In difesa di Evengard
- terza parte -
Le Torri di Evengard
Prologo: | Evengard, città a NordOvest di Lot, è in guerra con la vicina Kandal, ormai allo stremo chiede aiuto a Lot e un'ampia coalizione di Gilde e Clan lottiani parte alla volta della città amica per portare il proprio aiuto. Il secondo giorno i Lottiani sono già ad Evengard ad organizzare le difese ... |
Il Sovrano annuisce alle parole dei presenti, rinnovando il suo sorriso verso Rhoda. "Siamo lieti che finalmente ci abbiate raggiunti.. Purtroppo il pericolo di un ulteriore attacco e imminente..." mormora l elfo con fare dispiaciuto, perdendo il suo sguardo nel vuoto. |
I militi che hanno poc’anzi scortato il sovrano rimangono silenti, mantenendo la marziale postura, ascoltando, tuttavia, con discrezione le parole scambiate tra il proprio re ed i presenti. Nel mentre, ecco che il falco che fino qualche tempo fa aveva accompagnato il manipolo, torna a volare alto nel cielo. |
Alle parole di Rhoda il Sovrano sembra risvegliarsi, concentrandosi sul volto di lei. "Distruzione e distruzione, Elfa mia..." dice con un velo di sofferenza. "Siamo troppo deboli per difenderci da soli... Per questo abbisognamo del vostro prezioso aiuto!" il tono rimane pacato, l espressione del viso sincera e distesa. |
In lontananza, lungo la stradina percorsa poc’anzi dal manipolo si ode provenire un sordo canglore di zoccoli che si sussegue con grande rapidità. Tale suono riecheggia nel luogo, facendosi sempre più forte, segno che la fonte dello stesso è in avvicinamento. Infatti, finalmente, sebbene non distintamente, si scorge la sagoma di un cavaliere che sembra dirigersi verso la cittadina. |
Il cavaliere si fa sempre piu prossimo all entrata, mentre il cavallo non pare volersi arrestare, pur scorgendo chiaramente il nutrito gruppo di presenti. "Ohhh!!" sbotta poi l elfo a cavallo, tirando le redini ed interrompendo bruscamente la corsa dell equino che, obbediente, si blocca dopo poco. |
“Sire” sentenzia quindi il nuovo giunto in direzione del Re, senza mostrare cura alcuna per i presenti. “Ho un messaggio molto importante quanto urgente per Voi”. Così dicendo leva verso il cielo una gialla e logora pergamena. |
“Vi ringrazio! Davvero gentile da parte Vostra” proferisce con riconoscenza il Re verso Rhoda per poi portare la propria attenzione sul messaggero. “Ditemi” sentenzia quindi, ora, con apprensione. |
Quindi, avuta l’attenzione del proprio Re il messaggero prende a parlare: “Voronwer mio Sire, vi scrivo dalla terra di Imlach, cuscinetto tra la Bianca Evengard e la Nera kandal, io e i compagni abbiamo cercato di fronteggiare l’ esercito che da kandal avanzava diretto a Evengard. Molti di noi sono morti. Io e il resto delle milizie abbiamo dovuto ripiegare per evitare un massacro certo” Breve pausa cala tra le parole del nuovo giunto. |
Quindi, dopo breve il messaggero prosegue con voce alta, udibile anche dai presenti: “Alle prime di luci del giorno, l`esercito sarà lì mio Sire, non solo uomini ma strane e orrende bestie dovrete prepararvi a fronteggiare. Noi ci muoviamo verso Evengard, ma dubito che riusciremo a raggiungervi in tempo nelle nostre condizioni, costretti a muover a piedi… ma noi Arriveremo”. Termina, ora, la lettura per poi aggiungere: “Reca la firma di Ghunter, Capo delle Milizie di Evengard”. |
Tace ora il messaggero, mentre il suo apatico sguardo fissa la figura del Re, rimasto silente dopo aver udito le parole del suo suddito. “No!” sbotta ora “No!” ripete picchiando con rabbia il piede destro sul terreno secco ed arido. “Maledizione!” |
Il messaggero volge prontamente la sua attenzione ad Alex86, sentendosi chiamare. “No, straniero. Nessuna diavoleria. Solo un grande esercito, ma...” una breve pausa cala tra le sue parole “...è possibile che nel mentre si siano rinforzati.” |
"Signori signori..." dice il Sovrano per richiamare l attenzione dei presenti "Dobbiamo stare calmi, ma prepararci al peggio, nel caso non dovessere raggiungerci in tempo..." il tono è sempre più dispiaciuto ed affranto. "Siete con noi?" dimanda poi impaurito, come se temesse di venire abbandonato. |
“Temo di no. Sono troppi e se lasciassimi la nostra cittadella, essa rimarrebbe sicuramente sguarinita e preda facile di attacchi. E ciò non possiamo permetterlo” Quindi ora si volge verso Rhoda “Non saprei, ho solo osservato da lontano il combattimento, non saprei darVi una risposta ben precisa”. |
Il Re nuovamente prende parola, sostenuto dalle risposte positive che riceve. "Venite Signori, avanzate pure... Ci sono delle stalle dove far riposare i vostri cavalli e dei magazzini dove depositare i carri..." dice cordiale, seppure ancora irrequieto, per poi voltarsi verso gli elfi che lo seguono, facendo loro un cenno di intesa. |
Il Re prende quindi, seguito dalla propria scorta, ad allontanarsi, dirigendosi verso il Castello. “Andiamo, abbiamo una notte per organizzare la difesa. Non possiamo perdere tempo.” Rapidamente la figura reale scompare alla vista dei presenti. |
Ad ovest sono visibile le costruzioni, un poco pericolanti, di stalle e magazzini. Lì il gruppo troverà ampio spazio dove depositare i propri carri e tutto ciò di cui necessitano, trovando anche delle ampie sale per dormire. |
La temperatura è sempre mite, mentre il vento continua a soffiare lieve. Tutto torna a tacere nella cittadella e la quiete è rotta solo dal vociare dei presenti, confuso e flebile. La luna, con il suo cinereo bagliore, osserva con apparente disinteresse le vicente terrene. |
La sentinella, che per tutto il tempo ha assistito alla conversazione, attende che tutti facciano ingresso all interno delle mura, preparandosi a far sollevare il ponte levatoio. Nel frattempo la notte avanza serena. |
Lentamente e con gran canglore il ponte levatoio si alza, cigolando, andando, così, a chiudere l’accesso alla cittadella, difesa da un fossato, colmo d’acqua putrida. |
Tutto pare tranquillo all interno delle mura, seppure lo spettacolo inquietante di armi arrugginite e rovinate a terra non smetta di colpire gli occhi dei presenti. Le stelle brillano nel cielo nero, accompagnate dalla madre luna, illuminando, assieme alle torce, i presenti e i loro carri. |
Soffia il vento della notte tra le alte fronde degli alberi, che crescono attorno all imponente quanto massiccia costruzione custodita dai membri della spedizione. Pallida la luna nel cielo, irradia la sua argentea luce, in questa notte quieta. |
Rumoreggia l aria delle voci di coloro che abitano la roccaforte, mentre il vento porta con se nelle sue corse invisibili, odori e profumi che si elevano dalla vegetazione circostante. |
Oltre le alte mura, dalla torre a sud - est, è possibile vedere metri e metri sotto la merlatura, un movimento dabbasso tra i folti cespugli che improvvisamente si scuotono, producendo nella quiete della notte baccano. |
Dai cespugli scossi metri e metri sotto la merlatura del perimetro a sud - est della fortificazione, emerge con un veloce e agile salto un daino adulto, inseguito da un enorme e famelico lupo nero. |
Nella zona a sud - est della fortificazione esterna, metri e metri al di sotto della merlatura, il daino adulto inseguito dal lupo famelico lancia un grido di terrore e dolore, quando le fauci del canide raggiungono la zampa anteriore destra, lacerandone in parte la muscolatura. |
All interno delle mura della fortificazione, regna la quiete, solo le voci dei presenti ancora svegli in questa tarda ora, armonizzano di vita l aria serena, attraversata da un buon profumo di cibo, lasciato a cucinare su un dei fuochi ancor accesi; che possono essere visti da coloro che ancor si trovano a passeggiar o discorrere in queste ore. Il Daino accusa il morso del lupo, ma con un guizzo riesce a porre qualche metro di distanza tra lui e la fiera. |
Distante nel cielo, come se fosse tentuta in sospensione da fili invisibili, la luna silente sembra osservar i mutamenti che si ricreano in moto eterno nel paesaggio sottostante. Scarta al suolo tra i cespugli il Daino, mentre il lupo lancia un ululato a richiamare i fratelli di branco. |
La freccia scoccata da Array sibila nell aria, tagliandola veloce, andando a piantarsi nel fianco del lupo, il cui ululato si smorza diventando un grido inumano, quando la fiera caracolla al suolo morente. Il daino seppur ferito e zoppicante si rifugia nel sottobosco, lasciando dietro di se una scia di macchie scure. |
Il cielo sembra affacciarsi nella sue infinita estensione sui territori che si aprono ed estendono attorno alla roccaforte, simile a macchia scura e tetra in apparenza, ma viva di presenze in questa sera caratterizzata da una temperatura fredda e pungente. Alto nel cielo si forma un sibilo distante, proveniente da Nord - est. |
Il sibilo crescente si fa tagliando l aria fredda, in quel cielo che sembra un mare scuro senza fine in quel bacio che lo lega effimeramente all orizzonte. L argentea luce lunare va d improvviso a carezzare un puntino lontano nel cielo, in veloce e scintillante avvicinamento. |
Come sospinto dal tocco leggero del vento quello che distante ha la parvenza di un puntino scintillante sotto la luce della luna, si rivela come un Drago dalle chiare scaglie, che veloce danza nell aria, lasciandosi trasportare dal suo potere in un veloce sorvolo delle terre che circondano la fortificazione difesa. |
Al passaggio del Drago, gli animali che popolano le distese nude di vegetazione prendono a fuggire verso i boschetti e i cespugli in cerca di riparo. Il Drago distende con grazia le lunghe e artigliate ali, lanciandosi in una cabrata veloce, seguita da un fluido movimento del flessuoso collo, e da una frustata di coda. |
Attraversa il cielo il Drago dalle scaglie chiare, attraversando in un soffio una semitrasparente nube con quella grazia che contraddistingue i semidivini. Poi l alato, ripiega le lunghe ali contro i fianchi, lasciandosi scivolare in una veloce picchiata, contigua ad un avvitamento al limite della gravita terrestre. |
Il Drago dalla lunghezza ora paragonabile ad una trentina di metri, riapre con forza le lunghe ali sbattendole con forza, riprendendo quota in un movimento basculante sul suo asse di beccehggio, avanti e indietro, mentre il flessuoso collo si abbassa, in quel gesto scelto dal semidivino per meglio osservare la roccaforte al di sotto del suo volo. |
I profumi e gli odori che si alzano dai territori che si estendono attorno alla roccaforte, arrivano a sfiorare anche i sensi del Drago che silente, ormai giunto al di sopra della roccaforte la sorvola ridistendendo le lunghe ali in un volteggio ampio. |
L ombra immensa del Drago dalle scaglie che ora risultano allo sguardo come scintillanti e simili all argento, sorvola coem se non avesse peso al di sopra della roccaforte, osservandola quietamente, in quel volo in apparenza tranquillo. Infin il Drago proferisce versbo, con una voce melodiosa e femminile "Difesi e protetti dalla Dea Voi siete... ed io sono una messaggera per Voi". |
Volteggia silente il Drago dalle scaglie di un lucente e puro argento, in quel suo volo che in apparenza sembra senza peso, sostenuto da mani invisibili. Nuovamente la voce melodiosa della creatura rende accesa l aria fredda della notte "Vi chiede di credere sempre in lei, perche ella Vi osserva, e difende con il suo amore". |
Scivola veloce nell aria quella che dalla voce risulta una femmina di Drago, coperta da scaglie simili all argento piu puro, abbacinante lucore sotto la luna. Corre veloce l immensa ombra del semidivino, che veloce sembra rincorrere i venti inviisbili e freddi della notte. Nuovamente la voce melodiosa di donna s apre la via nel cielo, "Pregate.. e sperate, poiche il cuore che crede e che puro resta, e l arma piu forte che possa scacciar le tenebre e il male". |
Il Drago femmina sembra sorridere in modo arcano, come solo i semidivini posson fare, mentre con un scrollone del grosso capo lascia che qualche scaglia simile all argento si stacchino dalla sommita del capo, lasciandole precipitare nella loro grandezza pari a placche grandi come monete , ma sottili come il vetro, resistenti come solo le scaglie vere di drago posson essere, verso il suolo. Nuovamente le lunghe ali sbattono con potenza, lasciando salire velocemente in alto il semidivino che tace. |
Veloce e silenzioso il Drago femmina si invola nel cielo, svanendo alla vista in pochi, fugaci minuti. resta così l ombra del passaggio del Drago, e le parola sue, che sembran ancor echeggiare nelle menti. |