Gatti nella tela
Le Rocca dei Venti
Prologo: | gli intrappolati nella tela del Mago-Pittore Zizzino non rischiano certo di annoiarsi, due gatti che altro non sembravano che oggetti prendono vita all'improvviso e ... |
La sola luce delle candele e delle torce che fluttuano appena nell’aria illuminano quella stanza. La porta resta chiusa, nessuna serratura compare su questa, ma dall’esterno s’ode quasi il lieve rumore di carte che vengon smosse. Un ghigno, quasi una lieve risata poi, sovrasta persino le voci di chi resta all’interno della stanza. Un mondo fittizio, una trappola di colori. |
Meeow." Miagolio che s’ode nella stanza, e due gatti che fin’ora eran rimasti immobili sul mobile prendon quasi vita, zompando a terra ed avvicinandosi, strusciandosi l’uno contro l’altro, ai tre prigionieri. "Ma sssaaalve a voi, piccoli topini nella trappola del Maestro." Favellano, completandosi la frase l’uno con l’altro, code sinuose che s’alzano verso il soffitto, intrecciandosi poi con quella dell’altro. "Fratellino, senti anche tu questo ottimo odore di... cibo?" Il primo gatto domanda quindi all’altro, arricciando il naso e facendo fremere le vibrisse. |
“Vostro pranzo?” Risponde il secondo gatto alle parole di ARTESH, mentre il compagno zompa sul tavolo fissando quel pollo e passandosi la rosea lingua sui baffi. “Credete l’avreste se il Maestro non volesse farvene dono?” Riprende il primo gatto, quello sul tavolo, fissando ad uno ad uno tutti i presenti. “Diavoleria?” Ed il secondo gatto si avvicina a MASTRODICHIAVI, strusciandosi contro la gamba dell’elfo. “Vi stupite troppo caro topino.” Mormora, sibilando appena quelle parole, voltandosi poi verso CORALLINA. “Vorreste recarci offesa con semplici armi? Noi che come voi, siamo umili servi del Maestro? Piccole macchie di colore intrappolate in una tela?” Si siede, prendendo a leccarsi con calma la zampa mentre il fratello prende la parola al posto suo. “Dovreste fare come noi.” Lo sguardo dell’altro viene deviato dall’invitante pollo e rivolto nuovamente agli intrappolati. “Cedete alle lusinghe del nostro maestro, diventate compagni dell’Arte.” |
“Correre?” Domandano, all’unisono, rivolti a SABIEL. “Le vostre armi possono forse colpire del colore?” Punzecchiano, il gatto sul tavolo, fregata una cosciotta di pollo raggiunge a terra il fratello. “Oh, Voi siete macchie di colori adesso mia cara topina.” Aggiunge poi il gatto che già era a terra verso CORALLINA, quindi piega il capo di lato scrutandola nel fare. “Andare? E dove?” Domanda, mentre il fratello inizia a mangiarsi la coscia di pollo. “Ehi, tu, lasciamene un po’!” Esclama il primo, attirando cosi l’attenzione di chi si sta abbuffando con la carne. “Ehsshi, ma ce n’è tanta lasshu, laschiami queshta.” Risponde l’altro, parlando con la bocca piena e trascinandosi via la coscia di pollo, verso il mobile da cui si sono staccati. |
Sbuffando il gatto rimasto senza cibo si porta accanto al fratello e, sculettando con il didietro, si prepara a saltare sopra il mobile, nuovamente. “E comunque, eravamo qui per dirvi che il Maestro attende la vostra lettera.” E salta, atterrando sopra il mobile, lo sguardo su coloro che restano a terra. “Chomp chomp, già.” Aggiunge l’altro, lasciando l’osso del pollo bello ripulito a terra ed apprestandosi a raggiungere il compagno. “Munch… Sput.” Sputacchia un pezzetto d’osso, voltandosi poi verso gli imprigionati. “E al Maestro non piace aspettare, no.” Aggiunge, piegando poi il capino di lato e guardando il fratello sul mobile. “Spostati. Che non ci sto senno.” Arriccia il naso, passandosi la rosea lingua sui baffi, pulendosi il muso dal resto del pollo, e continuando a sculettare con il didietro, la coda che si muove sinuosa a destra ed a sinistra. |
Ridono, entrambi, alle parole di MASTRODICHIAVI. “Dovete esser alleati se volete uscire di qui, dovete esser alleati se volete tornare alla vostra vita normale. Non nascondetevi tra di voi lei informazioni.” Mormorano, tornando poi a guardare ARTESH. “Benissimo. Il Maestro verrà a prenderla molto presto, avete deciso a chi la lettera verrà recapitata?” Il gatto rimasto sotto salta rapido sul mobile, spiaccicando il fratello contro il muro. “Io l’avevo detto di toglierti.” Aggiunge, leccandosi poi il pelo. |
Alle parole di ARTESH i due gatti si limitano ad annuire, prima di assumere nuovamente la stessa posizione dell’inizio di quella strana apparizione, tornando ad esser solo due semplici oggetti. “E ricordate, non tutto è come sembra.” E tutto par tornare alla normalità, o almeno, alla normalità che può esserci in una stanza d’Arte impregnata di tale magia come è questa. |