L'interrogatorio
Il deserto di notte
Prologo: | il predone catturato durante l'attacco precedentemente subito viene interrogato grazie alle "maniere forti" dei militi e al potente "siero della verità" degli Alchimisti. Costui rivela al fine qualcosa che ... |
Un flebile soffio di vento accarezza i volti e le membra della COMPAGNIA che sosta nell'arido deserto. Un ampio rumore proviene aldilà delle spoglie dune, come di un rombo di tuono. Una sottile falce di luna calante non ha più il potere di illuminare la sabbia. |
Il cielo scuro della notte è popolato da nubi che lo attraversano cariche di pioggia: le stelle perciò, piccole gemme che lo impreziosiscono, appaiono e scompaiono, alla vista dei membri della COMPAGNIA. Il rumore lontano del VORTICE ETERNO rimane in sottofondo come un monito nella quiete placida della notte desertica attraversata ancora dai lievi refoli di vento fresco. |
Le sinuose dune, tra le tenebre, possono essere scorte dalle viste più acute che le vedono spandersi a vista d'occhio fino a dove l'occhio può arrivare. L'insicurezza e la preoccupazione sono per molti all'ordine del giorno. |
Nella tenda presso la quale è giunto BORIS, il PREDONE catturato due tramonti or sono mugola risvegliandosi da un sonno agitato, serrando le labbra in una smorfia allorché sente la morsa delle corde stringere ai polsi e alle cavilglie. Il vento intanto continua placidamente a soffiare, scuotendo le criniere dei cavalli che nitriscono e sbuffano appena, di tanto in tanto, chinando i loro musi nei secchi dove il fieno ed il mangime sono accuratamente riposti per il loro sostentamento. |
Il rombo del VORTICE si ode pressante seppur esso non presenti al momento pericolo per il luogo ove si trova la COMPAGNIA. Dal cielo però qualcosa inizia a pungere gli astanti: granelli di sabbia. |
Il PREDONE all’interno della tenda, solleva lo sguardo sulla figura di BORIS, la prima che vede entrare: i suoi occhi neri sono tinti con qualche belletto particolare tutt’intorno, così da sembrare ancora più scuri mentre il turbante turchese spicca nella monotonia di colori che si vede nel deserto. La bocca è scoperta dal velo di stoffa mentre la apre, muovendo la mascella un po’ a destra e un po’ a sinistra: “Cosa volete da me?” sibila con voce profonda osservando man mano tutti coloro che entrano nella tenda. |
Ancora i granelli di sabbia continuano a scendere come una lenta pioggia punzecchiante. Essa si posa sulle superfici scoperte del campo andando presto a creare una sottile pellicola sabbiosa e dorata. L'inusuale spettacolo viene osservato impotente dagli astanti. |
Il PREDONE continua ad indirizzare il proprio sguardo sui presenti, aggrottando la fronte scura come il resto della sua carnagione, per poi tornare a guardare BORIS: “E perché dovrei dirvelo…?” biascica concentrando, infine, lo sguardo sulla borraccia ed allunga le labbra tentando di berne: “Avvicinatela meglio ho sete…” allunga ancor di più le labbra, sollevando nuovamente lo sguardo su BORIS, sguardo che rimane accigliato. |
Il PREDONE osserva BORIS e poi, per la prima volta attentamente SERTANCHIEN inarcando un ciglio: “Datemi da bere e slegatemi e…forse, risponderò alle vostre domande” il tono si fa improvvisamente mellifluo mentre gli occhi tornano a guardare imploranti, la borraccia fra le mani di BORIS. |
Il vento accompagna e sospinge i leggeri e appuntiti grani di sabbia. Essa si va accumulando sul terreno, formando piccole dune e sui luoghi, appensantendoli. Un tuono intanto deflagra andando ad aggiungere ruomore a quello provocato dal vortice eterno. |
Il PREDONE nulla può, legato com’è, al gesto di SERTANCHIEN e, sgranando gli occhi ed aggrottando le sopracciglia folte, guarda fra l’impaurito ed il furioso i presenti, puntando infine, lo sguardo su DAARTH: “Bastar…” con il panno sulla bocca, però, le parole gli escono attutite e pian piano che passa il tempo, cominciando ad inalare la sostanza, sente la testa prendere a pulsare e la gola raschiare. |
Ancora continua imperterrita la pioggia di sabbia, mentre il vento continua ed aumenta di intensità. I repentini cambi di tempo nel deserto sono imprevedibili e pericolosi. |
Il PREDONE stordito, rotea gli occhi in alto, rilassando la testa all’indietro ed inspirando rumorosamente con la bocca, emette un rantolo: “Cosa mi avete fatto? Cosa?...” biascica anche questa parole, stordito per il siero della verità e per la sete, cercando di riportare l’attenzione del suo sguardo sui presenti e fissandolo su MAHART, quindi ode BORIS e, strizza gli occhi cercando di rimanere zitto: “Non…non….” Prende un respiro cercando di resistere all’effetto del siero:”Non è distante e siamo in molti” alla fine cede espirando e facendo ciondolare la testa in avanti. |
Mentre la TENDA dove risiede il PREDONE imprigionato si popola di gente il PREDONE, ricevuto lo schizzo di acqua sul volto, raddrizza di botto il capo osservando in cagnesco tutti i presenti ad uno ad uno, gocciolando dalle vesti e dal viso: “Arriveranno e morirete tutti…”sibila” TUTTI…e se non saranno loro allora saranno le sabbie che mangiano gli uomini o il vortice che li disperde o…” si prende una pausa prendendo a sogghignare: “la maledizione” conclude in un ringhio. |
La pioggia di sabbia sembra aumentare di intensità sospinta dal vento crescente. Si ammassa, si sposta, schiaccia sotto di sé il terreno e blocca le ruote dei carri in sosta sulla rena. |
Il PREDONE, rilassa le spalle, emettendo ancora un sospiro misto ai rantoli per le corde che gli segano i polsi e le caviglie: “C’è la vostra morte” sibila in risposta a BORIS, quindi osserva DAARTH e prende ad annuire: “Sabbie che risucchiano mangiando chiunque vi passi sopra, non troppo distanti da qui, sì” quindi si rivolge verso MAHART, emettendo un suono gutturale e raccogliendo la saliva che ha nella bocca per poi, allorquando si sente afferrato per il collo, sputargli in direzione del volto cercando di colpirlo: “Voi sarete il primo perché io vi maledico!” ringhia concludendo. |
Sulla tenda dell'interrogatorio un grosso quantitativo di sabbia si sta accumulando ad insaputa di chi sta interrogando il predone. I pali che la sorreggono si spostano di qualche millimetro verso l'interno dando l'impressione di voler implodere. |
Il ceffone di MAHART raggiunge il volto del PREDONE con forza facendolo ruotare nel senso opposto, quasi in risposta a quel gesto, quindi, il PREDONE scoppia in una fragorosa risata odendo rumori esterni che lui ben sa riconoscere:”La maledizione che accompagna ciò che cercate ha già iniziato a muoversi…” fra le risa sbotta per poi arrestarsi improvvisamente: “ci hanno già provato in tanti e mai nessuno è tornato…” osserva i presenti uno ad uno prendendo una lunga pausa: “…vivo!” sibila per poi rispondere a BORIS: “C’è una via ma richiederà sette giorni di viaggio a Sud e sette a Nord per ritrovarvi esattamente al di là del Vortice che risucchia”. |
Nel carro degli alchimisti procede senza sosta lo studio dei residuati ad opera di FINWE e di SERTANCHIEN. La pressione della sabbia sulla tenda ove è il predone è sempre maggiore e i primi scricchiolii dei pali ora si odono chiari. |
Il PREDONE torna a guardare BORIS: “I cani dei miei compagni vi uccideranno tutti ed il loro villaggio è…” si ferma, sollevando lo sguardo verso l’alto: “sta per crollare tutto” sussurra fra sé e sé, prendendo a respirare affannosamente e corrucciando ancor di più la fronte: “morirò io ma morirete anche voi” lentamente riabbassa il capo guardando tutti uno ad uno molto lentamente. |
Il fare di BORIS è purtroppo tardo. La tenda CROLLA sugli astanti ma ha effetti negativi solo sul predone che è atterrato e viene sommerso dalla sabbia. |
Mentre il PREDONE rimane sotterrato dalla sabbia, gli ALCHIMISTI, si dedicano al loro studio scientifico dei frammenti della PIETRA del GOLEM adeguatamente sminuzzata: osservandola attentamente è possibile rilevarne un lieve sbrilluccichio tipico dei quarzi, ma la visione a causa della sabbia non permette altre osservazioni più approfondite almeno per il momento. |
Il predone, essendo vincolato dalle catene, non può liberarsi e resta soffocato dall'enorme mole si sabbia. BORIS riesce a sottrarsi all'egual destino. Il malvivente termina così la sua infima vita avendo dato suggerimenti, seppure arcani, a coloro che l'interrogavano. La pioggia di sabbia continua nel campo seppur sembra scemare d'intensità. |
Anche SHANKIRA e DAARTH riescono a riemergere illesi dal crollo, così come fa anche FALCOON: tutti sono sporchi di sabbia che si intrufola in ogni anfratto ma sono sani e salvi. Intanto il soffio del vento comincia a chetarsi permettendo alla tempesta di affievolirsi in intensità così che gli ALCHIMISTI, potendo riprendere nelle loro osservazioni, notando lo sbrilluccichio e la forma dei cristalli, possono confermare la prima ipotesi: è quarzo quella pietra, quello che, comunemente, viene detto quarzo fumè, il che giustifica l’aspetto scuro che l’aveva fatto confondere con un ametista o con un granato in un primo momento. |
Gli ultimi granelli fiottano dal cielo per poi calmarsi definitivamente. HYRULIANLINK e CLOSTERMAN continuano imperterriti la loro opera di dissabbiamento delle ruote dei carri mentre BORIS impartisce gli ordini alla sua compagnia. |
Il GIUBBINO, allo sguardo sapiente degli ALCHIMISTI, risulta davvero troppo sporco per poter distinguere qualsiasi cosa che non sia sabbia, al momento: di certo non è visibile alcun simbolo che sia riconducibile a qualche casata o a qualche clan. Sembrerebbe tutto normale. Intanto i membri della COMAPGNIA si dedicano a scavare fosse per non permettere alle ruote dei carri di infossarsi mentre la tempesta ormai cessata, lascia spazio al cielo notturno macchiato di nuvole qua e là e di stelle. |
Al termine dell'intemperia il terreno è ricoperto di sabbia che si è ammassata in dune uniformi. Le ruote dei carri lentamente vengono liberate per dar modo di mettere delle travi sotto e trasportarli fuori dal sabbione. La preoccupazione per la partenza si sente pressante nel campo. |
All’attenta analisi di SERTANCHIEN sul filo che compone il GIUBBINO, vien fuori come su di esso vi siano chiare tracce di e residui di una sabbia diversa da quella che è possibile rilevare tutt’intorno: una sabbia più scura, come anche in essa fosse presente del quarzo o della roccia vulcanica, sbriciolata. FINWE invece, riesce a scorgere un piccolo residuo di stoffa di colore diverso rispetto a quella del giubbino. |
Mentre FINWE riesce a raccogliere il PEZZO di STOFFA di colore differente, si accorge chiaramente come anch’esso sia sottilmente velato di sabbia più scura rispetto a quella che hanno intorno: sabbia vulcanica. Gli ALCHIMISTI non rivelano più nulla di diverso dalle loro osservazioni mentre la notte continua a procedere placida ora che la tempesta si è del tutto calmata. |
Il fragore del VORTICE ETERNO ora si sente più netto e sembra amplificato rispetto a prima della tempesta di sabbia. Un ombra si staglia netta mostrando sfocati i profili di quel non troppo lontano flagello. Il ricordo delle parole del predone è ancora vivo nella mente di coloro che l'hanno interrogato e aumenta sempre più l'inquietudine. |
Le voci di coloro che cercano di liberare le ruote dei carri, l'indaffarato compito degli alchimisti in cerca di residui e di tracce, le preghiere dei credenti, l'andirivieni dei militi vigili: solo questo resta a spezzare il silenzio del deserto che circonda il campo. Mistero su cosa il FATO riserba per questa gente. |