I tentativi del Djiinn
Il Lago Averno
Prologo: | un Djiin, elementale di fuoco, si è impossessato del corpo del Custos Ingis Ineluki, manifestando la sua volontà di possesso e predominio. Dopo qualche giorno il Djiin tenta di corrompere gli Stregoni, e sempre nei pressi del Lago Averno... |
Il vento di tramontana soffia incessantemente da occidente, muovendo le acque torbide e nere del lago averno, mentre la fitta nebbiolina perenne che caratterizza il luogo, accarezza il terreno paludoso e i fiori di loto, che si propagano nei pressi delle rive |
Il cielo trapuntato di stelle osserva malinconico il loco, riflettendosi sulle acque del lago. Il buio più pesto la fa decisamente da padrone e l’unica fonte di luce fioca è dato dalle stelle, avvantaggiando le razze notturne, al contrario quelle diurne che a meno di fonte di luce artificiale, non riusciranno a vedere al di là del proprio naso. |
Il vento di tramontana si accanisce con i presenti, con le proprie folate incessanti che trasportano con loro gocce d’acqua provenienti dal Lago Averno: scompigliando le vesti e le capigliature dei presenti e gelando soprattutto le loro ossa. Un manipolo di figli di Ars Arcana, si avviano nei pressi delle rive del Lago Averno, avvicinandosi ai Custodi dell’Ade che sostano di già in quelle parti. |
I fiori di Loto si muovono assecondando il vento di tramontana, in una danza quasi macabra, toccando le vesti di coloro che stanziano nei pressi delle rive. La nebbiolina perenne, impedisce la vista del suolo paludoso, coprendo interamente la parte inferiore delle vesti dei presenti. |
Nella mente del Custos Ignis INELUKI, dei profondi sospiri cominciano susseguirsi, per poi tramutarsi in ansimi sempre più frequenti, preannunciando una presenza esterna che ormai da diversi giorni, ha trovato la sua culla nel corpo dell’esile elfo. |
Cessano d’improvviso quei sussurri, accompagnati da una fitta lungo le escoriazioni che si propagano sulla pelle delle braccia dell’elfo, per poi tramutarsi in parole: “Siete tornato, piccola principe, siete tornato”. Poche parole che risuonano nella mente di INELUKI, con tono sottile e ansimante. |
La voce sottile e suedente continua ad ansimare, portando con sè parole malate: "Vi lascio fare, per ora" il tono irrisorio del Djiin canzona INELUKI, sbiascicando all'interno della sua mente una sottile risata di scherno: "Vedrete che tutto risulterà inutile...povero sciocco!" un'ultima risata per poi richiudersi in un silenzio ansimante.continuando, così, a segnalare la sua presenza al Custos Ignis. |
Le escoriazioni dovute a delle bruciature sulla pelle delle braccia del Custos Ignis INELUKI, si aprono appena, lasciando cadere qualche goccia di linfa vitale che intinge le vesti dell’elfo, provocandogli delle fitte. Gli altri stregoni si apprestano a seguire le direttive di INELUKI che par volersi sbrigare. |
Il Djiin smette di tormentare la mente del Custos Ignis, concentrandosi sul suo corpo: improvvisamente prende a pulsare nello stomaco e lungo l’esofago di INELUKI, come se volesse uscire attraverso quei canali e manifestarsi dinnanzi agl’altri diletti dell’Ars Arcana. La veste del custos in prossimità dello stomaco e del petto, prende a scottare, lacerandosi. |
Il Djiin non soddisfatto continua a manifestarsi attraverso la sua nuova dimora, INELUKI, continuando a far pulsare nello stomaco dell’elfo, per poi concentrarsi nell’esofago con maggiore intensità, risalendolo con il chiaro intento di voler uscire dalla bocca. Le escoriazioni lungo le braccia del Custos Ignis continuano a bruciare, come se fossero fiamme incandescenti, provocandogli ulteriore dolore, manifestando la sua supremazia. |
Nel momento in cui INELUKI tossisce, quasi come in un conato di vomito, dalla sua bocca fuoriesce del fuoco che si infrange contro i fiori di loto, che galleggiano nelle acque torbide del Lago Averno e contro le vesti di KWAKU, SABA e DREADSLIGHT. I petali dei fiori di loto s’incendiano immediatamente e delle piccole fiamme cominciano ad innalzarsi come se galleggiassero sull’acque. |
Il Djiin lascia il Custos Ignis nel suo dolore, stranamente né la sua lingua, né i suoi organi interni hanno risentito di quella eruzione di fuoco. Le fiamme che hanno investito i fiori di loto cominciano ad alzarsi, in uno spettacolo surreale a cui stanno assistendo i vari presenti che stanziano presso le rive. |
Le fiamme che sembrano galleggiare sulle acque del lago Averno, prendono a muoversi, formando strane figure che in principio non hanno né capo e né coda, mentre le fiamme che hanno investito le vesti di SABA, KWAKU E DREADSLIGHT sono semplici fiammelle che ben presto si spengono. |
Le fiamme che galleggiano nelle acque del Lago Averno continuano a muoversi, come se fossero sospinte e alimentate dal vento di scirocco che continua a soffiare, mentre il gruppo di stregoni continuano ad accerchiare quasi, la figura sofferente di INELUKI con i loro tomi e pergamene. Improvvisamente le fiamme sul lago formano un perfetto cerchio incandescente. |
Le fiamme che incendiano il Lago ora si innalzano in una lingua di fuoco che svetta in alto per poi ricadere come una saetta sul libro aperto tenuto in mano da NEIRE, andando a bruciare soltanto alcune delle tante lettere che ne compongono le pagine, mentre nella testa di INELUKI la voce riprende imperiosa, di colpo, quasi urlando: “Quello che vi posso offrire, non lo ritroverete in nessun tomo” quelle parole si ripetono tante volte nella testa dell’elfo, come se il Djiin intedesse martoriarlo: “bel principino, ripetete insieme a me, il potere è ciò che vi offro”. |
La Discipulus NEIRE chiude il tomo spegnendo le fiamme della lingua di fuoco, mentre sulle pagine del tomo di ROSMUNDA le parole cominciano a diventare cenere, come se il Djiin non volesse far scoprir altro su di se, mentre continua a parlare con il Custos Ignis INELUKI: “molto spassose le vostre giovani leve, ostentano saccenza da tutti i pori, rendendosi ridicole dinnanzi ai miei occhi. Bel principe con questi vostri aiutanti volete vincere ?” Dopo tali parole, una fragorosa risata rimbomba nelle mente dell’elfo. |
Le fiamme che ancora ardono sul Lago Averno, continuano a permanere in cerchio mentre la cenere sollevatasi dal libro di ROSMUNDA, ora soltanto cenere, prendono forma davanti agli occhi della DISCIPULUS componendo nuove lettere, di cenere, sulla superficie dei libro stesso. Le lettere cineree si affiancano l’un l’altra scrivendo nuove parole rispetto a quelle che prima riempivano il libro: “Inetti, non capite che solo seguendo me troverete il potere che anelate?” questa la frase che, ora, appare chiaramente scritta, sul libro di ROSMUNDA, composta completamente di cenere. |
Intanto la voce del Djiin esplode nuovamente in una sonora risata ridondando nella testa di INELUKI: “Ma cosa siete, fattucchiere? Credete davvero di domarmi grazie ad una collana?”, riprende a ridere stavolta più forte, quindi ansima biascicando le ultime parole:”Non capite ancora che non riuscirete MAI, nel vostro intento? Non capite che soccomberete provandoci?” sibila, ferino, prendendo a surriscaldare il corpo di INELUKI, dal ventre fino alla testa, nella quale comincia a pulsare, ritmicamente, sempre più forte. |
Le lettere cineree nel libro di ROSMUNDA, ora prendono a rimescolarsi fra loro, formando nuove lettere: “E’ il potere che cercate ed è il potere che troverete seguendo ME!” e, nello stesso istante la stessa identica frase formatasi nel libro di ROSMUNDA, prende a pulsare come un’esplosione entro la testa di INELUKI: “E’ il potere che cercate ed è il potere che troverete seguendo ME!”, un sibilo, frequente, sempre più veloce, inarrestabile che continua a tamburellare nella mente del Custos Ignis e nelle sue tempie. Simultaneamente a questi eventi, d’improvviso, le fiamme sul Lago Averno, si spengono, di botto, come fossero risucchiate dalle acque stesse, che ora, ribollono appena laddove prima erano riscaldate dal fuoco. |
Come in risposta alla richiesta di ROSMUNDA, una mano di cenere si forma istantaneamente fuoriuscendo dal libro e cercando di agguantare il collo della vampira: nello stesso istante delle parole esplodono nella testa di INELUKI: “Vuole una prova…l’avrà!” sibila, con tono cupo: “Osservatela, morirà per provare il potere del fuoco a tutti i presenti a meno che decidiate di seguirmi, ORA!” un sospiro: “Che rispondete principe?”. |
L’incanto lanciato da KWAKU va a segno rendendo incorporea ROSMUNDA. La mano di cenere, quindi si sgretola ed il libro, dapprima fra le mani della DISCIPULUS, prende fuoco. Un sibilo ancora nella testa di INELUKI: “Se avessi voluto sarebbe morta. A quanto pare non siete ancora pronti…vi ho sopravvalutato!Al prossimo incontro principino…” con quelle parole il sibilo svanisce lentamente nella testa del CUSTOS IGNIS e, con lui, anche il bruciore. Il Djiin sembra essere sparito mentre su INELUKI, le varie ferite, si riaprono, lasciando defluire ulteriore sangue. |
L’incanto di SABA va a buon fine e le lame che cadono dal cielo su di una superficie quadrata di quarantanove metri colpiscono il libro che ora è in fiamme, NEIRE sulla spalla destra provocandole una profonda ferita, stessa sorte occorsa a GRAZT che viene colpito sulla spalla sinistra. Le lame, infine, sfiorano le figure di AIRIN, KWAKU e INELUKI lacerandone le vesti e causando sottili tagli di lieve entità. ROSMUNDA che è incorporea, viene attraversata senza danno alcuno dalle lame. |
Tutto, infine, sembra tornare alla tranquillità, lungo le rive del Lago Averno che ora non più incendiato dalle fiamme permane cheto ed immobile sotto la flebile luce delle stelle, nascosto in parte, dalla nebbia che, perenne, attanaglia quei luoghi. Il vento continua a soffiare, freddo, ululando e scuotendo gli arbusti del vicino sentiero dell’assenza nonché i fiori di loto che non hanno subito l’azione delle fiamme. |