Le tre prove
Il deserto
Prologo: | la spedizione alla ricerca dell'armatura del Fato si è appena ripresa dallo scontro con gli uomini di sabbia quando, procedendo verso Nord, nuovi inaspettati incontri si palesano sul cammino. Nuove prove aspettano i valorosi che ... |
Uno spicchio vezzoso di Luna fa capolino ad Oriente, catturando la scena, fin’ora solo delle stelle che, nel cielo notturno e sereno, risplendono come piccoli diamanti luminosi. L’aria temperata della notte giovane rinfresca le pietre che, per tutto il giorno, sono state accarezzate dai dorati raggi di un Sole cocente come mai, nel Deserto. |
Leggeri refoli di vento, di tanto in tanto, spirano dal meridione, caldi e primaverili, portando con loro odori speziati e qualche foglia secca probabilmente di qualche palmizio lontano. La sabbia fresca si solleva leggera e fine allo scalpiccio dei cavalli che muovono mollemente gli zoccoli mangiando gli ultimi residui di foraggio prima di rimettersi in viaggio. |
Rumori di carri che prendono a spostati leggermente per permettere a coloro che svolgono gli ultimi preparativi per la partenza di fissarvi le cavalcature e i nitriti delle stesse, nonché il rumore del chiacchiericcio dei presenti, delizia il luogo silente per natura del Deserto, e nello specifico, del PASSO DEL TERMINE: luogo inesplorato fin’ora dove la COMPAGNIA, si è spinta per procedere nella sua ricerca. |
Poco lontano, oltre il PASSO del TERMINE, verso NORD, laddove dovrà dirigersi la COMPAGNIA, un CAMPO ENERGETICO crea una vibrazione nella trama avvertibile da tutti i fruitori presenti, ancora leggermente, visto che la distanza è ancora di un migliaio di passi dal luogo nel quale la COMPAGNIA, ha posto il proprio accampamento. |
Il CAMPO di ENERGIA, lontano ancora un migliaio di passi, pulsa invisibile ad occhio nudo, creando continue vibrazioni nella trama quasi richiamando a sé i fruitori presenti poco distanti. Intanto nell’accampamento fervono gli ultimi preparativi per la partenza e SAYDA controlla che i feriti di pochi giorni fa, siano in condizione di intraprendere il duro viaggio che li attende. |
I preparativi per la partenza sono quasi ultimati e CORIOLANO alterna la sua presenza presso i vari carri per accertarsi che tutto sia in ordine. Intanto VELTVER, dopo autorizzazione di MANIAKESH, manifesta la volontà di dirigersi verso NORD in volo, seguendo le indicazioni fornitegli dalla stella omonima, per saggiare cosa sia quel tremolio nella trama continuamente avvertibile dai vari fruitori presenti, siano essi STREGHE o MAGHI. |
Tutto sembra pronto: i cavalli scalpitano quasi sentendo la tensione prima della partenza e nitriscono sbuffando aria dalle froge allargate, la loro criniera si smuove ai leggeri refoli di vento mentre intanto VELTVER, si libra alto nel cielo notturno, mantenendosi ben sollevato grazie a poderosi colpi d’ala, dirigendosi verso NORD. La visibilità della notte è scarsa visto che la Luna è appena uno spicchio e le creature non dotate di vista notturna, non vedono avanti a sé, se non un muro di inchiostro nero. La COMPAGNIA infine, sotto l’imperioso ordine di CORIOLANO, prende la sua marcia, diretta verso NORD. |
Il volo di VELTVER procede senza alcun intoppo all’altezza di trenta metri dove, se potesse respirare, avvertirebbe un’aria molto più tersa ed ossigenata: avvicinandosi, ormai, a soli cinquecento passi dal CAMPO ENERGETICO, avverte molto più nettamente la vibrazione nella trama ed il suo pulsare come se qualcosa di molto potente fosse posizionato avanti a lui anche se gli è impossibile delinearne i contorni, invisibile com’è ad occhio nudo. La COMPAGNIA, frattanto, procede più a rilento, dirigendosi nella medesima direzione del NEOFITA. |
VELTVER continua a volare: la vibrazione nella trama si fa più potente man mano che avanza fin quando in un tonfo, va a sbattere contro una parete invisibile. Un silenzio irreale si sussegue in quegli attimi, fin quando alcuni refoli di vento prendono a spirare sempre più forti, sollevando con loro un grandissimo quantitativo di sabbia che investe il DEMONE. La COMPAGNIA di SPEDIZIONE, intanto, percorsi i primi cinquecento passi, si ritrova a distare dalla medesima barriera invisibile investita da VELTVER di altri cinquecento. |
L’improvvisa tempesta di sabbia continua a spirare con estrema forza fin quando, dall’altra parte della barriera invisibile, si palesano tre figure di altezze diverse ma tutte e tre incappucciate: impossibili da raggiungere essendo frapposta fra loro e VELTVER nonché la COMPAGNIA di SPEDIZIONE che, nel frattempo, sopraggiunge, la barriera trasparente che così vicina, ora, ai fruitori, si fa sentire in tutta la sua potenza . |
Le TRE FIGURE INCAPPUCCIATE si fermane a pochi passi da VELTVER ma sempre al di là della barriera: le due figure laterali sorreggono delle fiaccole e sono pressoché della medesima altezza, quella centrale invece, spicca, imponente sovrastando gli altri due di almeno trenta cannelle. La figura di centro, avvedendosi, da sotto il cappuccio di VELTVER dapprima e della COMPAGNIA che sopraggiunge poi, si avvicina di due passi rivolgendosi al DEMONE: “Voglio parlare con il portavoce della spedizione” sentenzia con voce baritonale, mentre la tempesta di sabbia, nel frattempo, prende a placarsi. |
Un ghigno si eleva nell’ovattato silenzio nel quale la figura incappucciata era calata: “Voi non siete nulla” sentenzia, finendo di ghignare: “Lo sento fruitore, i vostri poteri sono nulla già quell’omuncolo lì” allunga una mano verso MANIAKESH: “è più forte di voi: ho detto che VOGLIO parlare con il portavoce della spedizione” marca con la voce bassa le parole: “E ce n’è solo uno”, muovendo la testa verso CORIOLANO, prende ad osservarne da sotto il manto le movenze, notando come dia l’alt alla colonna in marcia e come quest’ultima si fermi, mentre i due che gli sono alle spalle ancora rimangono fermi e con le torce in mano. |
L’uomo enorme completamente ammantato devia completamente la propria attenzione verso l’avanzare di CORIOLANO, non prestando più alcuna attenzione a VELTVER: “Finalmente! Non amo perdere il mio tempo” sentenzia con voce roca, prendendo a guardarsi intorno e notando, dapprima il gesto di MANIAKESH e successivamente quelli dei militi: “Non vi scomodate con espedienti di natura magica o di natura bellica: il vostro passaggio è chiuso. La barriera che ci separa è invalicabile ed è un fatto.” Sibila, arrochendo ulteriormente la voce: “L’unico modo per procedere oltre è sfidarci e vincere e vicere o perdere e morire” conclude indicando le altre due figure incappucciate alle sue spalle: “Ma se non mi credete, potete anche provare” ghigna, tornando su CORIOLANO. |
Da sotto il cappuccio si avverte un ulteriore ghigno dell’enorme uomo incappucciato: “Mi è giunta voce” solleva la mano destra portandola vicino al rispettivo orecchio celato e prendendo a muoverla in senso orario: “che avete fatto una pessima figura con la Sfinge e lei, si sa, non mente mai!” riabbassa la mano lungo il fianco, continuando a guardare CORIOLANO: “E’ semplice portavoce: dovrete scegliere in tutta la vostra compagnia, tre persone, a vostra scelta, che sfideranno me” si indica in tutta la sua possanza: “…ed i miei compagni” si volta indicando a mano aperta le figure più minute di lui: “Se rinuncerete alla sfida, potrete anche tornare indietro, perché il passo vi rimarrà chiuso: la barriera si oltrepassa solo vincendo almeno due sfide su tre e non necessariamente saranno di natura fisica.” Prende una pausa, cominciando a ghignare: “Ah dimenticavo! Chi perde, muore! S’intende!” conclude. |
L’uomo incappucciato e massiccio nella corporatura, permane immobile al di là della barriera, portando le braccia ad incrociarsi al petto ed osservando i numerosi appartenenti della COMPAGNIA, soffermandosi, infine su DAARTH: “Siete voi i fautori del Vostro destino: se aveste risposto come si conveniva alla Sfinge, non vi trovereste in queste condizioni”, quindi volge il capo verso MANIAKESH: “Omuncolo dovrete dirmi prima i tre nominativi, noi ci proporremmo di volta in volta e solo dopo potrete scegliere, peraltro, i compagni alle mie spalle, sono alti pressochè in maniera identica” |
L’uomo incappucciato osserva le movenze dei viaggiatori, portando le braccia conserte al petto, mentre li altri e due rimangono silenti, piantando le torce al terreno in diagonale. Riprende parole l’essere incappucciato dalla sagoma più imponente: “Vi rammento che sarete voi a decidere chi di noi tre sfidare” sentenzia ancora con il suo tono di voce rauco, attendendo che CORIOLANO gli rivela i nomi dei tre prescelti. |
L’uomo incappucciato fa un cenno con la testa, verso il suo compagno posto alla sua sinistra, invitandolo ad avanzare: “Perfetto, vi rammento che non necessariamente le sfide saranno di natura bellica e diffidate dalle apparenze”. Nel frattempo l’uomo incappucciato e più minuto avanza, superando la barriera che unicamente i tre esseri possono oltrepassare, mentre sempre l’essere incappucciato dalla sagoma più imponente prende parola: “Inizierà il mio compagno a voi la scelta” |
L’uomo più minuto fra i tre, una volta oltrepassata la barriera trasparente prende a sfilarsi il mantello rivelandosi in tutto il suo orrendo aspetto: i capelli grigi sono adagiati unti lungo il cranio talmente magro da far trasparire le ossa. La testa è più grande del corpo che è eccessivamente magro e scavato, la pelle lattiginosa e smunta si colora solo sul viso laddove due occhi azzurri e penetranti prendono ad osservare i tre contendenti che ha di fronte: ADSARTHA, SIMMADJ e MANIAKESH: “Ditemi chi sarà il mio sfidante e vi indicherò la prova, qualsiasi mezzo che non sarà pertinente alla prova e che voi utilizzerete, sarà assolutamente inutile…vedrete” la voce melliflua e acuta è come veleno che si insinua nelle orecchie dei presenti. |
Mentre le altre due figure ammantate rimangono oltre la barriera invisibile, silenti, la TERZA FIGURA, che ha oltrepassato la barriera e si è rivelata in tutta la sua orripilante bruttezza, riprende a parlare dopo aver sentito il dire di CORIOLANO: “Ebbene la prova è semplice: rispondete ad un semplice quesito che vi porrò…” devia lo sguardo lattiginoso su MANIAKESH:”…e avrete salva la vita, in caso contrario un fulmine discenderà dal cielo, uccidendovi all’istante” prende fiato rimanendo immobile: “Il quesito è il seguente: vi è una stanza ed in essa due porte. Ad ogni porta vi è un guardiano, quindi due guardiani in tutto: uno di essi dice sempre e solo la verità, l’altro dice sempre e solo menzogne” riprende fiato “una sola di queste due porte conduce alla vostra libertà, l’altra alla morte: voi non sapete né quale porta conduca alla libertà, ne quale dei due guardiani menta o quale dei due dica la verità. Avete a disposizione una sola domanda, da far ad uno di loro, per scoprire quale sia la porta che conduca alla libertà: qual è questa domanda?” |
Il TERZO ESSERE, orripilante nell’aspetto continua a guardare MANIAKESH, prendendo ad annuire con il capo unto: “Sì ad uno qualunque dei due”. |
L’ESSERE continua a guardare MANIAKESH con il suo sguardo ceruleo: “Avete risposto correttamente ed avete vinto la prova, i miei complimenti” la vocina acuta e strisciante dell’essere si ammutolisce sin quando una folata di vento letteralmente disperde con sé la figura dell’ESSERE, che si volatilizza davanti agli occhi dei presenti. Avanza quindi, oltrepassando la barriera trasparente, l’ESSERE più enorme, colui che aveva parlato in precedenza che, spogliatosi del manto, si rivela in tutta la sua possanza fisica: “Chi sarà a sfidarmi in un combattimento a mani nude? Vi avverto, la prossima sarà d’armi” |
L’UOMO MASSICCIO, si prepara dandosi alcuni schiaffi sui rispettivi avambracci come a voler tonificare i muscoli, quindi pone bene i piedi in terra, avanzando con il piede destro e piegato il busto in avanti per darsi stabilità, allarga le braccia e le mani invitando SIMMADJ a colpirlo con un movimento delle dita come a volerlo chiamare a sé. Nonostante il DEMONE, espanda l’aura, l’UOMO massiccio non ne risente. |
L’ESSERE MASSICCIO, che in apparenza sembra un uomo, distende il braccio destro per bloccare il gancio portatogli da SIMMADJ mentre si prepara a scaricare con la mano sinistra un GANCIO verso il volto del demone accompagnandosi con una torsione del busto e un passo in avanti con il medesimo piede, così da non sbilanciarsi: la muscolatura dell’ESSERE è durissima quanto il necroplasma del demone. |
SIMMADJ non riesce ad essere così celere da evitare il GANCIO che lo prende in pieno volto impedendogli di portare la testata, ma il suo avvicinarsi all’ESSERE dalle sembianze umane che continua a non risentire di alcun effetto dell’aura oscura del DEMONE, fa sì che il COLONNELLO non cada per il pugno ma riesca ad aggrapparsi alle possenti braccia dell’ESSERE che, nel frattempo, portando entrambe le mani a cingere con forza le spalle del DEMONE che ha di fronte, muove il capo canuto leggermente verso dietro prendendo una breve rincorsa. |
Il CALCIO di SIMMADJ raggiunge facilmente il ginocchio sinistro dell’ENERGUMENO che, stranamente per la sua stazza, cade in terra: “Ahhhhhhh” urla in preda al dolore: “Maledettooooo!” si piega in avanti, cingendo fra le mani, il proprio ginocchio colpito, suo punto debole, e prendendo a smaterializzarsi nell’aria insieme ad una nuova folata di vento che si alza, spazzandolo via. Con esso viene di colpo spazzata via anche la terza figura, dietro la barriera trasparente che, svanisce di lì a poco, facendo rivelare il fatto di essere svanita ai fruitori che non avvertono più alcuna modifica nella trama. La strada è libera. |
Sconfitti i DUE dei TRE NEMICI, così come richiesto, la prova viene superata dai membri della COMPAGNIA di SPEDIZIONE che, ora, non hanno più alcun impedimento di fronte a loro, ora che, circa a millepiedi a NORD del PASSO del TERMINE, si ritrovano nel deserto denominato MARE DI SABBIA ormai sempre più vicini alle tre piramidi segnate sulla Mappa. CORIOLANO, quindi, decide di allestire il campo per la notte ponendo fine ad un'altra parte del viaggio. |
Lo spicchio di Luna ad Oriente continua a rilucere debolmente nella notte tersa, schiarendo il cielo, impreziosito da moltissime stelle. Alcuni leggeri refoli di vento spirano benevoli sul luogo, addolcendo il sonno di coloro che già dormono e di coloro che, invece, ancora attendono di dormire, presi ad allestire il campo. |