Uno strano oggetto
Le Caverne di Lot
Prologo: | la quiete di quella notte alle Caverne è appena intaccata da uno strano accadere ... |
Piccole folate di vento attraversano l'aria della sera. La luce fredda delle stelle rischiara la notte lasciata orfana dalla luna. |
L'umidità all'interno delle caverne è intensa. Il rumore di alcune gocce d'acqua si ode di tanto in tanto, coperto dalle voci dei presenti. Le torce rischiano con fare lugubre il luogo, proiettando lunghe ombre sulle fredde pareti di pietra. |
Una folata di vento, più intensa delle altre, si fa largo tra le pareti di roccia, sfiorando il volto dei presenti. La fiamma delle torce trema flebile. |
Il vento sembra quasi un sussurro alle orecchie di Cenere. L'umidità all'interno del luogo si addensa e le parole dei presenti creano piccole nuvole di vapore nell'aria. |
La temperatura si abbassa sensibilmente. Il freddo si fa più intenso ed il rumore delle gocce d'acqua che cadono lente si insinua nelle orecchie dei presenti. Una folata di vento, più forte delle altre, spegne le torce all'interno delle caverne. |
Il vento giunge ancora, una seconda volta, ma una strana sensazione assale i presenti: sembra provenire dall'interno delle caverne e non dall'esterno trasportando il suono indistinto di una voce. |
Quello che oramai pare essere un sospiro continua ad avanzare lento «...eci andare» |
Gli occchi di Nevermind si abituano gradualmente al buio. Qualcosa pare muoversi nel fondo delle caverne. |
Una mano sembra poggiarsi sulla spalla di Dharya ed alcune parole le giungono dalle tenebre alle sue spalle «..iutaci Dharya» |
Il cunicolo del maniero sembra apposto. Nevermind giunge in prossimità dell'Armeria senza troppi intoppi. Una nera nube, sospinta dalle brezza esterna ricopre il cielo stellato, privando del tutto della luce il luogo. |
La presenza alle spalle di Dharya sembra farsi più flebile fino a scomparire. |
Cercando a tentoni con le mani il Cavaliere Nero riesce finalmente a trovare l'acciarino. |
Dopo pochi passi il Cavaliere nero si trova in prossimità di una torcia. In quel momento una nuova folata si fa largo, più fredda e pungente delle altre, simile ad un urlo stridulo soffocato con la forza «... ATECI VI PREGHIAMO...» |
Dopo alcuni tentativi la torcia in prossimità dell'Elfo si accende. La luce che essa emette è debole e fioca, quasi come se le tenebre, divenute vive, le impedissero di espandersi nella grotta. |
Il rumore di qualcosa, diverso dal resto, si ode tra le pareti: un oggetto che cade, rimbalza, proveniente dalla parete nord delle grotte. |
Un piccolo oggetto, non pienamente distinguibile entra nel campo visuale di Aroree rotolando sulla fredda roccia. |
Quello che la drow stringe tra le mani è una piccola palla di cuio. Nello stesso istante in cui le lo osserva il rumore di molte risate infantili proviene dal fondo della parete Nord. Voci eteree quasi impalpabili. |
Cenere oramai si trova in prossimità della parete Nord. |
Nevermind si trova a pochi passi di distanza dal Vendicatore. Qualcosa sembra attirare l'attenzione dei due, qualcosa che riflette appena la luce delle torce. |
Rivoli d'acqua, creati dall'umidità, scorrono verticalmente sulla parete, formando strane parole. Un'ultima folata avvolge i due, spegnendo la torcia appena un'istante dopo che Cenere abbia letto la parola: "GIOCO" |
Il vento ed i rumori gradualmente spariscono, solo il gocciolare ritmico dell'acqua continua imperterrito. La nube nera si scosta lenta scoprendo di nuovo il manto stellato. La torcia si accende, stavolta la luce si diffonde illuminando la parete ove la scritta è sparita. |