Tentacoli e Cabala
Il Laboratorio degli Alchimisti
Prologo: | il Laboratorio Alchemico in Fabbrica si anima gradualmente per un pomeriggio tra tentacoli e cabala ... |
Il sole filtra dalle finestre della Fabbrica Alchemica, creando giochi di luce ed ombra all’interno del laboratorio, dove sono presenti diversi tavoli per gli esperimenti stracolmi di vecchi tomi, pergamene ingiallite e ampolle di diverse forme, in un ordine sparso tipico per uno studioso. |
Il laboratorio seppur privo delle presenze degl’alchimisti, sembra vivo con i tipici rumori di una stanza adibita agli esperimenti: il ribollire di sostanze versate in coppe di vetro, riscaldate in basso da delle candele, lo scricchiolio di vecchie sedie di legno e la presenza di qualche piccolo roditore attratto dalle gustose pagine ingiallite dei tomi, ottime per un piccolo spuntino. |
Gli alchimisti si avviano a raggiungere la figura di Arafern, vestiti dalle loro stupende tuniche, abituati dall’aria viziata che si può respirare all’interno della Fabbrica Alchemica, data la presenza di diversi tomi, colpi di polvere. Il MAESTRO DEGL’ALCHIMISTI indica ai figli dell’Ars Alchemica delle precise indicazioni, richiamando nelle loro mente i tre elementi fondamentali delle operazioni alchemiche: il Sale, lo Zolfo e il Mercurio. |
Arafern comincia a tracciare il primo cerchio sulla parete, richiamando l’Albero della Vita e la via della regalità che conduce all’unificazione degli opposti nel nominare la figura della Sephirot Keter, la Corona. Fra gli sguardi e il religioso silenzio dei figli dell’Ars alchemica, quindi, l’albero della conoscenza prende forma ora palesandosi in un altro cerchio, quello dell’Intelligenza, Binah. I raggi del sole filtrano ancora dalle finestre illuminando il pulviscolo dorato che sembra volteggiare in una danza placida al caldo tepore dei raggi dell’astro diurno. |
Il Mentore alchemico, ILIANPHONIX, segue il Leone Rosso, Arafern, tracciando un ennesima sfera quella della sapienza, CHOKMA seguito da quella tracciata dal Maestro degl’Alchimisti, conoscenza, DA’AT, tracciando un perfetto rombo. Nascosti nelle ombre create dal meriggio che avanza, intanto, degl’occhi violacei sospesi nell’aria, osservano i figli dell’Ars Alchemica ed il loro maestro, rimanendo in perfetto silenzio. Dei singolari sospiri cominciano a serpeggiare, all’interno della Fabbrica, come fossero dei lamenti di donna, appena percepibili. |
Quei singolari sospiri continuano a turbare gli animi dei presenti, facendosi sempre più intensi, vorticando quasi all’interno della Fabbrica alchemica, come lo spettro di una donna imprigionata in quelle mura. Sempre nascosti fra le ombre delle strane figure, sinistre e singolari, quattro sfere oculari, continuano a osservare gli alchimisti. Quattro piccole sfere dal diametro di venti centimetri, dal colore simile a quello della fanghiglia, sospese in aria dotate di un grande occhio al centro che funge da organo visivo, di altri e quattro alla punta dei quattro steli, posti alla loro sommità e di una disgustosa e smisurata bocca dotata di denti aguzzi. |
Le quattro sfere oculari, dal diametro di soli venti centimetri, continuano a muoversi fra le ombre osservando i figli dell’Ars Alchemica attendendo il momento propizio, per svolgere la loro importante missione. I sospiri continuano a solleticare l’udito dei presenti, con quei lamenti che diventano sempre più strazianti. I sottili Tentacoli posti di una sfera oculare, nel frattempo, si allungano in avanti avvicinandosi alle spalle di PENELOPE e LOTRHRON, mentre la sfera stessa come le altre, rimane perfettamente nascosta nell’ombra. |
Un’ennesima sfera oculare ben celata fra le ombre, stanziata alle spalle di SABRAR, allunga i propri tentacoli alla cui sommità vi sono dei piccoli bulbi oculari, tentando di toccare il drow alla schiena, così come fa la precedente sfera oculare, nei confronti di PENELOPE e LOTRHRON. La terza e la quarta sfera oculare allo stesso modo, allungano i propri sottili tentacoli, tentando di toccare le schiene di Arafern e ILIANPHOENIX. |
Arafern, ILIANPHOENIX, LOTRHRON E PENELOPE vengono toccati a tradimento sulle loro spalle, dai tentacoli delle quattro sfere oculari, che in seguito le ritraggono per cercare un ottimo nascondiglio fra le ombre, dagl’occhi dei figli dell’Ars Alchemica e sfuggendo anche ai loro tentativi di prenderli e di sfuggire al loro tocco. Una volta toccati dai tentacoli i quattro avvertono un forte prurito per tutto il corpo e man mano la parte colpita va indolenzendosi. |
Anche SABRAR viene toccato dalla sfere oculare posizionata alle sue spalle, che subisce la stessa sorte dei suoi compagni, precedentemente toccati. I sussurri lentamente svaniscono, come le stesse sfere oculari, che si dissolvono nell’ombra così come si erano materializzate nella Fabbrica Alchemica. Il prurito e l’indolenzimento dei cinque toccati dalle sfere oculari, aumenta, divenendo quasi insostenibile. |
Alla base del collo, nella parte posteriore dei cinque toccati dalle sfere oculari compaiono cinque marchi impressi come fossero una bruciatura. Sul collo di PENELOPE compare il disegno del simbolo dell’ aria, su quello di LOTRHRON quello di terra, su quello di ILIANPHENIX quello dell’acqua e su quello di SABRAR quello di fuoco. |
Sul collo di Arafern, invece, compare il disegno dell’Ouruborus come fosse anche questo marchiato a fuoco. I figli dell’Ars Alchemica toccati dalle sfere oculari, avvertono un’irresistibile desiderio di grattarsi per tutto il corpo, mentre le gambe prendono a cedere all’intorpidimento che man mano si dipana per tutto il corpo, mentre i SOFFIATORI eseguono l’ordine di Arafern, prendendo a legare le mani dei cinque. |
Ora che le sfere oculari e i sussurri che si erano materializzati all’interno della Fabbrica sono scomparsi, tutto sembra tornare tranquillo, all’interno di quelle mura, mentre i cinque toccati dai tentacoli delle sfere, cominciano ad avvertire un sensibile indebolimento dei loro corpi, come se le loro energie vitali, venissero prosciugate da quel simbolo, marchiato dietro i loro colli. |