L'apparenza a volte inganna
La Vecchia Miniera ad Est
Prologo: | sembra solo uno strano personaggio dalla lunga treccia rossa quel che i Nani di Casa di Ferro si trovano innanzi quella sera, ma a volte l'apparenza inganna ... |
Terso il cielo, le poche nuvole che rapide ad alta quota si muovono. La temperatura mite per la stagione e il luogo invoglia a sostare all'esterno della miniera.I rumori naturali si susseguono senza posa senza peraltro infastidire i presenti, piccoli conigli saltellano tra il verde che sboccia alla nuova stagione. |
Dalla cima della montagna la neve si stacca sciogliendosi e i primi ruscelli si riempiono di chiare e fresche acque cristalline che gorgogliano allegre raggiungendo le pendici.Neve persiste nonostante il clima mite per la stagione e il luogo. |
Dall'ingresso della miniera si ode un boato e polvere sbuffando fuoriesce dai camini di areazione. Trema per un attimo la terra si che lo strato molle di neve scivoli verso terra trasportando il suo carico di sassi e alberi. Vero le pendici della montagna, in un luogo ove nessun danno crea alla miniera si ferma la slavina. |
Attravero la nube di polvere esce dalla MINIERA una FIGURA con le vesti lacere. Cammina lentamente, misurando i passi, dirigendosi circospetto verso la slavina prediligendo le zone d'ombra, silenzioso s'insinua tra le rocce guadagnando terreno. |
Raggiunta la slavina la FIGURA si sdraia sulla neve rabbrividendo, sul viso un espressione di disgusto, lo sguardo baluginante d'ira repressa sonda il luogo, la lunga treccia di capelli rosso fuoco, scarruffata sistema con cura sul petto lasciandosi cadere sulla neve e i detriti. |
La schiena inarcata rifuggendo per quel che può il contatto con la neve la FIGURA si contorce, lacere le vesti il suo urlo di dolore eleva "Ah..che male ..che dolore..le mie gambe..le mie braccia..che male che freddo..non ci vedo più" Urla come un ossesso cercando di attirar l'attenzione quel corpo disteso sulla neve della slavina. |
Le braccia agita continuando a lamentarsi la FIGURA distesa "Non c'è un..anima pia che mi possa aiutare" Sbraita"Dove sono...cosa mi è successo" Abile teatrante modula la voce cercando di instillare pietà nei presenti. |
Il capo solleva all'udir la voce di HODUR "Voi..mi aiuterete voi" Le braccia agita verso il NANO. "Sono..caduto..stavo scalando e ..devo aver messo un piede in fallo" LAcrimevole seppur nulla in lui dimostra debolezza, solo le vesti, sporche e lacere, il viso pallido ed emaciato a contrastar con il rosso della treccia, lunga, che raggiunge la cintola. |
"V O I mi aiuterete"scandisce le parole con cura l'umana FIGURA. "Se volete rivedere il sole domani mi aiuterete" Bassa la voce, melliflua si insinua nella mente di HODUR "Senza discutere come se fosse una vostra idea e non una mia imposizione..avete capito bene vero?" |
Roca risata si alza fino a raggiungere note acute "Roccia..io invece sono colui che la roccia distruggerà se non vi decidete ad aiutarmi" La schiena rialza dalla neve "Odio questo ..tutto questo" disgustato raccoglie la neve nelle mani portandola vicino alla bocca ed alitando su questa la scioglie. Nelle mani a coppa la neve passa istantaneamente dallo stato solido a quello gassoso al solo alitare dell'umana FIGURA "Poche ciance..aiutatemi ad allontanarmi da qui o mi vedrò costretto a ripagar la vostra...ospitalità distruggendo il luogo che fu mia dimora" |
"Vi ho detto di aiutarmi..O R A e subito..voglio andarmene e V O I mi aiuterete oppure.." Lo sguardo fissa sulla barba di HODUR. "E' il vostro orgoglio vero Roccia" sarcastico, gli occhi due fessure ardenti. "Ci tenete più della vostra vita e io...non chiedo la vostra vita o la vostra barba..chiedo solo di andarmene..con il vostro aiuto". |
"E come faccio.. non vedete.sono un povero.."sprezzante il tono "Uomo..che nulla può..Aiutatemi e io mi ricorderò di voi e non infierirò su voi e su quegli smidollati dei vostri..cugini, li chiamate cugini vero" La mano solleva ad indicare l'ingresso della caverna "Quelli..che attendono tremebondi.. per fortuna che ero solo io e non un esercito" Il capo scrolla, la treccia rossa che frusta l'aria raggiungendo la guancia di HODUR lasciando su di questa segno tra i peli della barba. "Prendetelo come un pagamento per la vostra ospitalità". Le vesti scrolla dalla neve e con agile movimento si alza in piedi. |
"Non vi ho toccato e non vi toccherò.. per ora" Ammicca verso HODUR. "Me ne vado..ma sentirete parlare di me" A terra sputa mirando verso i piedi di HODUR, rialzando il viso di BRENNON si avvede. "Avete chiamato rinforzi e non sono..rasoterra come voi..A presto rasoterra spocchioso e maleodorante..ricordate vi avevo avvisato..tornerò e non sarò così.. carino con voi e i vostri simili" Elastico il passo si dirige verso il portone. "Apriti portone è sufficiente o provvedete Voi" Autortitario, autorevole si impone ad HODUR."Voglio andarmene e subito chiaro" Glaciale, perfetta traettoria il suo dire come stiletto si insinua nella mente di HODUR distruggendone le difese a lungo provate. |
"Come si dice..ah si grazie" Le labbra socchiude soffiando un bacio simulato verso HODUR "Breve ma intenso il nostro incontro..spero sia stato appagante per voi come lo è stato per me..da tanto non parlavo con qualcuno" Verso BRENNON si volge prima di procedere verso il PORTONE "Grande prova di coraggio e amicizia la vostra..difenderli da un povero.." Lo sguardo scende sulla propria figura "DRAGO" Sibila appena udibile dall'ELFO "Disarmato..inerte..e senza cattive intenzioni" Sadico sorriso ne stira le labbra sottili. |
Non appena il portone si schiude l'umana figura dalla lunga treccia rossa lo attraversa, Potere mantenuto sopito quando lo sguardo di BRENNON incrocia il suo "Avete osato e siete sopravvissuto..si vede che troppo ho dormito..oppure che magnanimo son stato e ho ricambiato l'ospitalità..non sarà così la prossima volta" Come lingua di fuoco la voce che raggiunge BRENNON ed a lui l'ultimo sorriso prima di procedere spedito verso il sentiero, nel buio della notte che incombe. |
Alla dipartita dell'essere rivelatosi a BRENNON come DRAGO la montagna riprende la sua abituale normalità. Gli animali notturni tornano padroni del luogo e nulla vi è se non il ricordo degli accadimenti. |