In difesa di Evengard
Le Torri di Evengard
Prologo: | Evengard, città a NordOvest di Lot, è in guerra con la vicina Kandal, ormai allo stremo chiede aiuto a Lot e un'ampia coalizione di Gilde e Clan lottiani parte alla volta della città amica per portare il proprio aiuto. Il secondo giorno i Lottiani sono già ad Evengard ad organizzare le difese ... |
L aria, calda, dolcemente soffia e sbuffa in spirali voluttuose del vento che solletica ed accarezza la cute e le chiome. Dalle fronde degli arbusti, sottili ed esili tanto da parere busti femminili aggraziati, si dipartono le ultime foglie secche, congelate prima che riuscissero a toccare suolo. |
Il vento che soffia, delizioso e zuppo degli odori silvani e primaverili, solletica i sensi, inebriandoli di dolci sensazioni, più che contrastanti con gli avvenimenti della sera precedente. Qualche radice ancora, smossa dal terriccio durante la notte, riposa in posizione innaturale in superfice. |
Il vento smuove un basso cespuglio e le sue foglioline ancora giovani e toccate dalla rugiada setosa. Una sensazione potrebbe pervadere Galmor ed i suoi acuti sensi elfici, forse di un ombra che veloce passa dietro di lui, sfiorandogli le spalle, poi svanisce così come era venuta, dissolvendosi nel vento. |
Il vento continua a far palpitare le foglie ed i rami, creando il fruscìo dolce che smuove i pollini e gli odori, facendoli arrivare, golosi, sino ai sensi. Il sole lascia filtrare placido i suoi raggi toccando con le sue dita di luce ogni forma ed ombra, inghiottendo le ultime nel suo calore accecante. |
Alle spalle di Galmor, vi è la solita conformazione rocciosa della radura ed i suoi picchi innaturali ed alieni, simili a paesaggi da sogno o che trovano collocazione in lune obliate. E su una roccia, spigolosa, una mano eburnea si aggrappa con le sue dita sottilissime come aghi di pino. |
La mano sulla roccia rimane inerte, come morta, seppure la presa sulla roccia è tale da porre in rilievo le vene e la tensione dei nervi, ben saldi e forti. Non si vede altro se non roccie e sassi, spigolosi frammenti di sottobosco e qualche tronco anziano mozzato da accette inesperte. |
Passa qualche attimo, forse il padrone della mano poggiata sulla roccia ode i movimenti di Galmor avvicinarsi e tenta di nascondersi, forse inutilmente. Il sottobosco dietro alle rocce si muove, d improvviso, poco dopo l ultimo passo dell elfo, smorzato appena dal vento flebile che soffia, in direzione opposta. |
Un ombra scura che prima era palesata fra le rocce è svanita, anch essa insieme alla mano per inoltrarsi nella foresta che cinge, come braccia di madre amorevoli, l accampamento. Il vento soffia, imperturbabile, lambendo gli alberi e riportando una tranquillità tanto effimera e dolce. |