Lo strano cavaliere...
Il Palazzo delle Arti
Prologo: | e sera ormai inoltrata al Palazzo delle Arti e mentre alcuni Druidi s'intrattengono con dei cittadini uno strano cavaliere s'avvicina ad alcuni appartenenti la Gilda degli OScuri Stregoni e ... |
Una coperta di nubi nasconde la luna calante nel cielo, la luce della quale riflette le ombre delle nubi sul Piazzale del Palazzo delle Arti. Questo è illuminato da qualche torcia situata sulla parete esterna del Palazzo, le quali emanano anche un odore di bruciato percepibile soprattutto dalle razze con l'odorato sensibile. Un'aria tiepida, ferma, in equilibrio in una serata tranquilla. |
Sul sentiero che proviene dal giardino, ad Est, un paio di conigli sbucano da un cespuglio e annusano l'erba. Rivolgono qualche occhiata qui e là prima di voltarsi e tornare a nascondersi nel cespuglio dal quale erano sbucati a riportare in equilibrio la situazione iniziale. Il vociar dei presenti è udibile fin dal sentiero, ad est, e fin troppo chiaramente s'ode uno scalpitio di zoccoli sul terreno. |
Rumore di zoccoli che si fa sempre più chiaro, fino a che sul sentiero non appare in lontananza la figura di un cavaliere che si avvicina al trotto. Il cavallo di colore bianco, con un telo sul dorso, al di sotto della sella, di colore azzurro. Man mano che si avvicina è visibile anche il cavaliere: un giovane uomo biondo, di bell'aspetto, con occhi azzurri. La schiena diritta, cavalcando con una postura da vero e proprio nobile. Si limita a tenere gli occhi sui presenti, fermando l'andatura del cavallo appena raggiunge il limite del Piazzale. |
Il Cavaliere nota le occhiate varie che gli vengono rivolte, ma non ci fa caso. Non dice nulla, per ora, mantenendo un'espressione seria in viso. Con un colpo di tacco sprona il cavallo ad avanzare verso il centro della piazza, al passo, con uno sguardo critico soffermandosi su ogni presente nel Piazzale. Focalizza infine gli occhi chiari su Celadine, ancora in silenzio, mentre dirige il destriero verso la Custos Mortis. |
Tira leggermente le briglie, il Cavaliere, facendo fermare il proprio destriero ad un paio di metri da Celadine. La guarda, dall'alto della sua cavalcatura, studiandone la minuta figura con attenzione minuziosa, sempre mantenendo quell'espressione severa su un viso giovane, ma all'apparenza privo di sentimenti: le guance incavate, gli occhi chiari spenti e una visibile cicatrice che percorre in obliquo la guancia sinistra. "Lieta Serata" sibila il Cavaliere, rimanendo a guardare in viso la Custos Mortis. In risposta a KWAKU, un'occhiata soltanto, rapida, priva di un reale significato. |
Di nuovo il Cavaliere fa per rivolgersi alla Custos Mortis Celadine, biascicando appena qualche parola: “Ditemi .. che posto è questo?” Non si guarda attorno, solo concentrandosi sul viso della Custos, forse con eccessiva attenzione. Il cavallo, da parte sua, non sembra esser troppo interessato agli accadimenti: volta il capo di lato, sbuffando appena. Il Cavaliere, lentamente, sposta una mano sul collo dell'animale e, con la lentezza di chi ha secoli da spendere, inizia ad accarezzare il manto bianco. |
Si prende qualche attimo per osservare lo spostamento di KWAKU, il Cavaliere, ancora però senza rivolgergli parola. Rimane fermo dov'è, sulla sua cavalcatura dal colore puro. Prima di rivolger di nuovo parola a Celadine, si volta verso SAFYRA, a lei rivolgendo un cenno del capo. "In realtà .. non saprei. Sono nuovo di qui" e torna a guardare CELANDINE, riprendendo a parlare: "Venite spesso qui?" |
Il Cavaliere è vestito completamente di azzurro: un paio di calzoni di cuoio, una camicia di lino e una giacchetta, di una tonalità più scura rispetto al resto dei vestiti. I capelli sono corti, biondo platino, a far da cornice ad un viso pallido e smunto, che mostra più anni di quelli che ha in realtà. "Henry de laFayette. Voi sareste .. ?" lascia la frase in sospeso, il Cavaliere, per lasciare che Celadine si presenti da se. Il cavallo, al gesto di KWAKU, protende in avanti il muso per annusare la mano, con cautela, ancora senza sfiorarla. Il CAVALIERE, dal canto suo, si limita a scoccare a KWAKU un'occhiata rapida. |
"Di solito ciò che non ha nessun valore è la prima cosa che viene data via. Come mai Voi tenete nascosto ciò che definite poco importante?" sospetto nelle parole del CAVALIERE vestito d'azzurro. Il CAVALLO fa dunque per appoggiare il muso alla mano di KWAKU, ma viene richiamato da HENRY che, con un leggero strattone alle briglie, fa voltare il capo al cavallo, allontanandolo dalla mano dell'Umano, cui rivolge una rapida occhiata ricolma di diffidenza. "Docile e stupido, se casca in simili tranelli" risponde a SAFYRA. Indi fa per tornare a rivolgersi a Celadine, con un cenno del capo indicando SAFYRA e KWAKU. "Sono Custodi della Morte anche loro?" |
"Potrei dire la stessa cosa a Voi, Custode" risponde a KWAKU con irritazione, poi continuando: "E per favore, smettete di importunare il mio cavallo". Un sorriso sarcastico, forse la prima manifestazione di vita del viso. Si volta dunque verso SAFYRA, ascoltando quel che dice in silenzio, fissandola insistentemente. Un leggero chinare del capo, per poi aprir bocca a rispondere al DISCIPULUS nel deviar già l'attenzione a Celadine: "Percorrete al meglio la Vostra strada e non lasciateVi importunare da passanti opportunisti. Quanto a Voi" or rivolgendosi a CELANDINE: "Qualsiasi cosa che è utile per il mio fine, è degna d'essere utilizzata, anche se non mia". Tira ancora le briglie, facendo indietreggiare il cavallo di un paio di passi. |
Stavolta non risponde a KWAKU, limitandosi ad annuire un paio di volte, quasi non avesse neanche sentito. Rimane dunque a guardare Celadine, alzando la mano sinistra a grattare la guancia su cui è presente la cicatrice, mentre ascolta quel che ella dice, in silenzio rispettoso. Pare avere particolare riguardo nei confronti della Custos Mortis. "Come darVi torto, Milady Celadine. Ora credo che proseguirò la mia passeggiata". Piega il capo in avanti, concedendo anche un sorriso alla Custos Mortis. "Lieta serata a voi tutti, Custodi e Discepola", saluta pure SAFYRA nell'udir il suo congedarsi, per poi spronare il cavallo a girarsi verso il sentiero da cui era venuto, con un'andatura lenta. |
Man mano che s'allontana, la figura del CAVALIERE svanisce pian piano nel nulla fino ad uniformarsi all'aria del Piazzale, senza lasciare traccia alcuna del suo passaggio. È possibile udire il rumore degli zoccoli del destriero che tamburellano freneticamente il terreno nell'aumentare della velocità, eppure agli occhi non c'è nessun riscontro. Il Piazzale a poco a poco, con la dipartita dei Custodi e del Discipulus, torna ad impadronirsi della tranquillità della notte. |