Terzo Conclave della Magia
L'Atrio della Torre Rossa
Prologo: | a seguito del secondo Conclave i Fruitori di Magia iniziano a cercare nelle
proprie biblioteche notizie riguardanti il fenomeno che sta annientando
la
magia di Lot, e nel terzo incontro lo Shalafi Rosso Asphynx dichiara di
aver
trovato notizie del tomo tanto bramato, che però pare esser conservato
fuori
dalla città di Lot. |
Il sentiero ripido che porta in direzione dell’enorme torre è costeggiato da una distesa di neve che rende arrotondate tutte le cose. La temperatura è rigida e un vento inclemente tedia chi si avvicina alla costruzione. L’astro notturno fa capolino solo in parte fra le nubi spesse e oscure. |
S’ergono imponenti e lussereggianti creature dall’aspetto animalesco, modellate magicamente nei cespugli e nella vegetazione tutta che rigogliosa e sempre verde prolifera nel meraviglioso giardino che abbraccia la Torre. Danzano nella fredda aria notturna, fiocchi di nevischio disciolti nella piovana acqua, che seguita da ore a precipitare dalle nubi che occupano il cielo. |
Il sentiero battuto termina davanti ad una siepe che sembra essere serrata in fitto ed impenetrabile abbraccio. Ogni invitato verrà riconosciuto dal Glifo di protezione e, raggiunto il punto indicato, la vegetazione si aprirà permettendo l’accesso ai giardini incantati che cingono la Torre dell’Alta Magia. |
Il repentino calo della temperatura, fa si che l’acqua si tramuti in candida neve che scende in fiocchi leggeri e gelidi, sino a ricoprire interamente il paesaggio, che appare ora particolarmente chiaro. Il vento gelido ma leggero fà roteare i fiocchi di neve nell’aria creando magici e fantastici mulinelli. Il Glifo di protezione si apre di volta in volta all’avvicinarsi degli invitati, permettendo il loro passaggio alla torre. |
La neve scende copiosa all’esterno della costruzione invitando coloro che fossero rimasti indietro a varcare la porta marmorea dalle triplici venature che da accesso all’ampio atrio illuminato. |
Invisibili occhi sembrano seguire ogni singolo movimento perpetrato dai visitatori, mentre silenziosi i fiocchi di neve, seguitano a cadere verso il suolo, posandosi ad imbiancare la vegetazione che sembra quasi vibrare di energia propria. S’accennde in parte il giardino e la svettante Torre, quando la luna riesce s’eppur effimeramente, a vincere con la sua luce il giogo dei nembi. |
Il portale d’ingresso, così come il varco tra le siepi, si apre automaticamente ai visitatori invitati grazie al Glifo protettivo che ne permette l’identificazione. Globi fatui, simili a fuochi di fioca lanterna, guidano gli illustri ospiti verso il corretto sentiero affinchè non si perdano nel giardino che muta perpetuamente aspetto. |
I visitatori vengono accolti dal calore del fuoco che arde nel grande camino. La sensazione che avvolge chi vi entra è piacevole in rapporto con la temperatura rigida dell’esterno. I globi fatui si accendono sempre più numerosi di volta in volta che un ospite supera la soglia della sala. |
Dopo il passaggio degli ospiti le siepi che fino a quel momento erano rimaste immobili ad accogliere generosamente i fiocchi di neve cambiano magicamente posizione lasciando come unico indizio del loro movimento alcuni cumuli di neve fresca a terra. |
La sala che s’apre innanzi allo sguardo di chi ne carezza il dettaglio, risulta priva di arredi. Lo sguardo viene quasi magnticamente attirato dalla grande vasca posta al centro esatto della stanza circolare, cristallina acqua riempie la scultura, ove compaiono sul fondale trasparente perle bianche, opali del fuoco, e perle nere, incastonate con metodica alternanza. |
Due sole porte sembrano aprirsi sull’enorme atrio circolare. Chiacchericchio si fonde nell’aria tiepida con l’arrivo degli ospiti rappresentanti ogni forma di Magia conosciuta nel GranDucato. I Globi luminosi proiettano ombre ambrate sulle pareti di marmo venati dai tre colori delle Trigemini. |
Altri ospiti stanno giungendo alla spicciolata alla torre, ed ogni volta la siepe che non mostrava segno di passaggio, si apre magicamente per consentire il passo, per poi richiudersi alle spalle dei visitatori. La neve cade sempre più fittamente, rendendo il cammino, sul sentiero, più difficoltoso. |
Man mano che alcuni ospiti iniziano a distaziarsi dagli altri preannunciando il cammino che porterà alla sala che è stata destinata per il ritrovo, altre globi luminosi si accendo lasciando traccia del percorso da seguire all’interno dell’immensa costruzione. All’esterno la siepe si richiude definitivamente dopo il passaggio di Beholder e un ultimo globo luminoso lo conduce verso l’entrata. |
Risuonano le voci e i passi delicati dei presenti nel percorrere la via che porta al salone, celato dietro la porta a nord che chiusa, sembra osservare l’atrio rimanendo dirimpetto alla vasca sita al centro della sala. Scintillano i battenti della porta, eretti con marmo lunare, ove spiccano le venature delle trigemini. |
Al passaggio dell’ultimo ospite la siepe si richiude con un sordo ronzìo, quasi l’aria satura di fiocchi candidi divenisse elettrica. Muto il Glifo di protezione esterna scatta, anomalìa probabilmente passata inosservata. La Runa posta sul sentiero si deforma così come quella tracciata sul primo gradino dell’ingresso. |
Nella sala comune molte poltroncine attendono gli ospiti illustri. I comodi sedili sono stati posti in cerchio per non dare maggiore importanza a nessuno di loro. Alle pareti circolari sono stati appesi bellissimi arazzi, ritraenti antiche battaglie, ed è curioso notare che le figure ritratte, ogniqualvolta vengono osservati, prendono magicamente, a vivere. |
Colonne tortili poste lungo il perimetro della sala circolare alternano i tre colori delle fasi lunari e terminano in capitelli incastonati di opali dal motivo ondulato. La porta d’ingresso si chiude con un tonfo dopo che l’ultimo giunto ha varcato la soglia e i globi luminosi che hanno indicato il cammino cessano la loro luminescenza gradualmente. |
Le fiamme magiche che si agitano nel camino rimandano bagliori danzanti, che vanno a proiettare ombre rossastre sulle pareti, in un gioco vivace di ombre e luci, che vanno quasi a rincorrersi tra le alte colonne tortili. Calore permea l’aria, rendendo piacevole la sala, a chi ne ha trovato ristoro dal freddo invernale. |
Le immagini animate delle Trigemini dominano le pareti del Salone. Paesaggi notturni imbiancati dalla neve rivelano Luri in fase calante e Neft in ascesa. Le Sfere di luce si spostano silenziose ad un palmo dagli alti soffitti, illuminando in sfumature morbide l’intera stanza circolare. |
Via, via che gli ospiti prendono posto, è piacevole notare che nessuna potroncina rimane vuota. Il pavimento di marmo pregiato riflette il bagliore delle fiamme che ardono nel grande camino. La temperatura è calda e piacevole ed induce i partecipanti della riunione a liberarsi dai mantelli che li avevano protetti dalla temperatura gelida. |
Una piacevole sensazione si dipana dalle spire del camino andando a solleticare l’aura di Rendel incitandolo e poi ritraendosi, allungandosi e nuovamente restringendosi all’estremo, come se la natura stessa del fuoco stesse giocando con lo stregone, accattivandolo e incitandolo alla seduzione di quel potere. |
I piedi dei presenti si posano sul pavimento marmoreo, ove le venature dei toni delle Trigemini sembrano accendersi di flebile luce, le cui effimere dita sembrano liquefarsi in scintillante baluginio, che va a rivelare agli occhi dei presenti un grande pentacolo, che s’apre alla vista restando raccolto, nella circolarità creata dalle colonne tortili. |
Improvvisamente e senza apparente ragione scatta anche il Glifo a protezione della gradinata che dal piano terreno conduce alle stanze. Un muro invisibile si crea magicamente bloccando l’accesso alle scale ed ai piani superiori. |
Se il rumore dello scatto del Glifo a protezione della gradinata era passato inosservato, lo scatto di quello a protezione della porta per la quale ci si introduce nella sala comune, rimbomba minaccioso. La serratura della porta scatta, maligna ad imprigionare i presenti. |
Una piccola scarica elettrica si sprigiona dal Glifo all’esterno della porta per poi morire spriciolandosi in polvere e cadere sulla runa del protettore della sala che ha cambiato le sue fattezze inesorabilmente. Il Vox mortis presso il camino sente la sua aura ritrarsi improvvisamente verso di sè, insolita reazione del fuoco presso il suo usufruitore. |
Si alzano i toni delle voci, in una cacofonia affascinante e allo stesso tempo discordante, che sembra produrre nelle fiamme magiche del camino un irrequieto ribellarsi alla costrizione della pareti del camino. Come prolungamenti invisibili dell’agitar del fuoco, subodola l’alterarsi della magia si palesa, andando a sfiorare dapprima con leggero tocco i presenti, per poi rafforzarsi portando ronzio nelle orecchie leggero, ma fastidioso. |
Picchi anomali attenuano ed alimentano l’Aura di Rendel e Biba che non risponde consuetamente alle sollecitazioni. Vago senso di vertigine colpisce chi usufruisce di Magia come se l’aria d’un tratto si fosse fatta malsana. La sensazione, ormai conosciuta, è simile a quella provocata dalla permanenza in un luogo in cui la Magia è Selvaggia. |
Mentre la spiacevole sensazione perdura, uno strano fenomeno accade ai globi di luce fatua, che forse intrappolati nella distorsione, iniziano a saettare nell’aria. Alcuni di essi prendono a rimbalzare sulle pareti, mentre altri prendono ad espandersi e poi a restringersi in un ritmo irrefrenabile. |
Le pareti della stanza circolare, chiusa ermeticamente e che non presenta altre via di uscita se non le porte sbarrate, inziano a deformarsi morbidamente e a dare a tutti la sensazione di restringersi e poi dilatarsi. Come se essi stessi fossero inghiottiti all’interno dello stomaco di un grosso animale. Il camino verso cui Rendel è diretto chiude le sue fauci prima che egli possa avvicinarglisi troppo. |
Le protezioni magiche che permeano l’unica via d’accesso alla sala comune, vibrano fremendo su tutta la superficie interna dei battenti in marmo, rafforzando l’efficacia difensiva sgorgata dal glifo poco prima spezzatosi, mantenendo eremticamente difesa la sala ove i presenti si sono raccolti. |
Una luce debole, tremula, sembra generarsi a mezz’aria, sull’apice del Pentacolo che segna i pavimenti di marmo. Dapprima esile ed allungata fiammella di candore informe, via via si delinea una sagoma di donna dai contorni incerti. L’entità sembra voler parlare senza però riuscire a produrre suono. |
Il Glifo posto a protezione della pesante porta di marmo, sembra riconoscere il tocco della Shalafi, ma l’attenzione del protettore è completamente assorta nel tentativo di impedire l’ingresso di un’intrusione mentale. Nessuna risposta viene data a Biba. |
La sagoma luminosa sembra intermittente come se faticasse a rimanere visibile ad ogni presente nel Salone. La donna ammantata di luce solleva le braccia che paiono sfumate d’argento. Di nuovo tenta di parlare ma qualcosa glie lo impedisce e sembra contrarre la propria essenza per il dolore. |
Soltanto un gemito stridulo proviene dalla figura eterea che fluttua a pochi palmi dal pavimento. Nella mente di Ramses la percezione di un suono prende forma, lontano, quasi un eco che si concretizza in un’unica parola "Diario" sembra sussurrare una voce lontanissima all’orecchio dell’Arcistrega. |
La sagoma luminosa lentamente volge lo sguardo verso Ghael, sollevando il braccio sinistro in un baluginio argenteo. Lentamente prende forma silente una parola priva di suoni sulle labbra della sagoma di luce, che seguita a soffermarsi su Ghael. Con gli occhi della mente chi viene sfiorato dallo sguardo della creatura, può leggere la parola "Antica", ardere in caratteri di fuoco. |
Una strana sensazione pervade la mente della Shalafi Biba, mentre lo stridio si muta nella sua mente, in comunione con Ghael ode l’eco della parola "Antica", mentre dalla creatura misteriosa le giungono le parole "Nella Biblioteca". Al contempo anche Ghael riceve in comunione con Biba ode l’eco della parola "Antica". |
La figura eterea pare perdere per poco tempo consistenza, svanendo lentamente alla vista dei presenti, per poi recuperarla per altri istanti, giusto il tempo di sussurrare alla mente di Gunnegan con voce suadente e accattivante:" Città". |
"Trova!" è quasi un grido, stridulo, graffiante, a prorompere nella mente e rimbombare nelle orecchie di tutti i presenti chiusi nella Sala. Il bagliore irradiato dall’essenza si stempera quasi venisse assorbito dai globi che illuminano ora più intensamente l’aria. |
Lentamente dapprincipio quasi impercettibilmente, i frenetici movimenti dei globi inziano a quietarsi, riportando calma nell’ambrate luci da essi emanati, dando modo alla vista dei presenti di riposarsi. Il senso di nausea che opprimeva i presenti gradatamente si allenta, sfumando sempre più. |
Le pareti della stanza sono nuovamente rigide e fredde, come se mai si fossero state deformate o allargate, le colonne tortili fanno da sentinelle silenti a questo circolo. Alla vista appare tutto al solito posto, persino il camino appare rigido e scoppiettante ed emana torpore confortante. |
Con la scomparsa della misteriosa emanazione incorporea, il Glifo a protezione della porta termina il suo quasi impossibile compito. La serratura scatta di nuovo, e quasi spinta da un vento invisibile, la pesante porta di marmo si schiude liberando finalmente gli illustri prigionieri. |
Quasi seguissero il comando del primo Glifo tutte le protezioni scattate tornano a proteggere consuetamente la Torre. Le scale tornano agibili così come il portone torna funzionante, e la siepe al pari ad adempiere alle sue funzioni. Le Rune distorte riprendono l’originaria forma. |