La richiesta di Goldark
Il Lago Averno
Prologo: | approfittando dell'assenza dell'Esarca Alkard, il Servente del Chaos Goldark ordina ai suoi Flagelli di prendere il potere. Il Lago Averno diventa così testimone immoto di una strage ... |
La poca luce che filtra dai rami illumina solo il sentiero dell'assenza, li lago averno è invece al buio, l'aria scura per via delle nuvole che sempre ricoprono il posto. I fiori di loto bianchi spiccano sulle tenebrose acque che paiono sempre plumbee, in lontananza si scorge l'isola semi nascosta da un banco di nebbia che ne lascia scorgere solo una parte. |
Una folata di vento attraversa tutto il lago spostando e allungando il banco di nebbia su di esso per poi lasciare che si dissolva. I fiori di loto si muovono appena alla folata e uno si stacca camminando sull'acqua fino a giungere e poggiarsi sulla riva. Un corvo gracchia su un ramo di quercia che sporge sul lago, la sua immagine riflessa nell'acqua appare come una macchia più scura su quell'acqua grigia, gracchia forte e spicca il volo passando basso sull'acqua e alzandosi sfiorando le teste dei presenti. |
Il vento che prima era solo lieve folata si alza ora deciso, andando a scuotere con forza le vesti ed i manti dei presenti mentre la nebbia che ricopre il lago vien diradata a quell’aria, fino a quasi scomparire. Le nubi si addensano, immergendo il luogo in un’oscurità tetra e totale, le fronde degli alberi si piegano da un lato, spinte dal vento che continua ad imperversare nel luogo come comparso dal nulla. A tratti, tra le nubi nere, si possono scorgere rapidi bagliori, come lampi che squarciano l’oscurità, lasciando poi che il luogo resti ancora immerso in quella che pare quasi una notte profonda. |
Ed il silenzio cala come una cappa di piombo sul luogo, lasciando che soltanto il rumore forte del vento che spira con violenza, imperioso, rimanga l’unico rumore che, con la sua intensità, ricopre le parole dei presenti. Le nubi come una macchia di inchiostro, si dipanano sulla superificie del cielo, ricoprendolo e vorticando in esso: di lontano un borbottio sommesso rotola sulla loro superficie, avvicinandosi, fin quando un lampo, accecante e subitaneo, squarcia l’aria scura, illuminandola e lasciando intravedere fra la coltre di nubi, una figura immensa, in ombra, che scompare alla vista allorché un tuono, esplode nell’aria, sostituendosi al lampo di luce; una lieve pioggerella prende a cadere, fitta e dal moto obliquo, mosso dal vento. |
Lo scrosciare della fitta pioggia e l’urlare del vento coprono con il loro rumore il vociare dei presenti, rendendo quasi difficile la comunicazione tra coloro che si trovano più distanti fra loro. Il vento continua ad imperversare sul luogo, gonfiando i manti e trascinando verso destra con il suo soffio coloro che ne indossano. Un altro lampo squarcia il cielo, aprendo tra le nubi la nuova visione di quell’essere immenso. Ed al lampo segue un altro tuono, che infastidisce coloro che per razza sono più sensibili all’udito. Le nubi sembrano quasi vorticare tutte nella stessa direzione, creando uno spazio appena più luminoso al loro centro. Sconquassato da continui fulmini. |
Ed al centro di quello squarcio appena più illuminato rispetto alla restante parte del cielo, la figura immensa la cui coda, si muove sinuosa fra le nubi, punta il suo sguardo rosso verso il basso, allungando l’enorme collo ricoperto di scaglie lucide e scure, sulle quali il chiarore dei lampi rifulge creando baluginii costanti: la sagoma ancora ricoperta dalle nubi, si intravede appena, in controluce, sin quando, THEHAUNTED, nella sua mente, ne avverte la voce: “TDKOEWUH CIPVSUWEVUH” possente e profonda, si dipana avvolgente nella mente del fantoccio, irretendola nella sue spire. |
Il vento non accenna a diminuire, cosi come la pioggia continua ricade sui presenti e creando piccoli cerchi concentrici nelle acque del lago che paion animate di vita propria, smosse dal vento imperioso. Le fronde degli alberi continuano a venire piegate di lato, sotto la spinta di quell’aria. Tra il turbinare di nubi permane immobile la sagoma di quella possente figura, mentre i fulmini ed i lampi lo illuminano a tratti. La coda, sinuosa, continua quel suo lieve movimento, mentre lo sguardo scorre su coloro che animano il luogo, prima di soffermarsi, di nuovo, su THEHAUNTED. “PAEPVEH DESPIH FEH NEDIMMUH WOH TOIVIH QUSVEVU DUPH WUOH”. Risuona ancora, possente, profonda, nella mente del demone. |
GOLDARK risolleva appena il lungo collo, portando l’enorme bocca chiostrata di zanne lunghissime ad aprirsi, quasi espirasse l’aria tersa che si avverte, quindi attraverso la coltre di nubi, un nuovo lampo lascia che anche le possenti ali si intravedano, aperte e vibranti, che mantengono sospese con il loro moto, l’enorme servente di Chaos, la coda ancora si muove suadente, continuando a parlare nella mente di THEHAUNTED, dopo aver posato il suo sguardo rosso e raggelante su ognuno dei presenti avendo riabbassato il collo, allungandolo in avanti con movimenti lenti ed eleganti: “PUPH TUPUH TUMOVUH FOH RATVIH EMVIBBIH” sibila nella mente del DEMONIACO, continuando a guardarlo, penetrando nella sua mente: “MOH GUSINUH TEDSOGODUSIH FUOH MUSUH DUNQUHOH SIH DOUH DKIH QUIPTUH DUQQOTQUPFIH EMMEH SIUMVUH”. |
GOLDARK scuote appena il capo, aprendo le fauci e mettendo nuovamente in mostra le zanne. Un borbottare sommesso proviene quindi dal servente di Chaos, mentre le ali mantiene aperte e la coda sinuosa continua a smuoversi. “La lingua di voi comuni mortali è cosi… insulsa.” E il dire che tutti i presenti riescono ora a sentire, mentre un cupo brontolio segue quelle parole ed un tuono squarcia nuovamente la notte, sovrastando il vociare dei presenti. |
La possanza della voce e della stessa presenza di GOLDARK si abbatte come una frusta sui presenti atterrendoli, al solo vibrare dell’aria per il vento in parte smosso dallo sbattere delle ali del Servente che governa il Chaos: le fauci continuano a permanere aperte lasciando che le immense zanne rilucano così come le scaglie, allorché il collo dell’immenso Semidivino degli Abissi, si allunga in avanti e verso il basso, squarciando le nubi nere, venendone fuori: “Per costruire il nuovo Regno, schiavo, c’è bisogno di ripartire dalle fondamenta: di abbattere i rami secchi, di torturarli per far capir loro la vera dottrina, che passa dalla sofferenza ed infine, perché no, dalla morte, per arrivare, poi, al Chaos” la voce profonda risuona lugubre nenia che penetra nelle menti dei presenti, squassandole con la sua potenza: “Finalmente l’utopia verrà raggiunta, finalmente sarà fatto a modo mio” conclude, rivolgendosi sempre a THEHAUNTED, ma rimanendo udibile a tutti: “AKASHIKAMI, ORONAR, QUASAR, NAEL-MORNH, KOVENANT, MORDER, LILIUM, MURMELN, AZRAIL, LHAAR, KRASCHKA e RECHSE, giungete a me!” comanda, mentre un tuono ne accompagna il dire, esplodendo nell’aria. |
Al richiamo di GOLDARK, i semidivini chiamati si destano prendendo a dirigersi, ovunque essi siano, verso il Lago Averno. Frattanto gli occhi del Primo fra gli Otto, si posano su THEBLISTER e su DREENYN, infine su SHYLAT e FELDOR: “Piccoli sciocchi, inutili esseri abbarbicati alle vostre stupide credenze, alle vostre idiozie che vi appannano la mente già ridotta nell’intelletto, anche davanti a me” gli occhi rossi si assottigliano, mentre GOLDARK, richiama a sé la CONCENTRAZIONE mentre il vento ancora scuote le fronde della boscaglia intorno al LAGO AVERNO, agitandone anche le acque che sciabordano scompostamente sulle rive. |
Un voce, suadente, prende a strisciare nella mente di DREENYN, svenuta, passando la linea sottile che dal sogno conduce all’oblio: “Perchè la rinascita deve passare prima dal Chaos” strisciano le parole di MURMELN nella testa di DREENYN, mentre GOLDARK, intanto, fissa il proprio sguardo anche su GWATIRITH, oltre che sugli altri osservati in precedenza, raccogliendo in sé i poteri psionici che scaturiscono dalla magia di cui è composto, dalla sua stessa natura: “La vostra mente ottenebrata mi delizia, perché in essa costruirò il mio reame, dopo essermi cibato dei vostri ego, dopo avervi fatto saggiare il piacere della tortura, la dolcezza della schiavitù” conclude con la sua voce possente, mentre le ali continuano a sbattere smuovendo l’aria oltre le nubi nere frattanto che, all’orizzonte, molte sagome scure prendono a palesarsi, ancora piccoli puntini in avvicinamento. |
In parte nascosti dalla pioggia scrosciante AKASHIKAMI, ORONAR, QUASAR, NAEL-MORNH, KOVENANT, MORDER, LILIUM, MURMELN, AZRAIL, LHAAR, KRASCHKA e RECHSE, si avvicinano. I fulmini si riflettono sulle loro scaglie, illuminandoli a tratti e creando cosi dei riflessi colorati sul corpo di questi. Muovono le code tenute ben tese, assecondando i movimenti d’aria per non perdere l’assetto necessario a raggiungere GOLDARK. Le fauci semi-aperte di alcuni dei draghi che si avvicinano lasciano in mostra la fila di zanne, mentre sembrano quasi immergersi in una nube, scomparendo e ricomparendo poi, pochi istanti dopo, nei pressi di GOLDARK. GWATIRITH e DREENYN, feriti, perdono sangue, indebolendosi. |
MURMELN continua a sussurrare nella mente di DREENYN: “Non vi è equilibrio quando l’ordine sovrasta il chaos: le due forze devono equivalersi”. Intanto, GOLDARK non distoglie lo sguardo rosso dalle sue prede: GWATIRITIH, DREENYN, THEBLISTER e FELDOR mentre senza dire alcuna parola la sua mente si insinua in quelle dei QUATTRO BERSAGLI, entrandone in contatto e stabilendo con loro un contatto telepatico teso a distruggerne ogni singolo neurone; la FRANTUMAZIONE PSICHICA dei QUATTRO è in atto e lo rimarrà fin tanto che il Servente di Chaos manterrà la sua concentrazione. All’arrivo dei DODICI SEMIDIVINI, solo una parola rivolge loro, nelle loro menti: “CIPVSUWEVOH”. Il suo collo continua a mantenersi allungato in avanti, le ali continuano a sbattere aritmicamente e la coda si agita suadente, al di là delle nubi nere, squassate da tuoni e fulmini continui. |
GOLDARK ode le parole di THEHAUNTED, lasciando, finalmente, la propria morsa sulle menti dei QUATTRO BERSAGLI: DREENYN, THEBLISTER, FELDOR e GWATIRITH che, squassati dalla potenza del Servente di Chaos, non possono far altro se non rimanere immobili, immersi in uno stato di incoscienza, in una immobilità vegetativa che li rende inermi, inoltre, coloro che sono stati feriti dalla lotta che vede ancora protagonisti i presenti sulle rive del LAGO AVERNO, continuano ad indebolirsi per la perdita di sangue copiosa, che macchia il terreno bagnato dalla pioggia che ancora continua a cadere: “Schiavo, che dal Chaos si giunga all’Utopia che in esso, essa risplenda” comanda con la sua voce profonda nella mente di THEHAUNTED, sollevando infine, il collo ed il muso rostrato di denti aguzzi verso l’alto, dove, con potenti battiti d’ala che fan sì che il vento aumenti di intensità, prende a dirigersi, seguito dai DODICI SEMIDIVINI raggiunti ora anche da AKHOTHEEM, che maestosamente, in uno scintillio di colori dato dalla luce che si riflette sulle loro scaglie, prendono ad allontanarsi oltre le nubi nere. |
La battaglia continua lungo le sponde del lago, mentre tra le nubi ancora sconquassate da lampi e tuoni si allontanano le possenti figure dei draghi. Lo sbattere d’ali di questi sembra quasi provocare un vento contrastante il primo che, imperterrito, continua a soffiare e scuotere manti, vesti, e fronde degli alberi. Lentamente la pioggia sembra diminuire di intensità via via che il gruppo, capeggiato e guidato da GOLDARK si allontana, scomparendo nell’oscurità del cielo. |