Festa in onore del Conte Petrus
Il Salone della Corte
Prologo: | la Primavera è ormai alle porte e il Salone della Corte è il luogo dove la Corte del Nibbio ha organizzato una festa in onore del Conte Petrus; una festa in maschera allietata anche dalla presenza dei Teatranti ... |
Si odono dei forti colpi sul portone d’ingresso |
Si ode chiamare: "Voi apre!!" |
Sulla porta d’ingresso aperta è fermo in attesa un mannaro in forma glabro, accanto alla Gov. Tzamara in abito blu |
La voce del Maestro Circense KONRAD risuona chiara e forte all’interno della Corte del Nibbio, con il fermo intento d’attirare sulla figura dell’umano l’attenzione dei presenti. |
Trecce di stoffa colorata e fili brillanti pendono dalle pareti e contornano le colonne girandovi attorno, dando così alla sala colore e luminosità. Lo stendardo posto sopra lo scranno del Conte Petrus, sotto i baci di quei colori vivi e luminosi, sembra risplendere così di una luce nuova, mentre l’occhio del Nibbio perpetua fissa ad osservare ciò che accade nel salone. |
Sulla soglia, il Conte PETRUS entra nella sala adornata a festa. Gli applausi della folla in breve tempo vanno a coprire ogni voce, ogni rumore che fino a poco fa rendeva la stanza satura degli stessi. A poco a poco che il Conte avanza, la folla s’apre, creando durante il passaggio di questo, come un corridoio di gente. |
Altri stendardi, di dimensioni minori raffigurante l’effige della Corte, accerchiano la stanza tutta, unendosi ai festoni di cotone e seta sapientemente ricamati in occasione di questa importante festa. Alcune maschere di gesso, dagli occhi neri, pendono da questi drappi legate grazie a fiocchi di raso scuro, dondolando sulle teste dei presenti travestiti ad ogni minimo spostamento d’aria. |
Volti celati e irriconoscibili s’aggirano placidamente per la sala, gente che va e viene dalla soglia dalla stanza, e così, inevitabilmente, il vociare a poco a poco aumenta d’intensità, diventando un mormorio ovattato, interrotto infine dalla voce del Conte che, dall’alto del suo scranno, sovrasta gli invitati tutti. |
Un leggero odore di cannella invade costantemente la sala, probabilmente il risultato di un piatto preparato per la Festa. Il palco mobile dei Teatranti, adornato con drappi variopinti, è lì in bella mostra, sulla parete di fondo, al centro, e attende solo di essere calcato dagli attori che ben presto metteranno in scena lo spettacolo programmato. |
L’interno della Sala è abbondantemente illuminato dalle fiaccole lignee che paiono danzare sotto il ritmo perpetuo delle fiammelle rosse e vive, le ombre dei presenti vengono proiettate sul pavimento lucido della stanza, e queste immagini nere dalle fattezze ignote, vengono ingigantite sempre più da quel riflesso divenendo simili ad immondi mostri, mentre le belle maschere decorate a festa si distorcono del tutto diventando così un’unica chiazza di colore informe. |
Un sibilo si eleva ora sulle voci dei presenti, poi uno scoppio e i vetri delle finestre vibrano per qualche istante: punte di colore argenteo scoppiano nel cielo scuro in una sfera luminosa che poi scivola giù, spegnendosi e così, svanendo. |
Altre punte argentate salgono al cielo, lasciandosi dietro una sottile striscia di fumo grigiastro che si disperde poi rapidamente. Quelle lucciole brillanti, arrivate quasi a sfiorare il cielo, esplodo, creando cascate di colori: rosse e dorate, che cadono, poi, verso il suolo. |
Un’altra esplosione di colore riempie ora il cielo: trottole brillanti azzurre e rosse salgono a tingere la volta scura della notte, ed infine scoppiano in coriandoli argentati, spegnendosi durante la discesa. |
Ancora un tuono fa vibrare i vetri delle finestre, ed un globo composto da tre cerchi concentrici s’apre, creando questo disegno che dal rosso, passa all’arancione ed infine al giallo. Il disegno nell’aria pare quasi girare, per poi scemare in luccichii vari. |