Il Soffio della non vita
Il Lago Averno
Prologo: | i Custodi della Morte mettono in atto un blasfemo rituale studiato dal Dominus Arcani e dalla Diacona Arcani tramite il quale riescono a rianimare creature defunte infondendo in loro il "Soffio della Non Vita" ... |
La giornata volge al termine e malinconica lascia il ricordo del Sole che l’ha illuminata in una arcobaleno di colori che ad occidente adornano la volta celeste ora d’indaco, d’ambra e d’oro tinteggiata. Verso Est il fantasma della Luna che si staglia bianco sulle volute che già si colorano di blu e viola, preannuncia la notte e con essa anche la prima stella del vespro che brilla solitaria, come fosse un diamante, riflettendo la sua luce sulle acque placide del Lago Averno che sciabordano serenamente sulle rive, spandendo soavi odori di loto. |
I fiori di Loto che popolano la superficie del Lago rimangono immobili, così come l’aria che sembra rimanere sospesa e incantata nell’osservare quel luogo tetro e malinconico, in quelle acque nerastre dalle sfumature violacee che riflettano il color del cielo che comincia a colorarsi di blu. Sulle rive del Lago Averno si scorgono ancora, i resti del Golem di Pietra, abbattuto diversi tramonti fa, in forma di polvere granulosa dal color turchese, data l’azione degli agenti atmosferici che ne hanno ossidato le parti ramate. |
In una delle zone d’ombra nei pressi delle rive del lago, create dalla notte che avanza, una macchia più scura sembra formarsi nell’aria, tremolando come se fosse composta d’aria calda ed ingrandendosi sempre di più, rivela ben presto di essere un portale. Emerge molto lentamente un piedistallo e su di esso un antico tomo, aperto sul leggio, dalle cui pagine prende forma un volto disumano, scavato nelle fattezze e caratterizzato da un’ampia bocca aperta, provvista di denti aguzzi e logorati, in un muto grido e due occhi sottili dall’espressione perennemente inquieta. |
Il nerastro portale posizionato alle spalle del libro, rimane sospeso in aria, mentre il singolare essere che emerge dalle pagine ingiallite, comincia a muovere la strana bocca come se avesse intenzione di proferir parola, verso gli STREGONI che hanno raggiunto le rive del Lago Averno: “Venite a me, figli dell’Ars Arcana, questa sera, rappresenterà una serata di grandi scoperte, di conoscenza e di potere per voi”Modula quelle parole il libro, con un tono di voce rauco e cavernoso, cercando di attirare l’attenzione degli stregoni stanziati nei pressi delle rive. |
Lo strano spellbook continua ad osservare con quegli strani occhi sottili ed inquietanti i presenti, rivolgendosi a tutti, senza scegliere una figura in particolare a cui donare la propria attenzione: “Questa sera i vostri intenti, non potranno essere partoriti senza il mio prezioso aiuto, non ponetevi quesiti sulla mia venuta, cogliete la grande occasione che vi offro e agite come il vostro animo vi comanda” Continuano a fuoriuscire dallo strano essere, altre parole mentre sposta lo sguardo verso i resti del Golem di Pietra, presenti nei pressi delle Rive: “Raccogliete i resti del Golem di Pietra e utilizzateli questa sera e i vostri progetti prenderanno vita”. |
Il volto creato dalle pagine del tomo, si deforma ogni qual volta pronuncia ogni singola parola, con strane smorfie simili a quelle di dolore e stizza: “Disponetele come il vostro intuito vi suggerisce, perché sarà proprio quello che si affiderà alle mie parole. Arriverà il giorno in cui verrò a riscuotere il dovuto e a donarvi nel caso il potere che i vostri animi bramano da sempre. Sappiatemi aspettare, il domani non è così lontano” Dopo quelle parole, il piedistallo comincia a dissolversi, assieme al portale, posto alle sue spalle. La macchia nerastra comincia a diminuire di dimensione, sino a diventare pari a quella di un pugno, lasciando sparire lo strano tomo. |
In un battito di ciglia anche il Portale svanisce, lasciando nell'aria densa che circonda il Lago solo il ricordo di quelle parole. Gli STREGONI recuperano la polvere lasciata dal GOLEM, avidi di conoscenza e di sapere, seguendo così i consigli del Libro. Silenzio carico di attesa accompagna i loro gesti e le parole di FOROCHEL e DRAUKUL invece di spezzarlo sembrano renderlo più imponente. |
Le parole di Kwaku si alzano imperiose mentre, seguendo le parole del LIBRO, apparso al momento giusto per lasciare il suo messaggio e poi scomparso nuovamente nel nulla, avanza sulla riva, tra le dita la polvere del GOLEM. Un PENTAGONO viene tracciato a terra, simbolo degli elementi che tutto permeano. Simbolo importante e dal sapore arcano. Dai sacchi odore di morte si sente e tra le mani degli STREGONI fanno la loro comparsa piccoli corpi di animali, privi di vita, le testoline che dondolano inquietanti al movimento cui sono sottoposti. |
Terribile olezzo fuoriesce dal sacco sul quale NAJAL si piega, spandendosi come una nube mefitica tutto intorno. FOROCHEL segna con il corpo dell'albanella il punto in cui VESPIRIA traccerà un nuovo PENTACOLO mentre già SAFYRA ha iniziato a tracciarne un altro. TRE i segni del potere in terra a fare bella mostra di sé sulla riva dove solo gli STREGONI questa sera sembrano trovarsi. |
Le ali bordate di nero dell'ALBANELLA disegnano una sorta di confine del piccolo corpicino senza vita, la testolina piccola dagli occhi sbarrati che sembra fissare FOROCHEL. I TRE PENTACOLI sono tracciati e dai sacchi vengono tirati fuori strani corpi che sembrano messi insieme con estrema fantasia. Kwaku sembra dirigere quelli che sono i preparativi per un oscuro rituale, annunciandone i passi da compiere. |
FOROCHEL posiziona il corpo del volatile sul PENTACOLO, le ali aperte che quella stessa figura richiamano. SAFYRA intanto dispone le candele sulle punte di quel simbolo, una su ciascun angolo. DRAUKUL sparge la polvere di GOLEM rimasta sul cadavere prescelto e piano la brezza la solleva in un mulinello, facendola poi ricadere su quel corpo senza vita. Kwaku continua a guidare i gesti di NAJAL mentre VESPIRIA, portato a termine il compito affidatole, attende silenziosa altre direttive. |
SAFYRA accende le cinque CANDELE poste sulle punte del PENTACOLO voluto da DRAUKUL e dai cinque angoli fiammelle si elevano verso il cielo, sfrigolando piano. Profumo di alloro, rosa, garofano ed altre specie vegetali si spande nell'aria della sera, in competizione con l'aspro e stomacante odore dei cadaveri. Note fiorite che forse poco si addicono alla situazione, ma che in esse contengono i segreti della forza e della mente. Il taglio prodotto da Kwaku sull'indice, si colora di rosso sangue che piano scivola oltre la ferita, mentre le parole di DRAUKUL sottolineano l'atmosfera di attesa che va creandosi. |
Le parole di NAJAL sottolineano le note profumate che nell'aria si spandono, donando loro un nome. VESPIRIA, silenziosa e accorta, dispone anch'ella le cinque candele sui vertici della STELLA a cinque punte, per poi arretrare. FOROCHEL imita il gesto di Kwaku ma il suo sangue fuoriesce più velocemente, tingendo il dito di rosso cupo per poi discendere in pesanti gocce. DRAUKUL passa sul palmo lo stiletto per ottenere il medesimo risultato ma la vitae stenta a fuoriuscire, seppur di scuro si sottolineano le linee della mano. NAJAL lascia il Pentacolo e Kwaku cerca di arginare la fuoriuscita, ponendo sotto il dito ferito il palmo dell'altra mano. Infine il momento atteso sembra giunto e, come richiamata, una lieve brezza giunge a sollevare da quei corpi la nauseabonda puzza, rendendo l'aria più respirabile. |
Sul petto dell'albanella, rosso spicca un simbolo, disegnato con precisione da FOROCHEL. Medesimo simbolo, pregno di potere e di mistero, viene dipinto da DRAUKUL sul cuore e sulla fronte del cadavere posto sul pentacolo e contornato dalle candele accese, le cui fiamme tremolanti contribuiscono a metterne in risalto le forme disarmoniche. Anche il sangue di Kwaku va a tracciare lo stesso simbolo sul cadavere che ha innanzi, sulla fronte, sul cuore ed infine sul palmo del cadavere. Muore la brezza, d'improvviso come era giunta, e la fiamma delle candele accese illumina, ora ferma, la scena. |
I tre pENTACOLI su cui giacciono le cavie, illuminati dalla luce delle candele che la notte oramai giunta rischiarano, si offrono sfacciatamente agli sguardi. Deforme l'uno e disposto ad arte sul pentacolo a terra disegnato. Figura pietosa il cadavere dell'albanella su cui spicca, rosso cupo, il marchio disegnato con il sangue. Sale la concentrazione, lentamente all'inizio, ma all'unisono. |
Energia si accumula, richiamata dai tre CUSTOS, potente e prepotente. Una sorta di nebbiolina scura discende su quello spazio che per l'occasione sembra essere stato adibito ad altare di una Magia potente e sconosciuta ancora. |
La nebbia avvolge le tre figure e i tre PENTACOLI su cui i cadaveri giacciono senza vita. Dai SIMBOLI oscuri tracciati con il sange sui loro corpi una LUCE dalle violacee sfumature si innalza, illuminando i visi e le figure dei tre CUSTOS. La NEBBIA sembra concentrarsi sui pentacoli e prendere più corpo, annerendosi e contorcendosi. Tre FUSI NERI si disegnano e volteggiano sui tre Altari improvvisati e lentamente in quei corpi senza vita si insinuano, penetrando in ogni cavità. Gli occhi dapprima senza vita delle tre creature si sbarrano e vita entra in esse. La carne di cui i muscoli e le ossa sono coperti comincia a corrodersi, lasciando visibili dapprima le fasce muscolari dove presenti e poi ossa e tendini. Volano via le piume del volatile, librandosi piano nell'aria della sera e atterrando nelle acque del lago, dolcemente, per poi svanire in quelle acque minacciose. Mutano gli esseri cui vita è stata donata e qualche arto si muove, in uno scatto, a testimoniarlo. Si contrae e si espande il corpo dell'UCCELLO, ricoprendo il Pentacolo e dando vita ad uno ZOMBIE, mentre degli altri due solo ossa bianche, rilucenti alla luce calda delle candele, restano: DUE SCHELETRI che in uno scatto muovono la testa. |
DRAUKUL impartisce il primo ordine alla sua creatura la quale, accompagnata da un inquietante scricchiolio, si tira in piedi, restando a fatica in equilibrio, come se non fosse abituata a gestire quel "corpo". La mascella si apre ma nessun suono viene emesso, mancando allo SCHELETRO le corde vocali e tutto quanto serve per emettere suoni. Muti i tre servi ma apparentemente obbedienti. La mano di Kwaku per ultima si risveglia e le dita si muovono in un ticchettio monotono. La nebbia che era apparsa piano svanisce, sospinta via dalla brezza, e solo i resti di quella inquietante cerimonia ed i suoi frutti restano sulle sponde del Lago. |