In difesa di Evengard
- seconda parte -
Le Torri di Evengard
Prologo: | Evengard, città a NordOvest di Lot, è in guerra con la vicina Kandal, ormai allo stremo chiede aiuto a Lot e un'ampia coalizione di Gilde e Clan lottiani parte alla volta della città amica per portare il proprio aiuto. Il secondo giorno i Lottiani sono già ad Evengard ad organizzare le difese ... |
Il cielo limpido e scuro sovrasta violentemente la radura dove sorge l accampamento, tenendo sotto di se i presenti, come fosse una sorta di tetto infinito. La luna, rigonfia, crea un varco nel nero della notte, proiettando la sua luce pallida verso i presenti, baciandoli col suo tocco. |
Un lieve vento, proveniente da Sud, si fa latore di un clima caldo, quasi afoso e degli ormai usuali quanto consueti delicati profumi primaverili che, da qualche tempo oramai, rendono l’aria pregna di sè. Le sferzate agitano le alte frode degli alberi, mentre all’interno della foresta tutto tace e solo radi quanto lievi scricchiolii vengono prodotti dalle creature abitanti del luogo. |
I carretti scricchiolano, quando qualcuno li smuove per prendere gli ultimi oggetti preparandosi a partire. Alcune radici ancora dissestate rendono gli spostamenti un poco pericolanti, seppur non sia tanto difficile muoversi. |
Rade nubi popolano la serana volta stellata, lasciando, così, che l’Astro Lunare, che brilla alto nel cielo di luce riflessa, doni una luce cinerea. Placide le nuvole, che paiono carovane di vapore, si fanno strasportare dalle folate di vento verso territori sconosciuti. |
La stanchezza potrebbe ancora farsi sentire nelle menbra di qualcuno, residui dell aspro conflitto avvenuto ieri contro gli Ecantochiti. Tuttavia, qualcuno potrebbe sentirsi euforico, curioso di vedere cosa si potrebbe mostrare oltre quella piatta radura dove ore il gruppo sosta. |
Un falco prende a librarsi in aria alto e maestoso, dopo aver spiccato il volo dalle alte fronde degli di un albero in fiore. Le grandi ali dallo scuro piumaggio vengono sbattute ripetutamente ad intervalli regolari, mentre egli sfrutta le correnti ascensionali. Il capo, rotondo e buffo all’apparenza, ruota ora verso sinistra ora verso destra. |
Nuovamente i figli della natura sembrano risvegliarsi, dando sfogo ai loro canti e suoni che si spargono tra gli arbusti e i tronchi della foresta, mescolandosi in una nenia quasi soave. Alcuni roditori fanno ritorno alle loro tane, serpi strisciano nell erba, mentre il falco continua il suo volo di ronda. |
Ecco che, improvvisamente, il falco, dopo essersi sensibilmente abbassato di quota, così da rendersi più visibile ai presenti, lancia un grido acuto. Nel mentre esso continua a volteggiare sulle teste dei membri del gruppo, come se volesse attirare la loro attenzione. Un ennesimo urlo viene lanciato dal suo uncinato becco. |
Strilla, strilla ancora il pennuto scuro, creando un vortice nel suo volo, contonuando a roteare sopra il gruppo. Gli occhietti scuri si fissano sui presenti in movimenti, mentre il suo grido nuovamente si getta verso di loro, acuto e quasi assordati per chi avesse udito fine. |
Ecco che, infine, il falco pone fine a quel volo circolare e preciso. Esso, dopo aver lanciato un ennesimo grido acuto, prende a dirigersi verso Nord, osservando, di tanto in tanto, se i presenti siano in momento o meno. |
Il volaitle scuro, forse a sua volta infastidito dalla presenza di Jorial, si allontana sempre piu, seppur di tanto in tanto rilasci il suo richiamo verso la Cornacchia delle Arpie, come a volerlo invitare a seguirlo. Sparisce pero alla vista dei presenti. |
Dopo che il falco svanisce alla vista dei presenti, grazie al favore delle tenebre, una nube, dalle discrete dimensioni, si frappone tra i presenti e la Luna, celando così gran parte della stessa alla vista del gruppo. Tuttavia essa prosegue rapida verso Nord, sospinta dal vento. |
Pian piano i carretti iniziano ad avanzare, trainati dai cavalli che sembrano non poter resistere un attimo di piu ancora fermi in quella radura. Le ruote scricchiolano un poco, mentre alcuni oggetti all interno dei carri sobbalzano appena. |
Il terreno sconnesso, cosparso da buche e sassi, rende difficile l’avanzata dei presenti che, quindi, procede lentamente. Le parole dei presenti sei levano confuse nel luogo, flebili, ammassandosi le une con le altre, producendo così un suono confuso che riecheggia nel luogo per poi disperdersi dopo breve nello stesso. |
La vista molto sviluppata di qualcuno, qualche elfo che si trovasse all inizio della fila, potrebbe scorgere in lontananza una sagoma scura, sebbene non potrebbe ancora riuscire a cogliere l essenza di quella visione. |
Il terreno, dopo una breve salita, ora completata dai presenti, presenta una lieve discesa che, quindi, facilita l’avanzata del gruppo che, ora, dovrebbe avanzare con maggiore speditezza rispetto a poc’anzi. In lontananza la sagoma scura, appena percepibile nelle tenebre della notte, si staglia, imponente, contro la volta stellata. |
Agli occhi di Irykyn, quella sagoma curiosa si fa piu chiara forse, permettendogli di scorgere una costruzione, degli antichi casolari forse, ma sembra ancora troppo confusa quell immagine, per dargli una certezza di cosa vede. |
Il vento continua a soffiare nel luogo, soffiando tra gli alberi, carezzando i volti dei presenti e scompigliandone con noncuranza i capelli che, ora, si muovono in modo sinuoso. La sagoma è sempre più vicina al manipolo e, lentamente, prende a rivelare a coloro i quali sono dotati di ottima vista, le fattezze di un grande castello. |
La porzione abbondante di luna che brilla nel cielo scuro e profondo illumina le teste del gruppo, sommandosi al bagliore rossastro delle fiaccole che essi usano per farsi largo tra la radura. Il bagliore pallido sembra accarezzare anche i contorni del castello non troppo lontano, rendendolo piu visibile. |
Dal castello diroccato si vede, come contrasto con la scura volta stellata, un fumo bianco e candito alzarsi dal luogo. Tuttavia, non è percebibile dai presenti la fonte di tale coltre che, lieve e leggera, si alza verso il cielo, lasciandosi condurre dal vento. |
Nitide si fanno ora le immagini agli occhi di chi possiede la vista come uno dei sensi piu sviluppati. Delle mura a protezione del Castello, ora distante dal gruppo qualche decina di metri, rovinate in molti punti, con degli ampi varchi decadenti. |
Sebbene il manipolo non sia ancora giunto al castello, ma solo nelle sue vicinanze, sul terreno è possibile scorgere spade, pregne di sangue, piantate a terra e frecce inculcate nei tronchi scuri degli alberi. Lugubre, quindi, lo scenario che si mostra ai presenti. |
La distanza si accorcia sempre piu, divorata dai passi dei cavalli e le ruote dei carri, facendo cosi avvicinare il gruppo abbastanza perche la sentinella, posta su una piccola torre ai lati del portone, li possa scorgere. "Chi siete??" grida l uomo con voce profonda e decisa, ben udibile. |
Tutto sembra tacere all’interno della cinta muraria, come se nessuna attività fosse in fase di compimento. Le barricate della cittadella presentano profonde crepe, segno dell’impietosità del tempo e dei furenti combattimenti. |
“Dite bene” pronuncia lieve la sentinella con tono palesemente pervaso da un sentimento di tristezza. “Ormai nulla è come fu un tempo. Il tempo e i combattimenti hanno logorato questa cittadella fino a renderla qualla che potete vedere ora.” Il milite compie un ampio gesto con la destra come a voler mostrare lo scenario lugubre. |
Pian piano il ponte levatoio che fa da ingresso entro le mura si abbassa, scricchiolando quasi in procinto di spezzarsi, sebbene sembra reggere. "Siete i benvenuti, il mio Re vi attendeva..." dice ancora la Sentinella, con tono pacato. |
Le robuste catene pervase dalla ruggine riescono con fatica a far abbassare il ponte levatoio, senza cedere. La vista che ora si palesa agli sgaurdi dei presenti non è certamente delle più allegre. Case in palese rovina sono dislocate in ogni angoo del sobborgo, sobborgo nel centro del quale spicca un castello, elegante e maestoso, ma anch’esso palesemente sofferente. |
Lo spettacolo che si mostra ai presenti sembra inquietante, data l assenza di altre figure all interno delle mura. Tutti sono nascosti nelle loro case, impauriti dagli scontri passati, terrorizzati dal fatto di poter essere attaccati nuovamente. "Entrate pure, il Sire vi raggiungera subito..." prosegue la Sentinella, con tranquillita. |
Improvvisamente il tetto di un’abitazione, fortunatamente abbandonata da tempo cede, cadendo a terra. Ciò provoca un sordo tonfo e l’alzarsi di un gran polverone che viene, tuttavia, spinto celermente lontano dal vento. In lontananza un gruppo di figure avanza verso l’ingresso presso il quale staziona il gruppo. |
Un fitto polverone si alza in seguito alla caduta del tetto, distrutto ora in tantissimi frammenti, facendo si che una specie di nube grigiastra si sparga tra i presenti. Nel frsattempo, il gruppetto di quattro persone che si scorgeva in lontananza si avvicina con lentezza, avendo in testa una coppia. Tutti uomini si direbbe, data la stazza. |
Ai quattro uomini ne seguono altri sei, armati con lance, le cui sagome si stagliano sullo sfondo della volta celeste. Tra il primo ed il secondo gruppo si scorge una figura avanzare con decisione, recante in testa una corona, segno reale. Essi, tuttavia, non sembrano curarsi della caduta del tetto, come se vi fossero abituati. |
Il gruppetto avanza deciso, raggiungendo ora gli altri. Chiari i lineamenti elfici di questi, in mostra, quasi con fierezza, le orecchie puntute. Il Re sorride, sebbene la sua corona non sia piu brillante come una volta e le sue vesti siano semplici e poco regali. "Benvenuti!" dice questo verso gli avventori. |
Il gruppo di testa si dispone in una fila orizzontale, lasciando nel mezzo spazio sufficiente affinchè la figura reale Vi possa passare in mezzo. E così accade mentre colui il quale è latore della corona si avvicina al gruppo, lasciando che il suo sguardo spazi su tutti i presenti, senza che, tuttavia, esso si soffermi su alcuno di essi. |