che ridonda, nell’atmosfera immobile e silenziosa, preannunciando come, al di là della botola ampi spazi vuoti si dipanino, scavati nella roccia, ghermiti allo stesso terreno, serpeggianti fino a chissà dove. Intanto UMIN prova ad aprire la botola confidando solo nella sua forza, cosa che fa sì che l’ingresso pietroso rimanga chiuso e che la via non sia aperta ai Custodi in attesa. |
I vari tentativi di forza non sbloccano la botola che permane chiusa. Il consiglio di JAQUEL intanto pone una nuova via: forse la fede, il catalizzatore della loro fede potrà sortire effetti diversi. Intanto il ringhiare del crinos ridonda insieme ai rumori dei tonfi sordi al di là della botola. |
All’espandersi delle aure mistiche dei presenti i medaglioni ai loro colli, prendono a vibrare sottilmente, di una lieve luce verdastra che prende ad espandersi sul luogo come fosse nebbia. La botola immobile man mano viene dapprima sfiorata da quella luce, infine ricoperta fin quando un rumore sordo come di cardini antichi che si muovessero dopo una lunga attesa, annuncia lo spostarsi della medesima, che lentamente ma inesorabilmente, si sposta, rivelando l’ingresso, finalmente, a quel luogo. Scale si intravedono da esso e più in basso soltanto buio rischiarato appena da una tenue luce verdognola che riecheggia dalle profondità, pulsando in sintonia con quella scaturita dai medaglioni dei Custodi. |
Scale di pietra in numero di venti accompagnano la discesa di UMIN che, per primo, si trova a varcare quella soglia. Finita la rampa il Cerbero si ritrova, quindi, in un ampio corridoio, largo almeno quattro braccia ed alto almeno due, pervaso di luce verde che proviene come pulviscolo luminoso dal fondo dello stesso intensificandosi allorché la presenza dei medaglioni si fa più forte. Al lato del corridoio numerose colonne, fra le quali lacuni sarcofagi di pietra trovano il loro spazio, sormontati sul coperchio, dal bassorilievo di un corvo. |
In fondo al lungo corridoio si intravede una lieve lumiscenza verde, più accesa rispetto a quella che pervada tutto il luogo. Il manipolo di custodi si accinge a percorrere il corridoio, intanto, commentando lo splendore che si è palesato ai loro occhi, fra sguardi sbigottiti ed espressioni estatiche. |
I custodi approdano nei pressi di una stanza circolare, alla fine del lungo corridoio, completamente illuminata da un cristallo verde, che è adagiato all’interno di un braciere di rame che pende, attraverso tre catene vincolate in un unico punto al soffitto, fino ad arrivare ad altezza d’uomo, essendo il soffitto alto non più di due metri. Dietro di esso un piedistallo, su cui è adagiato un tomo chiuso e un arazzo attaccato alla parete di pietra lavorata. |
Nel suo percorrere la stanza UMIN, si ritrova a costeggiare un ulteriore sarcofago di pietra lavorata, dapprima non visto a causa dell’imminenza della luce verde proveniente dalla pietra. Su di esso una donna, in perfetto stato di conservazione, è adagiata: i capelli neri sparsi ed il volto ceruleo, mentre le mani giunte detengono stretto, un medaglione circolare, di fattura completamente diversa da quello in possesso dei Custodi. |
Non appena l’Arconte YANA sfiora con la punta delle dita il cristallo verde la terra prende a scuotersi di colpo: un tremolio violento, che fa scuotere il braciere dondolandone le catene. Dalla stanza stessa, senza direzione, potente ed imperiosa, s’innalza, quindi, una voce: “Siete soltanto dei finti officianti del Culto, solo mistificatori della Sua parola” sibila imponente riecheggiando per le pietre della stanza mentre il terremoto termina al terminare delle parole di quella voce arcana. Nello stesso istante i medaglioni di tutti i Cutodi perdono, d’improvviso, la loro luminosità, uno ad uno disattivandosi mentre dal medaglione detenuta fra le mani della donna sul sarcofago, tre luci di un verde intenso, prendono a vorticare in una spirale veloce. |
Le tre luci che vorticano sempre più velocemente sul medaglione della dona distesa, prendono a cambiare di colorazione, sin quando una di loro, assunta una colorazione rosso sangue, spicca un balzo dalla spirale, come fosse un lapillo impazzito che esplodesse fuori dal suo fuoco, andando a posarsi sul pavimento di fronte al sarcofago che vede posata la donna. Non appena posatasi, la luce rossa prende ad ampliare la propria area, sino ad assumere l’aspetto di una figura umana con in mano un enorme ascia che stanzia su una pozza sanguigna. |
Mentre la prima figura osserva, truce, i Custodi presenti rimanendo in silenzio senza ancora rivolgere alcuna risposta alla domanda di JAQUEL, la seconda luce ancora vorticante cambia la propria colorazione in un giallognolo privo di alcun chiarore, per poi spiccare il medesimo balzo della precedente, andando a posarsi sul terreno laddove, ampliando man mano la propria superficie, assume ben presto le sembianze di un uomo, completamente nudo e pallido. Pustole lo ricoprono tutto, mentre la testa e le braccia sono un ammasso di scorie di pelle morta che vorticano intorno al capo. |
I Custodi sono ancora sconvolti dalle due presenze appena palesatesi quando, l’ultima luce, permanendo nella sua colorazione originaria, il verde, spicca il medesimo balzo delle precedenti, fino a posarsi in terra rivelandosi, ben presto, nell’immagine di un uomo con una bocca al posto del volto e al posto del ventre che, in ginocchio, prende a ruotare il collo a destra e sinistra, come a voler osservare i presenti, qualora potesse: “La voce?” dalle sue bocche due voci all’unisono rispondono alle parole di MILVENIAN: “della menzogna!” annuisce a sé stesso, tornando in silenzio. |
La prima presenza, lo spirito che detiene l’enorme ascia, ora prende la parola, come a voler rispondere alla richiesta di JAQUEL: “Lacrima sono di antica disperazione, dai tempi della Creazione. La mia torre superato il passaggio troverete laddove il combattente riposa col paggio, dove la tregua è un’utopia, dove la calma è fuggita via.” La voce possente dello spirito, prende una pausa per poi continuare:”Ditemi chi sono e rispondete celermente o la morte calerà immantinente”il sangue ai suoi piedi prende a ribollire minacciosamente. |
Alla risposta di AILYSH, in una risata ridondante e ferale lo spettro di GUERRA, torna ad essere una luminosa luce rossa che veloce così come era apparsa viene risucchiata nel medaglione della donna distesa sul sarcofago. Quindi prende parola la seconda creatura, quella pervasa di pustole e pelle marcescente: “Lacrima sono di antica disperazione, dai tempi della Creazione. La mia torre superate le porte, troverai laddove chi per magia ha trovato morte dove l’inetto diventa l’infetto, dove il curato si ritrova malato.” Sibila appena rivolgendo lo sguardo su JAQUEL: “Non esiterò statene certo” |
Lo spirito di PESTE annuisce nel suo aspetto immondo alle parole di ADUNAKHOR, tornando la luce giallognola per essere, infine, risucchiato nel medaglione della dama sul sarcofago. L’ultimo spirito, infine, quello con le due bocche volge il volto dentato verso KARYEN: “In caso di errore sarete la seconda” la voce gracchiante ed ansimante continua: “Lacrima sono di antica disperazione, dai tempi della Creazione. La mia torre varcati i cancelli, troverete nel Regno in cui il malvagio paga il suo pegno, in cui il Caos è protetto da mura, in cui la fame stessa prova paura.” |
Alle parole di KARYEN lo spirito di CARESTIA, rientra, in forma di una luce verdognola nella quale si trasforma, nel medaglione della donna distesa sul sarcofago. Allo sparire degli spiriti, improvvisamente, una voce prende a rimbombare fra le antiche pietre lavorate della stanza: “Il percorso è stato superato: l’espiazione è la via della rinascita. Ora siete davvero pronti” al termine di quel discorso, un nuovo tremore scuote la terra e, contemporaneamente, i sarcofagi lungo il corridoio che portava alla stanza circolare si aprono, rivelando, al loro interno, un nuovo medaglione per ogni Custode mentre la stessa donna, sul sarcofago centrale, sparisce, risucchiata anch’essa dal medaglione, rivelandosi, così, come lo spirito di MORTE. |
Il libro chiuso posto sul piedistallo, ora, come mosso da un sussulto proprio, si apre con l’intento di destar l’attenzione dei presenti. Stessa cosa accade per l’arazzo appeso alla parete di pietra lavorata del quale si solleva appena un lembo, come mosso da un vento che, però, non è percepibile dai Custodi. Nel corridoio permangono ancora aperti i sarcofagi con i coperchi, sui quali sono scolpiti in bassorilievo dei corvi, divelti sul fianco: all’interno dei sarcofagi i medaglioni risplendono di una luce verde ed intensa. Nuovi medaglioni per la nuova via della rinascita. |
Il medaglione afferrato fra le mani dell’Arconte YANA, improvvisamente, emette un bagliore intenso verde e caldo, riconoscendo in lei, finalmente e ora che la via dell’espiazione è stata percorsa, la Guida dei Custodi del Regno sacro ad Ade. Il cristallo verde che ancora pende, luminescente, dal soffitto rischiara tutta la stanza che ora, sembra tornata, alla perfetta tranquillità. |
La stanza circolare così come il corridoio, ora, sono dimora sicura per i Custodi dell’Ade: ora che il Sommo ha constatato con successo la loro fede, ora che il Sommo a loro si è rivelato in tutta la sua sublime potenza. La rinascita è compiuta e con essa è tornato il Padre a proteggere, guidare e sostenere sempre i suoi primi fedeli. Le catacombe non sono più luogo di paura o terrore, ma luogo sacro, nel quale Ade si è manifestato, nel quale Egli ha parlato, nel quale il Sommo, ora, sorride ai suoi seguaci. |