Zizzino al Belvedere
Il Belvedere
Prologo: | continuano le apparizioni del Mago-Pittore Zizzino in cerca di nuove vittime per le sue tele, quel giorno al Belvedere luogo di passeggiate e scontri memorabili accade che ... |
Le nubi grigie si rincorrono nel cielo, laddove il vento spira impetuoso al contrario di quanto fa sul Granducato, dove l’aria è immobile ed umida. Il Sole è celato e con esso i suoi raggi anche se la temperatura non risente troppo della sua mancanza per via del mitigarsi della stagione che rotola mollemente verso la Primavera. |
Dal sentiero costeggiato da entrambi i lati da muretti merlati, è possibile ammirare il meraviglioso panorama della Cittadella che il Belvedere offre ai presenti. Affacciandosi al parapetto merlato si può ammirare a Nord l’altipiano denominato Picco o Acropoli che dir si voglia, laddove i Semidivini riposano con i loro Signori; a Sud, di contro, la popolare Piazza del Mercato dalla quale provengono rumori costanti di gente che vende ed altrettanta che compra ed odori aromatici e speziati che impregnano l’aria. |
Dal Vicolo dei Pegni un VECCHINO si inerpica ingobbito dagli anni e con passo lento, per raggiungere il Belvedere: i lunghi capelli bianchi sono sormontati da un baschetto rosso che richiama il camice di cui si riveste, del medesimo colore. La lunga barba, anch’essa bianca, ricade ordinata e pettinata sul pancione che spunta allegramente da sotto il camice. Il volto rubicondo, dalle guanciotte rosate, è sormontato da due occhietti celesti dall’espressione vispa e serena. Mentre con la mano sinistra detiene un blocchetto di pergamene intonse, con la destra rigira fra le dita un pennello dalle setole dorate mentre ancora avanza, approssimandosi all’inizio dei camminamenti merlati. |
Il VECCHINO gonfia le guanciotte nel sorridere a SERIDANIA che gli sfila accanto, così come sorride a NECAN, voltandosi allorché ne sente i passi dietro di sé, quindi si avvede del saluto di ELPHINES appressandosi alla fata con incedere lento: “Buona mattinata a Voi tutti” china il capo bianco verso i presenti: “Ma che luogo mirabile è questo?” sgrana gli occhietti azzurri, mentre si ferma riprendendo fiato, e prendendo ad osservarsi intorno: la mano destra che giocherella sempre con il pennello, facendoselo passare da un dito all’altro. |
Il VECCHINO dall’aria vivace, nonostante l’età avanzata e allegra che traspare da quelle guanciotte paffute e colorate di rosso, comincia a disegnare sul proprio blocchetto, che porta dinnanzi a se, con il pennello dalle setole dorate. Prende a immortalare come consuetudine le figure di MIZARD e ELPHINES, facendo particolare attenzione che occhi indiscreti non si posino sul proprio disegno: “Alcuni affermano che sia arte, quindi perché no, in un certo senso sono un artista. Sono un vecchio architetto e cerco di prendere ispirazioni da queste meravigliose opere sparse per il granducato, a proposito ma questo luogo ha un nome ?” Domanda con la sua voce squillante. |
Il VECCHINO continuando a dipingere le figure di ELPHINES e MIZARD che, cominciano ad impallidire nel volto e a sentirsi più deboli sulle gambe, risponde al PALADINO: “Bhè chiedete pure galantuomo e, se posso esservi d’aiuto, lo farò con piacere” la sua voce argentina si eleva mentre uno sguardo allegro rivolge anche a NECAN prendendo a dipingerlo con celerità, facendo scivolare le setole dorate del pennello sulla pergamena, dove, man mano, prendono forma le tre figure che, di contro, si sentono sempre più deboli sulle gambe e stanchi mentre la loro pelle comincia a divenire diafana ed evanescente. |
Il VECCHINO si avvede del movimento di NECAN e, muovendo un, fin troppo agile, passo verso sinistra ne evita il balzo, prendendo a borbottare qualcosa fra sé e sé mentre socchiude gli occhietti azzurri, smettendo di dipingere NECAN e continuando a dipingere MIZARD ed ELPHINES: man mano i corpi dei due soggetti ritratti prendono a svanire in macchie di colore, materializzandosi dentro la tela, nella quale vengono catturati. Allo stesso modo, il VECCHINO, perde consistenza divenendo aria e prendendo a scomparire, mentre le sue labbra continuano a bofonchiare sempre più insistentemente qualcosa fra loro e gli occhi man mano si socchiudono sempre più. |
Una risata si eleva ora sul Belvedere laddove poco prima era presente il VECCHINO ed erano presenti ELPHINES e MIZARD: “Voi cittadino sarete testimone della potenza di ZIZZINO il GRANDE! Andate in giro e raccontate alle genti della sua grandezza!” la voce argentina del MAGO continua a riecheggiare sempre più lontana, sempre più, fino a svanire e con essa, oltre ai corpi del PALADINO e della MAGA dalle bianche vesti, spariscono anche la tela, il pennello ed ogni oggetto in possesso del MAGO ZIZZINO, di cui ora rimane soltanto il ricordo. I due catturati, intanto, si ritrovano imprigionati all’interno della Tela in quel mondo magico che ora, è la loro prigione. |
Dopo aver lasciato il compito di diffondere quanto visto a NECAN, il MAGO ZIZZINO scompare nel nulla, dissolvendosi nell’aria. Al Belvedere tutto torna alla normalità, lasciando i camminamenti e le mura merlate alla loro solita tranquillità. ELPHINES e MIZARD, ormai imprigionati, non hanno lasciato nulla a testimoniare la loro presenza mentre le nuvole grigie continuano a rincorrersi nel cielo plumbeo, preannunciando l’imminenza di un temporale. |