Il diario dell'Alchimista
Il Palazzo delle Arti
Prologo: | dopo i recenti avvenimenti nel Laboratorio Alchemico una strana maledizione sembra aver avvolto gli Alchimisti. La comparsa di segni cabalistici su ciascuno di loro sembra intossicarli e debilitarli, come se quei segni risucchiassero la loro vitalità. Solo i Soffiatori ne sono immuni. Dopo il tentativo fallito di trovare un rimedio con l’ausilio del Primario dei Cerusici Uyo e del Maestro Erborista Sevelaron, gli Alchimisti sono "posseduti" ciascuno da una delle sette operazioni alchemiche. Quel pomeriggio però, presso il Palazzo delle Arti, gli Alchimisti ritrovano un vecchio diario, appartenente ad un antico Alchimista, e... |
Il sole splende nel cielo azzurrino, completamente sgombro di nuvole, illuminando e riscaldando con i suoi raggi cocenti i giardini delle delizie. L’imponente palazzo delle belle Arti si erge fra la vegetazione, proiettando sul terreno la sua ombra, portando così un po’ di sollievo a uccelli e piccoli animali stanziati sugl’alberi. |
Il Viale che conduce al Palazzo delle Arti è circondato da ambo i lati da alberi che cominciano ad impreziosirsi delle prime gemme che la temperatura mite e primaverile ha cominciato a far spuntare. I primi fiori puntinano il manto erboso dei Giardini: bianche margherite, blu nontiscordardimè e rosse primule che arricchiscono l’aria tersa di profumi gentili. Il cinguettio degli uccelli fa da cornice melodica a questo idillio di Primavera, accarezzato, al contempo, dai caldi e pigri raggi del Sole pomeridiano. |
I figli dell’Ars Alchemica si riuniscono nel piazzale posto dinnanzi all’imponente Palazzo delle Arti e ai gradoni di pietra che conducono al porticato dal quale superando il portone, si può accedere alla biblioteca dei Mecenati. I raggi solari che filtrano accecano gli occhi sensibili alla luce solare della jalil VILANDRA che impossibilitata a vedere qualsiasi cosa, barcolla vistosamente. PENELOPE al contempo raggiunta dai raggi solari che la colpiscono nel percorrere il viale per raggiungere il Palazzo delle Arti, comincia ad avvertire delle bruciature superficiali sulla pelle. |
Le alchimiste VILANDRA e PENELOPHE date le loro razze notturne trovano difficoltà a raggiungere il porticato, la prima cerca sostegno nella figura del CUSTODE DELL’ARIA, la seconda si dirige all’interno del Palazzo delle Arti, ricercandone un giusto riparo da quei raggi solari, sin troppo forti per la sua natura non viva. Stessa sorte per SABRAR che nonostante il suo rivestimento, i suoi occhi sensibili ai raggi solari non gli permettono una normale andatura, barcollando di conseguenza lungo il sentiero come VILANDRA. Un dolore lancinante colpisce gli occhi dei due DROW, che abituati all’oscurità non riescono a sopportare una luce così accesa. |
I figli dell’Ars Arcana sono finalmente riuniti sotto il porticato del Palazzo delle Arti, fatta eccezione per l’esperto di veleni SABRAR che continua quel suo cammino alla cieca in preda ai dolori lancinanti ai suoi occhi, sfidando la propria natura notturna contro il suo nemico principale: il sole. |
Un mattone di fredda pietra del porticato, comincia lentamente a tremare sotto i piedi del CUSTODE DELL’ARIA SIRYANA. Un tremolio leggero, come se ci fosse aria sotto il mattone e una forza sconosciuta da sotto premesse su quelle superficie di pietra. La maledizione che ha colpito i Figli dell’Ars Arcana sembra non trovare soluzione da quel giorno che li colpì, mentre le trame di Madre Gaia a loro sconosciute, continuano a tessere senza sosta alcuna. |
Il tremolio del mattone di pietra prende a divenire sempre più forte, mettendo a dura prova la stabilità della sola SIRYANA. Sul lato sinistro del mattone rettangolare, comincia a spuntare un rametto: la forza esterna che premeva dal basso sulla pavimentazione del porticato del Palazzo delle Arti. Un rametto che comincia a salire e a mostrarsi ai figli dell’Ars Arcana. |
Da quel rametto alto poco più di cinque centimetri, un fascio d’edera comincia ad avvolgere lo stesso fuscello di legno come il moto lento e sinuoso di un serpente, per poi prendere a rischiarare una luce propria, verdognola che irradia per pochi millimetri: uno dei tanti figli di Madre Gaia comincia a nascere sotto gli occhi degli alchimisti che assistano a quel miracolo della natura. La luce comincia ad innalzarsi come un piccolo vortice, per poi mostrarsi per quello che è: un spiritello della terra, che li guarda con i suoi grandi occhi neri dalla forma di una nocciola. |
Lo SPIRITELLO di terra, grande quanto una piccola fatina dalla folta chioma di capelli verdi simili a una cascata di edera, comincia a sollevarsi nell’aria, portandosi a un’altezza tale da poter osservare gli alchimisti negl’occhi. Vestita da una piccola tunica verde e da una mantellina del medesimo colore, completamente avvolta in quella luce verdognola del color dell’erba, emette dei suoni simili alle note di flauto, assolutamente incomprensibili per i presenti che non possono che ammirare quella creatura, partorita proprio sotto i loro occhi increduli. |
Lo SPIRITELLO muove il piccolo viso affilato, osservando le reazioni alle proprie parole dei presenti, con quegli incredibili occhi neri dalla graziosa forma di nocciola, continua ad emettere quei melodiosi suoni mentre indica con il suo piccolo indice affilato con dei rami, il mattone di pietra del porticato da dove è spuntato il fuscello. Le dita di SIRYANA sfiorano il corpo dello SPIRITELLO, avvertendo un’incredibile sensazione di pace come se fosse in balia delle parole melodiose della creaturina che nonostante il potere della CUSTODE dell’ARIA non subisce alcun cambiamento. |
Lo SPIRITELLO sotto il tocco dei polpastrelli della CUSTODE dell’ARIA comincia a irradiare meno luce verdognola, come se si stesse spegnendo poco a poco, sotto il potere del tocco di SIRYANA, mentre annuisce con il piccolo capo, ascoltando le parole dell’umana. Il mattone diventa aria, sotto il tocco della stessa custode dell’aria, SIRYANA, portando alla luce un vecchio diario, adagiato proprio sotto la pavimentazione del porticato. |
Lo SPIRITELLO di terra incrocia lo sguardo della CUSTODE dell’ARIA, mostrando sul suo piccolo volto appuntito una smorfia di dolore, che traspare dai suoi occhi neri, mentre la luce che irradiava si spegne definitivamente, segnando l’inizio della fine della piccola creaturina che ha portate a termine il suo compito, affidata da Madre Gaia. Il diario preso dal soffiatore BALMUNG, non è altro che il taccuino personale di un antico alchimista, tal ERACLEO, che si lasciò sopraffare dalla propria sete di conoscenza, sfidando in nome di essa la natura stessa: Gaia perciò lo maledisse e con lui, tutta la stirpe alchemica, fin quando non si fosse trovata la soluzione affinché l’equilibrio fosse ripristinato. |
Ad un tratto lo Spiritello di Terra dopo aver volteggiato sul Libro aperto, in un arzigogolato intreccio di leggeri e aggraziati movimenti, come fosse una bolla di sapone si dissolve in un “puff” lasciando piovere sulle pagine vergini una delicata e scintillante polverina verde, che eterea si deposita, a dar forma a lettere che su quelle pagine compongono parole |
Sulle pagine del diario che ora il SOFFIATORE BALMUNG prende in custodia portandoselo con sé. la polverina prende a formare dei versi: “Maledizione vi ha colpito/Se nel diario cercate consiglio/Le operazioni vi han ghermito/E qui giungete nel momento del periglio/Eppure davanti a voi vi è un viale/Se il sale che è umano userete/Con lo zolfo che è spirituale/Ed infine con il mercurio formerete/Il Sigillo che dell’Equilibrio è portatore/Che l’ira di Gaia farà sedare/Che l’Ars ed il suo fattore/Infine faran trionfare.” Versi che rivelano il modo per sconfiggere la maledizione che ha impresso il potere delle sette operazioni alchemiche nelle mani dei figli dell’Ars Regia. |
Più nulla ora pare turbare la tranquillità del luogo, come nulla rimane dello SPIRITELLO, se non un Libro con delle parole impresse. Il sole inizia a calare per lasciare cielo al crepuscolo, mentre i raggi si assiepano all’orizzonte. |