Canto Elfico
Il Presidio
Prologo: | durante l'epidemia di peste scatenata dall'esercito di Honorius che ci teneva sotto costante assedio; al Presidio alcuni soldati dei tre reggimenti di stanza, Atlantis, Thunder e Mistral, erano ammalati ma quella sera qualcosa allietò le loro sofferenze... |
La piana che si stende ad Ovest del Presidio militare è un oceano nero, in cui nulla si scorge, se non le torreggianti sagome delle Torri d'Assedio carbonizzate, che si ergono come scheletri di immani mostri. Distante, a circa un miglio e mezzo dai Bastioni Ponte, si scorgono i fuochi da campo delle Forze di Honorius, laddove questi si sono accampati, ormai quasi mezzo ciclo lunare fa. |
La voce di Lao accompagna il silenzio con la melanconica canzone, e la dolce melodia di tempi trascorsi pare cullare gli uomini ormai stanchi dai lunghi giorni di reclusione e d'assedio. Quando Ella cessa il canto, pare il silenzio farsi più greve, ora che il vento spira da Est, tenendo lontani i suoni e gli odori dell'Accampamento nemico. |
Come se il dolce canto le avesse svegliate, le stelle che compongono quella distante Costellazione che Lao ammirava sembrano animarsi, ingigantirsi, avvicinarsi al suo sguardo. Forse è solamente l'immaginazione che gioca questo scherzo, eppure sembra che divengano più luminose, rendendo più visibili i dettagli della piana. |
Al riprendere del melanconico canto di Lao, quelle che parevano stelle mutano la formazione, eran sovrapposte alla Costellazione degli Eldalie, ma col passare del tempo ed il loro avvicinarsi si mostrano essere piccole creature, forse spiriti della Natura così vicina agli Elfi. |
Continuano ad avvicinarsi al Presidio, quei piccoli spiriti elementari, dall'aspetto d'incorporee farfalle, belle come la più bella fata e sol di luce composta, come cinque stelle cadenti che si precipitano verso quel luogo che è diventato reclusione, tortura e sofferenza per i Militi qua tenuti in quarantena. |
I cinque spiriti elementali continuano ad avvicinarsi, ormai a poche braccia da Lao, a cui iniziano a volteggiare attorno, come a volerle esprimere il loro piacere per il suo canto. La luce che li compone cambia di colore continuamente, illuminando il volto bendato dell'Elfa d'ogni tono dell'iride. |
Delle cinque creature, tre restano a volteggiare attorno a Lao, sorridendo ed invitandola a non interrompere il canto, mentre due si staccano da lei, tuffandosi in quel galleggiare verso Irykyn e Caranthir come se le loro Anime li richiamassero a sè. Con cinque voci che paiono una sola iniziano ad intonare, priva di parole, la medesima melodia che l'Elfa intona. |
"Perchè mai tanta tristezza in una notte così dolce?" le cinque voci, come una sola, mormorano forse solo nella mente dei presenti. L'Estate è sbocciata in tutto il Suo Splendore, i Frutti maturano sugli alberi, ed i Fiori profumano l'Aria. E perchè portare maschere che privano di tal profumo?" A tutti i presenti vengono poste tali domande, seppure i piccoli spiriti si sian diretti verso i tre Elfi. |
Lao con la mano attraversa il piccolo spirito che prova a sfirare, eppure questo non si sposta. Quello che si è più staccato dal gruppo ormai ha raggiunto l'infereria, e volteggia attorno a Caranthir, osservandolo con un sorriso sul volto incantevole, magico. Irykyn è soggetto a medesimo trattamento, a poca distanza da Lao, e può scorgere le sembianze di fanciulla sui minuscoli volti delle luminose creature. |
Uno degli spiritelli rimasto attorno a Lao si scosta, dirigendo verso Kourahn e fissandolo incuriosito: "Chi è Honorius?" domandano ancora le cinque voci, fuse in una sola, carezzevole. Un'altra delle Creature va a raggiungere Kaday, e nuovamente tutti odono nella mente la voce: "Non si dovrebbe morire, quando l'Estate è sbocciata." E a queste parole tutti e cinque divengono improvvisamente tristi, e intonano un canto funebre, straziante eppure contenente speranza. |
La Creatura nei pressi di Irykyn avvicina la mano al suo volto, come a volerlo carezzare, seppure priva di sostanza: "Un tempo v'era l'albero dai frutti più dolci, dai fiori più profumati, dai colori più belli, e la Dea lo amava, e gli diede vita, e ne fece maschi e femmine. E questi vennero nomati Elfi. Non siate tristi, perchè anche nel momento più buio v'è speranza." Ancora una volta le cinque voci si fondono, per formare queste parole alla mente di ognuno. |
Lo spiritello che s'era portato verso Kourahn si allontana, dirigendo verso SilverWolf che si dirige a Torre Saggezza, e gli volteggia attorno qualche istante, prima di dirigere verso Wankar, come volesse portare un momento di serenità a quegli esseri così provati. Quello che volteggiava attorno a Caranthir, in infermeria, esce dalla finestra per volare al Varco, da LaPaz. |
"Noi non possiamo portare Vita o Morte, solamente speranza." Come in risposta a Kaday le cinque voci sussurrano. Così com'erano venuti, i cinque spiriti si radunano attorno a Lao, compiendo una danza leggera attorno alla sua figura: "Grazie per il Vostro canto, era bello." E iniziano ad alzarsi nel Cielo, verso la Costellazione degli Eldalie, a cui si sovrappongono. |
I cinque elementali della natura si allontanano, rimpicciolendo, forse divenendo stelle essi stessi, riportando il buio più nero sulla piana di Nathamer. Il vento gira, proveniente da sud ovest, ora, e con esso giunge l'odore del fumo, di sudore e di bestie, che proviene dal campo nemico, a ricordare che se anche la sera è stata quieta, ancora l'assedio si protrae. Rullare di distanti tamburi, o forse tonfi di chiara origine, giungono attutiti, portati da tal brezza. |
I fuochi da campo delle Forze di Honorius appaiono come rosse stelle nel nero oceano della piana, ed il cielo è trapuntato da un'infinità di piccole luci, che cangiano colore. I ritmici tonfi, di non chiara origine, portati dal vento, svaniscono, quando il vento gira nuovamente, allontanando l'odore insopportabile del campo nemico. |
L'attimo di serenità condotto dai cinque spiriti della natura è terminato, e nuovamente sono le vicine minacce a gravare sul cuore dei Militi, da troppo ormai reclusi dentro il Presidio. A ricordare ad ognuno il Presente le macerie del Pozzo, nel piazzale, e gli scheletri delle torri d'assedio anneriti dalle fiamme che le hanno distrutte. La notte incombe sul Presidio Militare, lasciando il dubbio di quel che porterà il nuovo giorno. |