Il Libro Nero
La Caverna della vicenda
Prologo: | attraversando la caverna ed il lago cui erano precedentemente giunti, gli appartenenti alla spedizione del Sacro Cerchio si ritrovano nei cunicoli al di là del lago ed avanzano fino a raggiungere i due guardiani, posti dalle Dea Themis a guardia dell'artefatto oggetto della loro ricerca, e lì... |
E’ notte ed il cielo, per la terza sera di seguito coperto, non lascia trapelare alcuna luce che permetta di illuminare le pendici dei monti delle nebbie. Lì in una valletta, al riparo di una macchia di alberi sosta un carro illuminato da alcune torce. |
Nei pressi del carro, in una formazione rocciosa s’apre una fenditura che conduce in basso, nelle profondità della terrà. Là una grande caverna, con stalattiti e stalagmiti a decorarla, e poco distante un grande lago sotterraneo. Sulle rive di questo lago sostano alcuni dei prescelti, tra i quelai la Suprema Luce. Altri invece sono nelle vicinanze del carro, in superfice. |
La caverna cui si accede dal cunicolo che parte dal bosco, è molto grande. La prima parte è ricca di stalattiti e stalagmiti, da cui gocciola incessante l’acqua. Alcune di quest sono rotte, segno di uno scontro recente. Da qui si accede al lago, le cui acque scure conducono in un’altra parte della caverna, più avanti, caratterizzata dalla presenza di tre grandi colonne calcaree. |
Nel buio della grotta, le unico fondi d’illuminazione sono le torce portate da alcuni dei prescelti, le cui fiamme riverberano riflettendosi sulle superfici umide dell’antro. |
Il cunicolo che conduce nella grotta, sfocia in uno spiazzo. Questo a sua volta si affaccia sul grande lago sotterraneo, le cui acque sono immote. Non sembrano esservi passaggi per avanzare nella caverna, se non attraversare a nuoto la distesa d’acqua. Aldilà di queste, una minuta spiaggia in pietra, dove troneggiano tre grandi colonne, formate dalla congiunzione di stalattiti e stalagmiti. |
Quello che ora si para dinnanzi ai prescelti, seppur di grande, è un lago di dimensioni minori di quello che ospitava il Leviatano, oltrepassato ieri. GILGAER in avanscoperta, con la sua acuta vista elfica riesce a riconoscere la stretta passatoia di viscida pietra che nel viaggio precedente, lo aveva condotto oltre le scure acque, verso le tre colonne. |
La torcia di NARIL illumina le scure acque, facendo fuggire qualche strano pesce sotterraneo che nuotava nei pressi delle rive. In lontananza si odono gli acuti tridii dei pippistrelli, probabilmente disturbati dalla luce. |
La lieve luminosità degli angeli aiuta ad illuminare la caverna e le acque immote sotto di essi. I pippistrelli, disturbati da quest’ulteriore invasione del loro territorio sciamano attorno ai due per qualche attimo, per poi volare verso quello stesso cunicolo dai cui i prescelti sono giunti, scomparendo così nel buio. GILGAER nel mentre raggiunge le colonne sulla sponda opposta. |
L’altra sponda del lago sembra misteriosamente più fredda, al punto che le tre immense colonne sono avvolte in un velo di brina. L’aria gelida par provenire da un ulteriore cunicolo, riconoscibile tra i tanti per una particolarità: è completamente rivestito da un sottile strato di ghiaccio. |
Il cunicolo ghiacciato scende in profondità. Il pavimento e le pareti sono scivolose, e non danno alcun appiglio per aggrapparsi. Una corrente gelida esce da esso, facendo condensare in candide nuvole di vapore il fiato di chi vi si inoltra. |
Mentre nei pressi della spiaggia alcuni si riprendono dalla traversata, altri più avanti si preparano ad affrontare il cunicolo ghiacciato. Poco distanti, a mezzaria due angeli discutono di teologia, mentre GILGAER muove i primi incerti passi lungo il passaggio. |
Chi scende lungo il cunicolo, dopo qualche decina di metri in discesa giunge in quello che sembra una grande grotta ricoperta di brina. Al centro di essa, un altare in ghiaggio nero dove poggia un libro, nero anch’esso. Ad affinacarlo due braceri, le cui fiamme azzurrine emanano gelo. A guardia dell’altare, due massicce figure alte un paio di metri ciascuna. Appaiono composte di ghiaccio e di metallo, e nelle loro orbite brilla una luce di un blu cupo. |
I due guardiani salutano all’unisono GILGAER e GILIEN, che giungono alla testa del gruppo: "Salute a voi Prescelti; Salute Viandante". Uno dei due imbraccia uno scudo gigante, che ne nasconde buona parte del corpo. L’altro trattiene tra le mani un massiccio martellone, cui si appoggia "Siete consci del prezzo che il libro richiede?" proseguono rispondendo a GILGAER "Chi lo tocca pagherà con la vita." affermano con voce ferma, rivolgendosi ai presenti "E così sarà anche per chi non supererà l’ultima prova". |
"Ed allora che la Prova Abbia inizio" caverna ghiacciata riecheggia delle voci profonde dei due guardiani; quello con lo scudo pesta a terra il piede, e tutto par tremare, dal terreno fino alle stalattiti di ghiaccio che costellano il soffitto. |
Il Guardiano che impugna il martello, con un fluido gesto, alza l’enorme arma, portandola ad incocciare una stallattite, staccandola di netto, facendola rovinare in direzione di Gilien. |
L’altro guardiano pone lo scudo dinnanzi a sè, e comincia ad avanzare in direzione di GILGAER. I suoi passi rimbombano nella caverna, disegnando un reticolo di crepe nel ghiaccio che ricopre il terreno. Presto la sua avanzata diviene una carica. |
Il Guardiano col martello, par saggiare la pazienza dei Prescelti. Lentamente si avvicina a Thut. Gli punta contro il martello, poi lo spinge verso di lui, toccandogli il petto. La sensazione di calore che lo pervade fa irritare il Guardiano, il quale lancia un urlo decisamente forte, che provoca il tremolio delle stalattiti. Lo sguardo di ghiaccio pare incattivirsi. |
Gilgaer buttandosi davanti al Guardiano con lo scudo, ne anticipa l’attacco, e lo fà cadere. Ma la massiccia creatura, composta di ghiaccio e metallo, finisce davvero per travolgerlo col suo peso. Finiscono entrambi a terra sul ghiaccio, l’elfo schiacciato ed immobilizzato sotto il peso dell’essere. |
Data la sua natura di Guardiano della Dea, il gigante pare rinfrancato dall’aura angelica comincia a stringere Thut con tutta la propria immensa forza, urlandogli pesantemente in viso, con un urlo che par disumano. |
Il guardiano caduto addosso a GILGAER, si puntella a terra con una mano, mentre con l’altra và ad afferrare per il collo l’elfo bloccato sotto di sè. Lentamente si rialza, tirando sù le creatura e sollevandola da terra, sempre per il collo. "Darete la vita per il Libro?" gli chiede con la sua voce potente, che rimbomba in tutta la caverna. |
La stretta su THUT aumenta sempre di più, man mano che la sensazione di calore aumenta sul gigante, anche la sua stretta ferrea aumenta di potenza e forza. Le braccia metalliche si chiudono in una costrizione ormai insopportabile per l’angelo. "E’ il mio scopo" Risponde il guardiano che trattiene GILGAER. E dettolo, serra la mano che lo trattiene per il collo, spezzandoglielo e uccidendo sul colpo l’elfo. Mentre alcun effetto ha l’incanto di Gilien sulle due creature della Dea. |
THUT chiuso tra le poderose braccia del guardiano, vien stritolato a morte con un’ultima stretta. GILGAER vien lasciato cadere a terra dall’altro, che ruota il capo verso GILIEN e le si rivolge "Suprema Luce. I vostri accoliti si sono sacrificati in nome della Dea." tace per un attimo, e par osservarla con le orbite vuote, in cui brilla una luce azzurrina. "Siete pronta a pagare anche voi?" chiede, mentre con la mano libera indica l’altare. |
Un guardiano raccoglie il suo scudo, e a mo’ di barella vi adagia sopra i corpi dei caduti. L’altro si pone a fianco dell’altare "Suprema Luce... fatevi avanti" tuona con la sua voce possente "Prendete ciò che Loro hanno pagato". |
L’essere di ghiaccio, metallo e magia porge con un’inattesa delicatezza la mano a GILLIEN, per accompagnarla Sull’altare. "Vi ricondurremo a casa" parla con una dolcezza di cui prima non si sentiva traccia nella voce "Dove desiderate riposare?". |
Il guardiano annuisce mentre indica il Libro Nero di Themis a GILIEN "Come desiderate" le risponde pacato. L’altro intanto. alza le braccia verso la volta della caverna, e dal ghiaccio evoca un portale. |
Quando GILIEN tocca il LIBRO NERO di THEMIS, un’aura scura la avvolge, uccidendola nel giro di pochi secondi, mentre una mezzaluna viene proiettata sul suo corpo, segno della morte di Themis. "Questa è la devozione alla Dea" proclama con solennità il guardiano, mentre l’altro portando gli altri due caduti sullo scudo oltrepassa il portale. |
L’elfa vien raccolta con delicatezza dal guardano, che le poggia il libro tra le braccia. "Via attendono compagni ed amici... Non temete, in Themis è la Vita. Anche" le sussurra piano, prima di portarla oltre il portale. |
Un freddo intenso pervade lo spiazzo, e d'impovviso in mezzo ad esso si manifesta un portale di ghiaccio, da cui fuoriescono due grosse creature di ghiaccio e metallo. Uno porta un grande scudo, dove a mo' di barella sono poggiati i corpi senza vita di un angelo e di un elfo. L'altro, porta in braccio il corpo immobile di GILIEN, sacra luce di Themis. L'elfa tra le braccia stringe un libro nero. |
Gli esseri poggiano con delicatezza i corpi per terra, quello di GILLIEN discosto dagli altri. Una delle due creature, rivolgendosi ai presenti con una voce profonda, parla: "Vi prenderete cura dei corpi dei vostri fratelli" tace per un attimo, osservando le persone nel luogo "Ma non di quello della Sacra Luce; sarà compito dei suoi accoliti... E nostro". |
Le ultime parole delle due creature paiono rieccheggiare nell'aria fredda per qualche attimo. Infine entrambe con passo pesante tornano a dirigersi verso il portale da cui sono giunte, senza prestare attenzione alle parole di ISYLDUR. Dal portale intanto fuoriesce un vento gelido che vortica attorno al corpo di GILIEN, condensandosi e cristallizzandosi in una bara di ghiaccio, a protezione di lei, e del libro che il suo corpo privo di vita trattiene tra le braccia. |
Il portale, misteriosamente com'è apparso svanisce, e con esso il gelo. Ma nel luogo rimangono tre corpi senza vita, dei quali uno intrappolato in un ghiaccio che par sfidare le temperature miti del luogo. |