Le Terre a Nord di Lot
Prologo: nei boschi a Nord di Lot sono state rinvenute tracce della presenza del conte Petrus, scomparso dalla città oramai da diverso tempo. I Leoni del Gran Priorato della Militia, dietro ordine del Gran Consiglio, organizzano un'esplorazione a Nord nella speranza di rinvenire tracce maggiormente tangibili del Conte ...
Le mura svettano alte alle spalle del sentiero finora percorso dalla piccola compagnia. Il sole è alto nel cielo e con i suoi raggi illumina intensamente il paesaggio che si estende a nord. L’aria è tersa, la temperatura elevata. In lontananza, diversi chilometri più a nord si intravedono i monti delle nebbie, sempre avvolti nel loro perenne manto di foschia. |
Il sentiero si estende placido e tranquillo davanti al gruppo di Leoni, perdendosi all’orizzonte oltre un piccolo dosso della pianura. Un vento caldo, che poco refrigerio porta nella calda giornata, soffia da sud quasi ad invitare i coraggiosi alla loro ricerca. |
Sul terreno diverse impronte attirano lo sguardo dell’elfo. Impronte di piedi, zoccoli e carri. Molte si allontanano nella loro stessa direzione, alcune tornano indietro, molto più rade ed all’apparenza provocate da piedi stanchi. |
Il cammino procede tranquillo, tra l’erba accarezzata dalla brezza alcuni piccoli animali rivelano a loro presenza con lievi e rassicuranti rumori. Superato il crinale di una morbida collina lo sguardo si estende ampliamente verso nord. Un boschetto di latifoglie è visibile a non molta distanza ed il sentiero sembra immergersi direttamente in esso. |
Il boschetto in breve tempo viene raggiunto dal primo degli esploratori. Il sentiero si immerge subito nell’ancor rada boscaglia. La luce del sole accarezza gaia le larghe e verdi foglie degli alberi creando un’atmosfera di evidente tranquillità. |
DAGHNARTH vede il fratello Xsayon osservarlo e si arresta
un attimo quasi inginocchiandosi per far cenno, volgendosi a Fokuz e Yuzar,
di lasciare più spazio tra lui e loro, ma di non interrompere la marcia...
Nel tranquillo silenzio del boschetto, interrotto soltando dai lievi rumori dei piccoli animali che vi vivono, l’attenzione di Xsayon viene attirato dal vibrante rumore di alcuni cespugli alla destra del sentiero. |
Dopo qualche balzo allegro tra i cespugli, un grosso animale dodato di folte corna ramificate si ferma al centro del sentiero, puntando lo sgaurdo sull’elfo in avanscoperta. Lo fissa apparentemente senza alcun timore per un lungo attimo, poi, saltellando, riprende la sua corsa nel bosco, allontanandosi alla sinistra del sentiero. |
Tutto sembra esser tranquillo. Il sentiero continua lungo il bosco che, man mano la compagnia si inoltra, sembra divenire sempre più fitto. |
Le tracce che si possono notare sul sentiero sono principalmente di animali. Tracce umane sono molto rare, in gran parte cancellate dall’intensa pioggia che alcuni giorni fa aveva colpito tutto il Granducato. |
Gli zoccoli dei cavalli, a contatto con il terreno duro del sentiero producono un rumore secco e regolare. Il suono non sembra stonare con l’ambiente, ma in ogni caso potrebbe esser udito a diverse decine di passi di distanza. |
Il boschetto ormai pare essersi trasformato in una fitta foresta. Gli alberi ostruiscono il passaggio dei raggi solari che solamente di tanto in tanto riescono a farsi strada tra le fronde creando effetti luminosi piuttosto strani, quasi inquietanti. |
Xsayon si arresta nel suo incedere e ripercorre a ritroso
i suoi passi avvicinandosi a DAGHNARTH...una volta giunto nei suoi pressi gli
sussurra qualche parola...
Yuzar vede il sentiero inoltrarsi nel fitto della foresta,
guardando innanzi a sè il confratello DAGHNARTH. D’improvviso vede tornare indietro
xsayon, proprio mentre vedeva farsi più fitta la vegetazione e meno solleggiato
il cammino
DAGHNARTH socchiude gli occhi nel cangiare della luce all’infittirsi
del bosco e osserva avvicinarsi Xsayon arrestandosi. Ascolta attentamente le
sue parole e si rilassa per un momento...
Fokuz dopo la breve galoppata che ha imposto a Spirit, ora
lo comanda a tenersi al trotto frenandolo un pò. Quindi allunga la mano sinistra
al collo del cavallo accarezzandolo dolcemente come a ringraziarlo. Osserva
la differenza di luminisatà avvenuta in breve tempo, percependo che si sono
inoltrati molto in quello che prima era solo un piccolo gruppo di vegetali.
Guarda in alto a scorge gli imponenti alberi. Le foglie ai suoi occhi appaiono
come un tetto che ricopre il sentiero e non permette di scrutare il sole. Quindi
dopo poco riabbassa lo sguardo.
DAGHNARTH accenna col capo a Xsayon e con passo leggero ma
veloce si muove allontanandosi da lui verso i Confratelli...facendo già segno
loro di arrestarsi col palmo aperto della destra avanti...
Il sentiero sembra piegare in una stretta curva poche decine di passi più avanti. La visuale è nascosta da una grande quercia cresciuta alla destra del sentiero. Il terreno del selciato è qui coperto da ciuffi d’erba fresca e da foglie cadute, che attutiscono i rumori dei cavalli. |
Un lieve rumore di legno spezzato sembra provenire dall’alto, dalla sinistra del sentiero, a non molta distanza da dove Xsayon si trova adesso. Una lieve imprecazione colpisce le orecchie dell’elfo subito seguita dal rumore dello scoccar di un arco. |
Una lunga freccia passa accanto a Daghnarth per poi conficcarsi nel tronco di un albero a poca distanza. I cavalli al passaggio del dardo iniziano a dimostrare segni di irrequietezza, scalpitano e scuotono la testa nitrendo. |
Due figure attirano lo sguardo dell’elfo Xsayon, accocolate su un albero a pochi passi di distanza. Entrambe impugnano un’arco lungo. Alle loro spalle, su altri alberi, altri movimenti sembrano rivelare la presenza di altri arcieri. |
Una delle due figure più vicine sembra aver avuto qualche intralcio nel muoversi sull’albero. A pochi centimetri da lei un ramo spezzato spiega il rumore udito dall’elfo poco prima. L’altra figura intanto incocca una seconda freccia, pronto a prender la mira e tirare. |
La freccia scoccata da Daghnarth mantiene una traiettoria tesa attraverso le molteplici fronde degli alberi. La vista gli è ostruita, ma un grido di dolore sembra confermare un colpo andato a segno. Alla vista di Xsayon, che meglio può vedere gli arceri, appare evidente che la figura in difficoltà è stata colpita, anche se solo di striscio, alla spalla destra. |
L’arciere con la freccia ormai incoccata nota di sfuggita i movimenti di Xsayon. Con prontezza sposta il bersaglio e quasi senza mirare scocca verso l’elfo. |
Pugnale e freccia si incrociano a mezz’aria. La freccia, più veloce, raggiunge il bersaglio, colpendo Xsayon sul braccio teso e provocandogli una profonda ferita poco sopra il polso. Il pugnale sembra iniziare la discesa troppo in anticipo, ma raggiunge anch’esso l’obiettivo ferendo l’arciere al polpaccio sinistro. Con un’imprecazione, lasciando cadere l’arco, l’arciere si mette seduto sulla biforcazione dei rami, stringendosi la ferita. |
I cavalli arretrati sul sentiero sembrano sempre più agitati. Si guardano attorno nitrendo spaventati. Un lieve rumore di sterpaglia attira l’attenzione dei due umani. |
La freccia scoccata da Daghnarth, a contatto con il legno dell’albero che colpisce, emette un suono sordo, accompagnato da un lamento e un gorgoglio. Il dardo è giunto per un colpo di fortuna all’altezza della gola dell’arciere chinato a stringer la ferita del pungale, trapassando il collo del malcapitato ed inchiodandolo all’albero. |
Altre due figure si palesano tra i cespugli, a terra. Sono alte ed all’apparenza robuste. Impugnano ciascuno una spada lunga, ammaccata ed intaccata dalla ruggine in diversi punti. |
L’altro arciere sembra intanto aver ripreso l’equilibrio. Dopo aver controllato la ferita alla spalla si gira verso il compagno e sgrana gli occhi notandone gli occhi spalancati nell’ultimo respiro prima della morte. Afferra quindi l’arco ed una freccia e con estrema rabbia si prepara ad incoccare. Un acuto grido parte dalle sue labbra "Per mio Fratelloooo!!!" |
Le due figure a piedi si avvicinano minacciosamente a Yuzar e Fokuz. Il sorriso che han sul volto sembra un attimo esitante all’urlo del compagno sull’albero. Stringono quindi più forte la presa sulle spade e partono in una breve corsa per attaccare gli umani che si trovan davanti. |
Le freccie di Daghnarth e del bandito sull’albero partono in sincronia. Nella foga del movimento, ancor sconvolto alla vista del fratello ucciso, l’arciere subito dopo aver scoccato pare perdere l’equilibrio. La freccia di Daghnarth si conficca nel tronco dell’albero che fino ad un attimo prima si trovava alle spalle del brigante. La freccia a lui diretta invece giunge precisa verso il suo addome, colpendolo in profondità nel fianco sinistro, pochi centimetri sopra il bacino. |
Il movimento di Yuzar pare andare a buon fine. Il guerriero che s’era lanciato su di lui appare per un attimo spiazzato dal non trovarsi più davanti l’avversario. La spada dell’altro cala nel frattempo verso Fokuz. |
Il colpo di Yuzar va a segno. Il fianco sinistro del brigante si apre in una vasta ferita mentre il sangue ne sprizza copiosamente macchiando le vesti di entrambi i contendenti. Con un rantolo di dolore il guerriero si piega su se stesso portando le mani alla ferita, mentre lascia cader la spada. |
La spada del brigante incontra quella di Fokuz poco sopra la sua testa. Il colpo fa notevolmente vibrare le lame ripercuotendosi sulle braccia di entrambi. Trovatosi bloccato il guerriero sposta leggermente il piede sinistro indietro e con la stessa mano pare cercar qualcosa appeso alla cintura. |
Sull’albero si vede ancora l’arciere inchiodato da una freccia al tronco. Il sangue continua a sgorgare abbondante dalla ferita nella sua gola, ma il brigante pare non aver più vita. L’altro arciere, caduto dall’albero non produce alcun suono, alcun movimento. Si intravede appena una parte del suo mantello aggrovigliata ai cespugli ai piedi dell’albero. |
Il secondo colpo di Yuzar colpisce potente l’avversario piegato in avanti. Una nuova ferita si apre sul suo corpo, spezzando le ossa del cranio del malcapitato con un rumore secco. |
Il brigante impegnato con Fokuz sgrana appena gli occhi nel veder la fine del compagno. Lascia che la spada venga scostata dal Leone mentre dalla cintura estrae un pugnale che rapidamente dirige con tutte le forze verso l’addome di Fokuz. |
Il movimento di Fokuz sembra quasi aver successo. La lama del pugnale gli scalfisce soltanto di striscio il ventre. L’avversario appare ora sbilanciato in avanti, completamente alla mercé del Leone. |
I cavalli scalpitano sempre più agitati ed eccitati alla vista ed all’odore del sangue. Si allontanano nitrendo di qualche metro ripercorrendo a ritroso il sentiero. |
Il brigante non fa in tempo a riprendere l’equilibrio prima d’esser colpito dal colpo di Fokuz. Con un grido di dolore si abbatte a terra accanto al compagno ormai morto. |
Yuzar senza difficoltà riesce a raggiungere i cavalli. Il sole infiltrandosi tra i rami gioca con la sua luce sul volto contratto di Daghnarth. La ferita, per quanto profonda, sembra lentamente diminuire il flusso del sangue in uscita. |
Xsayon
Confratello Yuzar...<lo chiama quasi urlando>
La schiena del brigante si inarca sotto l’ultimo colpo di Fokuz, per poi accasciarsi definitivamente al suolo, percorsa per ancora qualche istante da contrazioni e convulsioni. |
Sul piccolo sentiero all’interno del bosco pare esser calato il silenzio. Solo il rumore dei cavalli, i fiati corti dei combattenti ed i lamenti dei feriti spiccano nell’infinita quiete. |
Spirit all’udire il richiamo del padrone torna verso il luogo del combattimento. Il manto è sudato ed il cavallo appare ancora parecchio agitato. |
Spirit lentamente si calma alle carezze di Fokuz. Yuzar riesce a vedere poco più avanti lungo il sentiero i due compagni, entrambi feriti. Il sangue continua a colare dal braccio di Xsayon, mentre sembra quasi essersi fermato attorno alla freccia che esce dal fianco di Daghnarth. |
La freccia sembra non aver colpito importanti punti vitali di Daghnarth, ma potrebbe risultar pericoloso muoverlo troppo o cercar di estrarre la freccia. |
Con qualche difficoltà e profondo dolore per Daghnarth riescono ad issarlo a cavallo. La luce del sole intanto sembra farsi meno intensa, mentre lentamente l’astro inizia la sua discesa verso il tramonto. |
La natura attorno al gruppo, tranquillizzata, riprende nuovamente a dimostrarsi viva. Un uccellino canta saltellando su un ramo, mentre un piccolo roditore osserva curioso le movenze dei Leoni. |
ReNero, forse accorgendosi dell’urgenza e dell’importanza di un frettoloso ritorno a casa parte di buon passo, evitando per quanto gli è possibile di arrecar danno al passeggero. Il viaggio fino al Granducato non presenta alcuna difficoltà, né per chi cerca in ogni modo di raggiungerlo in fretta, né per gli altri che seguiranno con più calma. |
...alcuni giorni dopo...in bacheca...la lieta notizia...
25
Giu 23:18 Babbucchi ![]() |
Il Conte Petrus è Tornato! Ci trovavamo in taverna questa sera, una sera che agli occhi degli astanti pareva come molte altre..come sempre si beveva, si scherzava o semplicemente si colloquiava. Ad un tratto un rumore sordo, un tonfo che solamente i rappresentanti delle razze elfiche e mezzelfiche udirono…codesti si affacciarono alle finestre della taverna vedendo dinanzi a loro un vortice, che null’altro faceva se non aumentare lo stupore e la curiosità degli stessi, mentre gli altri cittadini, con uditi meno fini, chiedevano il perché di quello strano comportamento. Pochi secondi passarono ed uno straniero, con abiti logori, entrò in taverna. Non recava con sé alcuno stemma, né arma..aveva un viso consunto e provato dalla fame. In molti gli si posero innanzi, cercando di metterlo a suo agio..in primis il Cavaliere Errante Cebco, che tentò un dialogo con lo straniero il quale, sfortunatamente, era in preda ad un’amnesia che non gli lasciava altro nella mente che piccoli sprazzi di un passato a tutti ignoto. Ma dalle parole, seppur confuse, che lo straniero pronunciò trasparì un comportamento di certo inconsueto per uno straniero, più appropriato ad un nobile. Quelle parole, confuse e insicure, risuonarono più volte nella mente del Cavaliere dell’Arcana Saggezza Babbucchi, certo di averle già sentite in passato, seppur non rimembrando di aver mai visto quel volto prima. Fu allora che la Precettrice Sixie gli si avvicinò e, con voce calma e rassicurante, aiutò lo straniero nel tentativo di ricordare quei luoghi al quale sembravano, per un certo verso, ameni. Quando giunse la Prima Guardia Scelta Ludwinas, l`uomo si rivolse a lei, chiedendo di poter esser condotto alla corte della città. La guardia, per qualche motivo in lieve soggezione, acconsentì e condusse lo straniero all’interno del Palazzo Ducale…e fu uscendo dalla taverna che il figuro sconosciuto, passando a pochi passi dal Cavaliere Babbucchi, diede un volto a quelle sue parole: il volto del Conte Petrus! La gioia e l’incredulità si assalirono a vicenda, le parole vennero meno e null’altro il Cavaliere fece che seguire la Guardia portando con sé la Consigliera Valuccia, la Precettrice Sixie e ser Sirius…Arrivati a corte i pensieri stentavano a tornare nella mente del conte, e nemmeno lo stemma di Petrus, raffigurante una spada fra due asce, riuscì nell’impresa. Ma destino guidò la Precettrice Sixie, la quale, superando l’emozione, si chinò a pochi passi dall’uomo sussurrandogli un nome: Petrus. Questi trasalì, innervosendosi…iniziò a ripetere quel nome, quell’araldica..iniziò a ripetere “Conte Petrus…Conte Petrus…”…ed i presenti, aiutati da quel nome, diedero un senso a quei lineamenti del viso, a quel portamento, a quella voce e subito si inchinarono al conte in segno di rispetto e saluto. Rivolgendosi alla fata Precettrice infine, Petrus, ancor frastornato, le consegnò un bottone, un bottone raffigurante la spada e le due asce a lei accanto…l’unico segno, parole del conte, che era riuscito a mantenere con sé in tutti quegli anni. La Precettrice prese il bottone con sé, e tutti salutarono con gioia il ritorno di Petrus, tornato dopo anni in cittade dai suoi sudditi. Egli fu poi condotto dalla Prima Guardia Scelta Ludwinas nelle sue camere, ancora confuso, per riposare..e nel silenzio ora potrà ricordare, dando una risposta a tutte le sue domande. Questo è quello che avvenne in una sera che agli occhi degli astanti pareva come molte altre, ma che l’arrivo di un semplice straniero rese speciale ed unica! Veritas et Sapientia Sempre Babbucchi Cavaliere dell’Arcana Saggezza Casato MacAran Consigliere et Diplomatico clan Henderson |