La Battaglia ai Pinnacoli
- Seconda Parte -
I Pinnacoli
Prologo: | nei pressi dell'accampamento fortificato delle Forze di Honorius un cruento scontro tra gli eserciti che si fronteggiano, malgrado l'aiuto della magia degli Sciamani di Honorius le forze dell'antico nemico sono sconfitte ... |
La notte si fa alta tra le nubi che coprono appena una splendente e dorata Luna. Scivolano le nuvole mentre una leggera brezza si alza per il luogo, le tende dell’accampamento viaggiano come piccole onde accarezzate dal vento. |
Tra le alte formazioni rocciose, si ode, in lontananza una sinistra nenia che giunge alle orecchie trasportata dalla leggera brezza. Appare non troppo lontana, ed il suo suono pare avvicinarsi rapidamente. |
E’ un attimo di pace mentre la nenia canta la sua migliore interpretazione. Si odono in lontananza i primi tamburi accennare i rintocchi della notte. Un attimo ancora s’acquieta la natura. Solo un istante appena e le urla si levano in volo. Le urla di un folto gruppo di orchi che fa il suo ingresso. |
Nell'argentea luce della luna, distinte spiccano sinistre ombre nere. Pesanti i loro passi, paiono far tremar il terreno. Possenti le loro grida, squotono gli animi dei presenti. Paiono numerosi ed agguerriti. |
Si muovono con passo svelto.. una corsa contro un nemico da combattere. Gli orchi si muovo in file precise e compatte, ben piazzati gli scudi in difesa, mentre avanzano fieri e con le spade pronte alla sanguinosa battaglia. |
Avanzano sulla nuda terra come un’unica forza a combattere quelli che vedono come nemici, mentre si preparano allo scontro. Or solo trecento piedi par separarli dalla massa di cittadini che ora si appresta al combattimento. |
La freccia di ELFRAGOR si fa ad insaccare al suolo, troppo corto rispetto alla posizione del manipolo di orchi. |
Avanzano gli orchi. Ora la distanza è intorno ai duecento piedi. Gli scudi ben posti in fase di difesa di fronte al putrido viso. Si avvicinano minacciosi e forti. |
A meno di cento piedi, ora gli animi si infiammano e tutti uniti in una corsa sfrenata si gettano verso il nemico rompendo le righe per pochi istanti. |
Le frecce sibilano nell'aria. Alcune fanno a infilzarsi negli ampi scudi, mentre quelle quella di JIGORO colpisce un orco in pieno viso, facendolo stramazzare pesantemente al suolo. |
E’ un mare di dardi quello che si schianta sulle teste degli orchi. Una strage senza fine si abbatte sulle prima quattro file a massacrare completamente i corpi. Alcuni corpi cadono in terra con frecce infilate nel cranio, altri cadono in terra rantolando nel loro putrido sangue che sgorga. |
Si infiammano gli animi delle retrovie, mentre cadono in terra corpi senza vita ancora in fiamme o sotto l’ancora incedere di dardi. Sferzano l’aria le potenti frecce, mentre altri orchi, più distanti si abbattano come orda sui cittadini ad una distanza di circa duecento piedi. |
Si muovono ora correndo verso i cittadini le fila non sono più unite e come dispersi ed atterriti corrono nella notte per avvicinarsi il più possibile al nemico senza ancora raggiungerlo. Si dono ancora le urla degli orchi feriti dal lancio di dardi. |
La pioggia di dardi non risparmia gli orchi che hanno cercato di avanzare, privi del riparo degli scudi. Alcuni cadono a terra feriti, ma vengono poi calpestati dalla furiosa corsa dei compagni stessi che fuggono dalle retrovie attaccate dalle catapulte. I cadaveri ed i corpi feriti vengono macellati sul campo stesso. |
Alcuni orchetti più piccolo ed agili, cercano di allontanarsi dalla loro stessa orda, per fare una manovra diversiva, ma molti di loro vengono raggiunti dalle frecce che incessanti, piovono. I superstiti tornano sui loro passi, cadendo travolti dai compagni in fuga o da altri dardi scoccati contro di loro. Il terreno è lordo di nero sangue. |
Si muovono ora come ombre della notte cercando riparo negli scudi, mentre si avvicinano al nemico di ancora un poco. Si trovano all'incirca ad un centinaio di piedi dal nemico. Gli orchi sono inferociti e pronti a dare ancora battaglia. |
Alcune frecce vengono raccolte da terra dagli orchi stessi che, stizziti le lanciano via urlando. Nessuno di loro si ferma a soccorrere i compagni caduti o feriti sul campo, mirano solo verso i loro avversari che continuano a saricare frecce. Altri orchi cadono al suolo, mentre nell'aria si diffonde un tanfo nauseabondo. |
Una nuova pioggiadi di dardi cade sugli orchi. I più lesti sollevano gli scudi, riuscendo a pararsi, altri, presi alla sprovvista vengono colpiti. I più cadono morti, altri, solo feriti, cercando di continuare l'avanzata, incattiviti dal dolore, ma altresì, indeboliti. |
Alcuni orchi delle prime due file cadono sotto la pioggia di dardi, mentre altri incedono con timore e iniziano ad arretrare di qualche passo alla vista di un fumo che spaventa. |
La lunga gittata delle catapulte crea un grosso scompiglio nelle retrovie. I pesanti massi schiacciano alcuni orchi, e ne mettono in fuga altri che accellerano la corsa in avanti andando ad incontrare alcuni fratelli rimasti feriti dai dardi e travolgendoli nella loro cieca corsa. |
Altre freccie mietono vittime. Gli orchi paiono destabilizzati e vagamente timorosi difronte al massiccio attacco che viene loro mosso. Alcuni, decidono di abbandonare los cudo e di lanciarsi verso gli arcieri, credendo di poter avere la meglio. |
Altri orchi sembrano bloccati dal fumo che riempie l'aria. Brucia gli occhi e la gola, facendoli gridare e fuggire in maniera scomposta. |