Le sette operazioni alchemiche
La Cantina della Taverna
Prologo: | dopo i recenti avvenimenti nel Laboratorio Alchemico una strana maledizione sembra aver avvolto gli Alchimisti, la comparsa di segni cabalistici su ciascuno di loro sembra intossicarli e debilitarli, come se quei segni risucchiassero la loro vitalità. Solo i Soffiatori ne sono immuni. E' così che si decide di provare un rimedio, grazie all’ausilio del Primario dei Cerusici Uyo e del Maestro Erborista Sevelaron, quella sera presso il Laboratorio segreto sotto la Cantina della Taverna del Viandante, ma ... |
La pioggia scroscia sul Granducato mossa dal vento di grecale che spira ininterrotto. I cittadini, quindi, trovano nella Taverna, quest’oggi in particolar modo, un luogo sicuro e caldo nel quale ripararsi. Gremito risulta, infatti, l’ampio salone nel quale si possono percepire chiaramente gli odori del vino e del luppolo della birra che rallegrano le genti presenti immerse in piacevoli chiacchierate. |
Percorrendo le scale scricchiolanti e tarlate alcuni cittadini si spostano dalla Taverna alla Cantina, per trovare un luogo più tranquillo nel quale scambiare le proprie chiacchiere e perché no, rivelarsi i propri segreti. Grandi botti dalle quali proviene un odore acre ed aromatico di mosto e vino pregiato, ed enoteche in legno nelle quali sostano bottiglie pregiate ed impolverate, accolgono i pochi presenti, seduti ai loro tavoli, nella penombra offerta dai giochi di luce delle candele. L’elfo TIPHARETH, nel frattempo casca per terra, quando tenta quel improbabile balzo per superare SIKRAN. |
La rustica e umida Cantina del viandante, comincia ad animarsi con nuove presenze che si apprestano a scendere le scale. Gli alchimisti, nel frattempo, avanzano nei cunicolo sotterranei dirigendosi di gran carriera verso il laboratorio segreto, scavato nelle fondamenta della Cantina. L’elfo TIPHARETH riceve un calcio al costato da SHANES, rimanendo per terra sulle scale, mentre l’umano SIKRAN sfodera la lunga, che non riesce a puntare alla schiena dell’elfo, per l’eccessiva fretta. |
Il soffiatore ELROMIDAN guida la cerusica UYO e l’erborista SEVELARON nei pressi della botola, nascondendosi alla vista dei presenti che stanziano all’interno della Cantina, dietro delle grandi botti stracolme di vino, avvantaggiati dal trambusto venutosi a creare nei pressi delle scale e per l’allegria che VANCUBERT e RAENNE sotto l’effetto dell’alcool, sprigionano con le loro movenze e parole. |
La cerusica UYO e l’erborista SEVELARON, cominciano a scendere le scale che conducono nel laboratorio segreto, accolti all’ingresso del cunicolo scavato nelle fondamenta della cantina dall’alchimista Sertanchien, che apre la botola segreta. |
Dinnanzi agl’occhi della cerusica e dell’erborista, appare finalmente il laboratorio segreto degl’alchimisti, tipica sala di studiosi, dove è possibile ammirare diverse librerie poste nei pressi delle pareti, stracolme di libri polverosi e pergamene ingiallite, tavoli enormi ove sono sparsi alambicchi e ampolle dalle diverse forme, contenenti sostanze svariate. La sala del laboratorio è illuminata da delle torce, che creano diversi giochi di luce ed ombra e dove l’aria è viziata dall’odore acre del vino che proviene dalla cantina e dalla polvere che regna incontrastata. |
All’interno del laboratorio segreto dei piccoli roditori camminano aderenti alle pareti alla ricerca di qualche pergamena da mordicchiare, un ottimo spuntino per quei piccoli esseri, che squittiscono attirando su di loro, l’attenzione dei figli dell’Ars alchemica e dei due ospiti. |
I figli dell’Ars alchemica colpiti dalla maledizione, PENELOPE, ILIANPHOENIX e LOTRHRON sono indeboliti e intossicati dai sigilli dei quattro elementi, posti sulla base dei loro colli, come fossero marchiati a fuoco. Una forte febbre e un sensibile intorpidimento ha colpito i loro corpi, debilitandoli notevolmente. |
Gli alchimisti assieme alla collaborazione della cerusica UYO e all’erborista SEVELARON, cercano delle possibili soluzione a quella maledizione a loro ancora sconosciuta, che si è rivelata con un malessere fisico, caratterizzato: da un fastidioso prurito in principio e da forte febbre e sensibile indebolimento in seguito. I figli dell’Ars alchemica riuniti nel laboratorio segreto, cercano di opporsi a quel fardello che grava sulle loro teste, mentre gli effetti della maledizione sono chiaramente visibili, nelle figure di ILIANPHOENIX, SABRAR, PENELOPE e LOTRHON. |
Il primario dei Cerusici UYO e l’erborista maestro SEVELARON, cominciano ad esaminare ILIANPHOENIX che presenta il sigillo dell’acqua, come se fosse marchiato a fuoco alla base del proprio collo, nella parte posteriore: un triangolo equilatero con il vertice rivolto verso il basso. I restanti alchimisti osservano in religioso silenzio lo svolgersi dei fatti, sperando in una cura a quella maledizione. |
La maledizione grava anche su LOTRHRON che presenta nello stesso punto di ILIAPHOENIX il sigillo della terra, simile a quello della non vivente se non fosse per un segmento che la taglia in due parti trasversalmente; su PENELOPE che presenta il sigillo dell’aria, un triangolo equilatero con il vertice rivolto verso l’alto, attraversato anch’esso da un segmento trasversalmente e su SABRAR che presenta il sigillo del fuoco, un triangolo equilatero con il vertice rivolto verso l’alto. Segni singolari per un banale malanno, che per di più attacca anche razze non viventi. |
Il primario dei Cerusici UYO fa affidamento alle proprie conoscenze dell’Arte medica, cominciando a versare dell’olio di borragine sul sigillo della vampira ILIANPHOENIX, mentre si consulta con il Maestro erborista SEVELARON e la stessa Mentore che si appresa a curare. Le tre diverse arti si ritrovano a confronto in quello scenario suggestivo, caratterizzato dai cinque alchimisti colpiti dalla maledizione e da quei tavoli pieni di ampolle e alambicchi, ognuna è ben rappresentata dalle diverse figure presenti. Appena l’olio va a contatto con il sigillo, questo comincia ad assumere una colorazione più viva, come se il marchio fosse caldo, mentre sui colli di ALFRED, KEMISH, SERTANCHIEN prendono ad apparire, nella parte posteriore, rispettivamente i sigilli di fuoco, terra e aria, accompagnati da un’irresistibile desiderio di grattarsi per tutto il corpo. |
Continuano le cure del primario UYO, che versa del rinfrescante sul sigillo di ILIANPHOENIX, dal simbolo della non vivente che raffigura l’acqua, comincia ad alzarsi del fumo di color grigiastro, così come succede a SABRAR, PENELOPE e LOTHRON. ALFRED, KEMISH e SERTANCHIEN, nel frattempo, dopo la comparsa dei sigilli sui loro colli, cominciano ad avvertire gli stessi sintomi degl’alchimisti, toccati dalla maledizione precedentemente: una forte febbre e un sensibile intorpidimento degl’arti, superiori e inferiori, che fa si che riescano a stare a malapena in eretta postura. |
Il fumo che sembra uscire dai sigilli dei quattro elementi, comincia a diradarsi nell’aria, per poi entrare nelle narici degl’interessati, che cominceranno ad avvertire una spossatezza maggiore, stessa sorte tocca ad ALFRED, KEMISH e SERTANCHIEN, poiché anche dai loro sigilli comincia a fuoriuscire lo stesso fumo grogiastro. I sigilli sembrano aver preso vita, risucchiando l’energia vitale dei prescelti dalla maledizione. |
Sotto gli increduli occhi dei soffiatori, della cerusica UYO e dell’erborista SEVELARON, gli alchimisti toccati dalla maledizione non possono far altro che abbandonarsi a quel effetto malefico dei sigilli dei quattro elementi, che continuano a succhiare le loro energie vitali, lasciandoli quasi in fin di vita. Quel fumo nero si dirada nell’aria, scemando pian, piano mentre i sigilli assumono una colorazione sempre più viva. |
I soffiatori cercano di aiutare gli alchimisti colti da quel apparente e inspiegabile malessere, mentre dalle loro menti cominciano ad affiorare, seppur in maniera confusa, molteplici soluzioni a quella singolare vicenda. L’Arte alchemica, l’arte medica e l’arte delle erbe questa sera, nel laboratorio segreto degl’alchimisti, non hanno fatto affiorare nessun barlume di speranza, anzi non hanno fatto altro che aumentare i poteri di quei sigilli, apparsi sui colli dei figli dell’Ars alchemica per incanto. Le condizioni degl’alchimisti cominciano a stabilizzarsi, portando un minimo di sollievo nei loro corpi, i sigilli sembrano divertirsi con loro, pungolandoli con i loro effetti. |
I sigilli nel momento in cui portano un po’ di sollievo agl’alchimisti, donando loro dei poteri, associati alle operazioni alchemiche che si manifestando, inizialmente, su SERTANCHIEN su cui grava il potere della Soluzione, che nel momento in cui sfiora la base della sedia su cui si siede, trasforma una parte del legno in liquido. A SABRAR è toccato il potere dell’Unione, a PENELOPE quello della putrefazione, a ALFRED quello della coagulazione, a ILIANPHENIX quello della sublimazione e a KEMISH, infine, quello della distillazione, seppur non si sono manifestati ancora. |
L’esperto di Veleni SERTANCHIEN al semplice tatto, con la sedia su cui ricercava un comodo appoggio, riesce a trasformarla in parte in liquido, grazie al potere della SOLUZIONE, che il sigillo gli ha conferito. Identità sorte cadrà sugli alchimisti colpiti dalla maledizione, che osserveranno gli effetti dei loro poteri al semplice tatto delle proprie mani con oggetti o liquidi. Naturalmente stessa sorte grava su LOTRHRON, poiché l’operazione CALCINAZIONE si è impossessato del suo corpo, grazie al proprio sigillo. |
I figli dell’Ars alchemica, ignari della maledizione su cui sono incappati, cercano vane soluzione a quel malessere e a quei nuovi poteri, che da questa sera in avanti segnerà le loro esistenze, poiché tutto ciò che toccheranno con mani, sarà trasformato in base all’operazione alchemica che si è impossessato dei loro corpi, di cui hanno avuto un piccolo assaggio, grazie all’esperto di Veleni SERTANCHIEN e alla vampira ILIANPHOENIX. |