La rinascita dell'Albero Bianco
Il Giardino delle Delizie
Prologo: | l'Albero Bianco degli Elfi Eldalië, distrutto in precedenza dall'azione congiunta dei Cavalieri Neri e loro alleati, è sempre rimasto nei cuori del popolo di Squirrel. Druidi, Congrega delle Streghe, Prescelti di Themis e gli stessi Eldalië, guidati dalla Regina Squirrel e dalla Sacerdotessa Laerenlee, celebrano un Rito ai Giardini durante il quale ... |
Piccoli scoiattoli attraversano la strada rapidamente, passando avanti a Tzamara prima, e Squirrel poi. Nell'erba alta i roditori cercano quindi di rifugiarsi per tentare di sfuggire, nel panico totale, dalla presenza degli esseri umani. |
I caldi raggi del sole illuminano i verdi fili d'erba che cresce rigogliosa, la smeraldina monotonia interrotta qua e la da macchie di colore, piccoli fiori di campo che sbocciano quasi ogni giorno colorando la distesa vellutata. Non una nuvola in cielo, a donar un po' d'ombra. |
Il calore e l'afa prodotti dal sole, alto nel cielo, e l'aria, a dir poco umida, sembrano voler scacciare quasi i presenti, infastidendoli con la loro insistenza estenuante. Ma tutto sembra comunque abbastanza tranquillo ai giardini. |
Alcune nuvole bianche, all'orizzonte, fanno lentamente la loro comparsa nel cielo limpido ed azzurro, trasportate dalla brezza che gentilmente accarezza le vesti delle figure presenti. Le fronde verdi degli alberi, ancora scosse, continuano ad emettere il classico fruscio che si espande nel luogo. |
L'aria calda del primo meriggio solletica piacevolmente le membra, mentre accompagna il familiare tepore lo scrosciare cristallino e dolce delle acque della Cascata delle delizie, poco distante. Il vociare intenso è stato più efficace di qualunque insetticida: non si trova traccia d'alcun animale nei paraggi. |
Sulla superficie cristallina del laghetto si riflettono i raggi del sole, colorandola d'argento di tanto in tanto. I rami del salice sfiorano delicatamente l'acqua, mentre qualche ninfea si lascia cullare placidamente dalle increspature che movimentano il lago e le sue acque fresche. |
Lentamente il bracciale al polso di Dharriel sembra come surriscaldarsi attorno alla sua pelle, sebbene il calore che emana non sia ancora così deciso da essere insopportabile. Dovrebbe provocarle solo un leggero fastidio, quasi simile a prurito. |
Il fremito che pervade il bracciale, poco prima quiescente sul polso di Dharriel, diviene simile ad un palpito che segue, battendo, le parole che fuoriescono dalle labbra di Squirrel, l'elfica Sovrana degli Eldalie. Riscalda la pelle della mezzelfa, incrinandosi appena. Qualche graffio appare sulla sua superficie. |
Il bracciale infin si spezza, con un sordo rumore che chiaro e forte giunge alle orecchie di Dhariell, mentre è malapena udibile a chi si trova attorno a lei. Un attimo dopo il monile cade a terra, come morto. Non brucia più, come si fosse spento. |
Di nuovo il metallo del bracciale ora sembra vibrare visibilmente a terra, tra i filetti d'erba davanti a Dhariell. Sembrerebbe come posseduto da un qualcosa di incantato, ma null asi riesce ancora a scorgere, solo il tremolìo che si fa sempre più visibile ed inquietante quasi. |
Dall'incrinatura del bracciale di Dhariell, un alto grido viene esalato verso il cielo, non lasciando il tempo di digerire gli avvenimenti che si susseguono, a lato dell'elfico rito che si svolge. Alcune piume di luce prendono vita, d'improvviso, folgori vengono scagliate dal bracciale a spezzare il silenzio. |
Il vento cessa di soffiare, d'improvviso, e la luce che sgorga dal bracciale di Dhariell prende vita e materia, sinuosa alza le proprie braccia. Il Lyliiraen, uccello d'antiche genti di cui ormai s'è persa memoria è sorto, nuovamente, nel suo candido manto piumato simile ad una comune fenice. Ma non di fiamma, vestito piuttosto di sole. |
Il piumaggio rilucente del Lyliiraen sembra luccicare sotto i riflessi dorati del sole, che si infrange sul suo dorso e sulle ali, ora spalancate e fatte vibrare sinuosamente. Una voce poi si sente, forte e decisa, provenire quasi dal nulla "MORTALI!! FERMI..." un tuono parrebbe,quasi a sovrastare il parlottare di chi assiste al vicino rito elfico. |
Il Lyliiraen, maestoso e elegante, si libbra leggero nell'aria, continuando a parlare. Il becco sempre immobile. "FERMATEVI." Ripete, quasi imperativo, mentre la luce gli scivola addosso quasi fosse liquida, facendo risplendere sempre più il chiaro e morbido piumaggio. Si sofferma poi con lo sguardo su Squirrel, per poi volarle incontro. |
Il corpo di luce ed il piumaggio di Sole del Lyliiraen sorvola la figura di Dharriel, fissandola con la coda dell'occhio scuro come la pece. Ora le ali della creatura si volgono verso l'Altare, verso Squirrel, ed il becco aguzzo ed aggrazziato, incorniciato dalla nobile portatura, viene diretto verso la Sovrana degli Elfi. |
Quel becco d'arancio colorato del Lyliiraen, ancora immobile, come fosse fatto di pietra, sembra comunque produrre la voce prorompente e perentoria che si sparge attorno all'altare elfico. "CHE STATE FACENDO, MORTALI? SACRIFICATE ALTRI ESSERI?? PER COSA?" domande l'una dietro l'altra, seguite da un silenzio sacrale. |
Il Lyliiraen getta la sua ombra su quel che resta dell'Albero bianco, le sue radici e la terra smossa. La voce del Lyliiraen, profonda come le viscere della terra, mormora, verso Squirrel, ma udibile a tutti la profezia. "LA SPERANZA PER LA MIA GENTE VERRA' PARTORITA DALLA TERRA, ED UN SACRIFICIO ETERNO SARA' COMPIUTO" |
"DOVETE INTERROMPERE QUESTO RITO, NON SIATE AFFRETTATI..." continua, deciso e diretto, il Lyliiraen, sempre rivolto a Squirrel e chi le sta attorno, mentre il piumaggio dorato ondeggia nell'aria, facendolo avvicinare alla base dell'Albero Bianco. |
Seguendo l'arcano rito per l'Albero, il Lyliiraen volge per l'ulrima volta lo sguardo a Dharriel. Sul viso dell'uccello si potrebbe leggere qualunque espressione, forse un saluto, o un addio in direzione della ladra, inclinando appena il becco ed aprendolo, gettando un roco mugolìo. Lentamente, le radici dell'Albero bianco iniziano a palpitare. |
Ora non si ode più il profetizzare continuo del Lyliiraen, egli sembra essersi ammutolito, in un silenzio sacrale e mistico quasi. Le radici dell'Albero tremano vistosamente sotto le sue zampe dorate, mentre la terra sussulta, prossima allo squarcio. |
Seguendo l'arcano modularsi del rito, la trasparenza del Lyliiraen palpita all'unisono con le voci, divenendo ora la sua forma lentamente più indistinta ed impalbabile. Forse una lacrima solca il viso dell'uccello di luce mentre una parola serpeggia ai Giardini, solleticando l'udito. "Sacrificio..sacrificio." Le radici dell'Albero bianco sono ora vive. |
I bagliori luminescenti di quel piumaggio prezioso brillano ora, sebbene l'ombra impedisca ai raggi del'astro di raggiungerlo. Il Lyliiraen e l'Albero sembrano ora una cosa sola, untiti da un'arcana forza misteriosa. Il tronco sembra rinvigorirsi lentamente, come rinascendo. |
Tutto accade in un'attimo mentre il rito continua a svolgersi, ed il Lyliiraen, uccello di luce purissima si spegne, ad ogni parola che viene detta. Dispiega le ali, e la grande copertura alare dà ben poca ombra ormai; ed in ultimo il grido che la creatura getta, a sigillo del Sacrificio che si sta compiendo. |
Ancora la terra non cessa di fremere, al di sotto di quel rito che procede innanzi agli occhi scuri del Lyliiraen. D'un colpo l'uccello sembra venir risucchiato verso il basso, trascinato dalla foga di quelle radici così vive. Svanisce, come per magia, lasciando dietro di l'eco del suo grido, ed un largo squarcio nel terreno. |
Ebbre le radici, del nettare e della materia del Lyliiraen, ora traboccano, colme sino all'orlo, riscaldandosi di nuova vita. La percezione solletica ognuno che sta nei pressi del Gazebo distrutto, e la vita e la linfa scorrono sulle radici dell'Albero bianco facendo mostrare dalla terra parte del tronco: sta rinascendo. |
Quella nuova forza par scuotere il busto dell'Albero che man mano fa la sua comparsa, mostrandosi in tutta la sua fierezza a chi osserva. I rami di colpo sembrano distendersi verso il cielo, addobbati di foglie rigogliose e larghe, come tante braccia bramose di luce, quella luce che lo stesso Lyliiraen ha ceduto. |
Come modellato dalle mani del vasaio esperto, signore di terra e fiumi, ecco che si forma l'Albero Bianco foglia su foglia candida, il fusto con il suo pallore argenteo e perfetto, la fragranza del suo legno e dei suoi fiori, chiusi in boccioli perfetti. E' lì ora, nuovamente, l'Albero bianco a vegliare sull'elfica gente. |
Come fatto di presioso e raro marmo, quell'albero candido che nuovamente si lascia baciare dalla luce calda del sole, continua a fuoriuscire dall'enorme squarcio del terreno, raggiungendo la sua altezza maestosa, dominando con le sue foglie di alabastro chi sosta sotto di lui. |
Il canto accompagna la crescita e lo sviluppo dell'ultimo groviglio ordinato di rami, finchè non si blocca del tutto ed il maestoso Albero Bianco è tornato, limpido e tinto di bianchissimo latte ed avorio. Il vento ne inaugura le fronde, baciandole con la sua aria tiepida del meriggio e cullandolo. |
Una voce silenziosa, che in realtà è solo frutto della sua immaginazione, forse, sembra come intonare un canto soave nella testa di AAILEEN, spingendola a volgersi verso l'enorme stazza della pallida Pianta, come se questa la richiamasse a se', attirandola. |
Ad AAILEEN si volge la voce della terra, il sussurro silvano dell'Albero bianco che usa la Druida come tramite per farsi udire all'esterno. "Non son più l'Albero bianco che rammentavate. Sono il frutto del sangue d'una creatura magica, e la mia linfa è nettare di pura magia." |
Pochi attimi di silenzio, prima che quella voce, solo ad AAILEEN udibile, riprenda a loquire. "L'Albero Bianco è nelle mie membra, unito all'essenza del Lucente Lyliiraen che per esso si è sacrificato, lasciandosi rapire dalla terra. La sua forza scorre dentro di me." sembra spiegare la pianta, con una serietà impressionante. |
Sussurra il vento, leggero, ritrovando le bianche fronde eburnee dell'Albero bianco. Lieta la natura ne accoglie nuovamente le sue radici. Un'ultimo singulto solletica i sensi di AAILEEN. "Sono una creatura senziente, sono il giudice, il Custode ed il Custodito. Sono l'Albero bianco degli Elfi. Ho vita e voce, non sono pianta nè foglia." |
Silenzio si sente soltanto. Un interminabile attimo di quiete e confusione allo stesso tempo, come se tutto si fosse bloccato al termine di quelle parole prodotte dal nulla ed affidate al vento. Poi, dopo poco, la natura par riprendere vita nei pressi dell'albero. Gli uccelli cinguettano ancora. |
Senza che nessuno ascolti all'orecchio di ..... come un zefiro di vento porta queste parole «Di quel che avete udito renderete memoria. Non lasciate che quanto a voi rivelato sia taciuto dalle vostre labbra» |
18 Apr 18:41 Aaileen ![]() |
L`Albero Bianco Anno VIII - Mese 1° - Giorno 10° E' rinato. Sotto gli occhi del popolo Eldar, dei cittadini presenti. L'Albero Bianco è tornato alla vita. Così la linfa di nuovo scorre dalle sue radici, il tronco si mostra in tutta la sua fierezza, la corteccia di tenero candore luccica come perla con rinnovato vigore. Pareva di scorgere il cuore dell'Albero palpitare, e come raggi d'argento la sua luce è cresciuta per poi diffondersi per tutti i giardini. Lì, dove ora i suoi rami tornano a conquistare il cielo e la sua maestosa altezza offre riparo alla calda carezza del sole, lì questo pomeriggio era riunita una rappresentanza del popolo elfico ed altri ancora. Raccolti in cerchio intorno a colui che sarebbe rinato, sotto la guida dell'ElenTari mia, nostra Regina Squirrel, attorniata dalla vigile scorta dei componenti della G.N.E. Oroblu, comandante Ranger, il consorte Joandir, comandante Dragol, Irykyn, i primi che ho riconosciuto. Anche la Notte più lunga e tenebrosa ha fine, e l'Alba sempre sorge, a rinnovare la vittoria della Luce sconfitta nel Tramonto. Queste le parole con cui l'ElenTari ha aperto il rito, per rendere onore a colui che è simbolo per gli elfi, e ancora di più per tutti coloro che percorrono il sentiero della Luce. Sì è ripercorsa la Notte. Sì è tornati con la mente alla Morte. Ed è al richiamo degli Oscuri che una figura dal cerchio si è mossa. Di nero vestita, ed elegante, così come ogni elfo, nelle sue movenze. Laerenlee. Dal suo manto è comparso un pugnale dall'elsa brunita, la lama ondulata, simile a lingua di fiamma. Rapida, l'arma fende l'aria all'altezza del petto di Hitomi, già nelle vicinanze di quanto rimaneva dell'antico Albero, quasi a sfiorandola. Al vederla cadere in terra, ecco Laerenlee lamentarsi della mancanza di forza degli elfi, provocando così la risposta e l'attacco di Squirrel. Ai deboli colpi dell'ElenTari si sono unite, alleandosi, nuove forze. Le Streghe, le Vestali, e i Druidi, nella mia persona. Una voce si è levata nel vano tentativo di interrompere quel rituale, la voce di un uccello simile ad una fenice, dal manto dorato come il sole, l'occhio scuro come la pece, il becco aguzzo ed aggraziato, dalla provenienza a me sconosciuta. Ci appella mortali. Tuona, imperioso, di fermarci, e s'avvicina all'ElenTari e alle radici dell'Albero. Ma le invocazioni proseguono, in pochi ancora prestano attenzione al cielo. Una profezia, la predizione che una nuova speranza per la sua gente verrà partorita dalla terra, così come un sacrificio eterno sarà compiuto. Queste le ultime parole pronunciate per bocca del volatile, prima di divenire tuttuno con l'Albero. E' questo il momento in cui egli ha ripreso vita. E` questo il giorno in cui le sue radici iniziano di nuovo a palpitare, e la terra fremente ha mostrato a tutti lo splendore del Bianco. Sotto i miei occhi, per mia mano si è rinnovata l'intesa ed il legame tra il popolo Eldar e l'Albero. Sangue si è mescolato a sangue, di Squirrel e Hitomi. Così come le loro mani si sono intrecciate per dar nuova forza alle radici, ora i loro destini sono legati alla sua vita. E il soave canto degli Eldar ha accompagnato la sua crescita, finchè anche l'ultimo e ordinato groviglio di rami non si è disteso nel cielo, cullato dalla brezza del tiepido vento, baciato dai caldi raggi del sole. Un ultimo compito, infine, mi è stato affidato, ed è volere di chi mi ha scelto che sia reso noto a tutte le genti. Le mie labbra non terranno il segreto, la mia mano non smetterà di scrivere. Non son più l`Albero Bianco che rammentavate. Sono il frutto del sangue d`una creatura magica, e la mia linfa è nettare di pura magia. L`Albero Bianco è nelle mie membra, unito all`essenza del Lucente Lyliiraen che per esso si è sacrificato, lasciandosi rapire dalla terra. La sua forza scorre dentro di me. Sono una creatura senziente, sono il giudice, il Custode ed il Custodito. Sono l`Albero Bianco degli Elfi. Ho vita e voce, non sono pianta nè foglia. Queste le parole che ho udito. Io sola, a quanto ho potuto verificare. Ma ne rendo memoria, così come è volere che sia. Da oggi, tutti gli Eldar e le altre genti potranno sedersi di nuovo sotto i rami del Bianco Albero. Namarië, ar Quitais. Aaileen Precettrice del Popolo degli Eldalië Druido Apprendista |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|