Nominiamo i 12 Mesi
Il Palazzo delle Arti
Prologo: | i Mecenati premiano i Lottiani che han partecipato al concorso `Nominiamo i Dodici mesi`... |
E’ una fredda serata quella di stasera, il cielo scuro è coperto di nubi più o meno fitte dal colore plumbeo che oscurano l’ambiente nascondendo l’astro visibile della notte che rimane soltanto come un bagliore più accentuato dietro la trama di alcune nubi ben panciute, come pronte a grondare neve soffice. |
L’aria, gelida, è appena smossa da un leggero quanto persistente venticello che non dovrebbe infastidire in particolar modo i presenti se non che il freddo che porta va ad infilarsi, silenzioso e tacito, sotto le vesti forse ancora non adeguatamente calde considerate le temperature ben più alte dei giorni passati. |
Ondeggiano leggermente le grosse fiamme di diverse fiaccole poste a breve distanza l’una dall’altra su ambedue i lati del portico, per dar un po’ di luce al piazzale antistante ed al palazzo delle Arti che assume così un’aria abbastanza cupa e tetra, quasi le sue parti in marmo chiaro e legno rossastro avessero acquistato d’improvviso un colore più scuro e opprimente. |
Un soffio più forte di vento discosta di poco le nubi in cielo, facendo variare loro la forma ma scoprendo al contempo l’astro della notte che prende così ad illuminare, con la sua luce flebile e fredda, parte dello spiazzale e della zona verdeggiante circostante. |
Un lieve chiacchiericcio si ode nell’aria, sfumato dolcemente dalla brezza fredda che continua, costante ed imperterrita, gelata e fastidiosa, seppur delicata e leggera. Qualche animale è di certo nascosto nella boscaglia vicina poiché qualche movimento di nota di tanto in tanto tra i rami d’un albero o quelli d’un cespuglio. |
Vesti d’ogni colore si mischiano sui portici e sul piazzale, mescolandosi in un arcobaleno curioso, illuminato a tratti, e oscurato per altri, in modo affascinante dal tremolio delle fiamme. Il verso d’un gufo si fa udire in lontananza, di certo tra la boscaglia, come un richiamo acuto e breve. |
La figura della fata maschio TANTALO, ora in sembianze umane e per nulla distinguibile, risulta più in risalto per il gioco di luci ed ombre creato sulla sua veste blu e sui suoi tratti giovani, dato dalla posizione che egli ha sotto i portici. Questo dovrebbe consentire una migliore attenzione su di lui e sulla premiazione che sta per avvenire. |
La voce di TANTALO risuona grossa, stranamente, sorretta forse dal leggero e costante venticello che ancora persiste mentre annuncia il terzo classificato, e la sua voce fa un piccolo eco, eppure chiaro. “Il terzo Classificato vince, un certificato di partecipazione più 500 M.O,con " I 12 Mesi e le quattro Stagioni " Messere MOWSHAM” |
Un lieve suono d’applauso invade l’aria, mentre il vento riporta le nuvole a nascondere la luna in cielo ed oscurare così un po’ di più il palazzo delle Arti ed il suo spiazzo. Ma forse sorretta da quel vento, le parole del mecenate animatore Sarmor risuonano più evidenziate delle altre, mentre annuncia il secondo classificato “Al Secondo Posto abbiamo GALAPHINE! Et il Premio è niente poco di meno che. . . Una Piccola Tavola del Sapere!” |
Più intenso e forte stavolta s’ode lo scroscio dei battiti di mani che vanno ad esaltare il secondo vincitore del concorso che questa sera è in fase di premiazione. L’aria intanto, tra i presenti, dovrebbe farsi più d’attesa e sembra quasi che anche la natura trattenga il fiato tanto che il vento, finora perdurato costante, si affievolisce sino a scomparire del tutto, lasciando l’aria immobile, congelata nel freddo della sera. |
Pallida è la luna, scoperta solo per metà e troppo flebile la sua luce, troppo lontana. Sembra farsi più silenziosa la piccola piazza, come se l’attesa e la curiosità bloccassero il parlare e facessero concentrare l’attenzione dei più sul Mecenate Auctor TANTALO, la cui voce sembra ancora una volta predominare sulle altre, sicuramente grazie anche alla sua posizione sul portico, mentre annuncia il vincitore “Primo Classificato, del concorso " Nominiamo i 12 Mesi " e'... Messere MAZZARI”. |
La temperatura si mantiene costante, fredda al punto giusto per gelare l’acqua e trasformarla in neve e ghiaccio. Ma con gli applausi anche la natura pare risvegliarsi da quella breve attesa ed il vento riprende, stavolta più forte e più pungente, andando dispettoso ad alzare un poco la veste di BLESSED. |
Come avesse anima e pensiero proprio il vento, dispettoso pare e sembra voler giocare, scherzoso, con i presenti. Stavolta MAZZARI è la sua vittima, si infila infatti tra le vesti e smuove, scompigliandoli un po’, i suoi biondi capelli. |
Come se fosse infine soddisfatto, il vento riprende il suo soffiare leggero, poco fastidioso se non per la temperatura bassa e la natura torna ai suoi rumori soliti, poco udibili, soprattutto ora che sono sovrastati dalle voci dei numerosi presenti. Eppure, ad un udito più attento ed abile, dovrebbe risultar chiaro lo sbattere delle ali di qualche pennuto non troppo lontano. |
Una torcia, tra quelle più esterne e più esposte, si spegne, lasciando che la fiamma si pieghi sino a scomparire, d’un colpo, lasciando dietro di se una scia di fumo grigiastro che si leva nell’aria mosso dal flebile vento. La temperatura intanto pare alzarsi un poco, ma la sensazione potrebbe risultare falsata dal diminuire del vento. |
Un rumore di legno risuona nell’aria, strano e insolito tra le sole voci e i suoni della natura. Esso è infatti causato da un cartellone, una tavola di legno rettangolare, su cui, a grosse lettere di tempera blu, è stato scritto “Giorno 21° Mese 8° Anno IX, premiazione del concorso “Cantate la razza mezzelfica”. Non Mancate!”. |
La luna ora è mostrata per intero, non più celata da alcuna nuvola, sebbene non lo sarà per molto, poiché altre le stanno vicine e pian piano, col soffio del vento, le si avvicinano. L’astro si mostra in perfetta metà, bianco e di tenue luce, a rischiarar accanto a se quante timida e lontana stella. |