La Fine del Nulla
Il Lago Averno
Prologo: | a seguito dello scontro che ha visto Asphynx ed Aroree contro la
Sacerdotessa di Nihil, lo Shalafi Rosso e i Detentori dell'Anello
radunano i
portatori dei marchi per guidare l'ultima battaglia contro
l'Ambasciatrice
di Nihil, per decretarne la sconfitta. |
Un manto spesso di buio copre la superficie del lago e i monti circostanti, come una mano che grava sull’ambiente in una cappa di tepore costante al di sotto di essa. Nessun alito di vento scuote l’aria, resa mite dal calare della sera ma ancora troppo calda per palesare il reale ed effettivo autunno inoltrato. |
Le acque del Lago Averno, increspate a causa dell'Eclissi, sono considerate Sacre, mortali per chiunque vi si immerga. Il piccolo lembo di terra che sorge al centro del Lago è solo un'ombra nera, i suoi contorni appaiono appena sfumati, sinistre figure paiono gli alberi, come esseri le cui mani sono protese al cielo. |
Lo sciabordio delle acque grigie si solleva in un sommesso brusio dalla bassa nebbia che ne copre lo specchio. In quell'aria spessa, i suoni di passi e le voci si muovono con lentezza, giungendo spesso ovattate anche agli uditi più raffinati. |
Lungo il Sentiero dell'Assenza, soffia un venticello debole e mite, che porta con sé qualche foglia resa secca dall'autunno ormai avanzato. L'odore della terra, appena percepibile, è sospeso nell'aria tiepida della sera. |
Sul telo di nebbia, che ondeggia al lento ritmo del lago, spicca una sottile scia di luce che, in lontanza, disegna una forma più chiara nel grigiore della foschia. |
Nell'oscurità densa della notte, pochi sono i punti di luce a coronar il paesaggio. Scivolano ora silenziosi, palesandosi da un canneto diversi fuochi fatui, che pigramente si muovono sulla superficie del Lago. Sull' altro versante dello specchio lacustre, sul versante della montagna, opposto all' ingresso dell' Antro Oscuro abitato dagli Stregoni, una luce improvvisa e grigiastra, sembra sgorgare da una bocca spalancata dalla massiccia parete rocciosa della montagna. |
Come un alone luminescente di colore indefinito, il bagliore proveniente dall’imboccatura della grotta pulsa, tingendosi di grigio. Come bambagia toccabile spicca nel buio, infilandosi con delicatezza nell’aria umida e pesante. |
La tensione sale nell'aria, palpabile ora. Nel momento in cui il bagliose s'alza un suono, simile ad fischio si ode netto. La luce diviene più intensa e dalle tonalità azzurre. I contorni della Caverna adesso si delineano lentamente. |
Sospeso sulla superficie delle acque del Lago Averno, qualche raro fiore di loto, rinsecchito dal potere del Nulla, trema in balia delle deboli onde sollevate dal venticello. Dalla ferita che si apre nella roccia del versante della montagna, i bagliori tornano ad essere fiochi come in precedenza. |
I bagliori che emergono dalla parete di roccia non troppo distante, graffiano la foschia come artigli perlacei. Nelle striature della nebbia, si inizia a far strada l'immagine di una cavità aperta sulla facciata di pietra della montagna. |
Il vento si abbassa nel suo soffiare perentoriamente, rendendo surrealmente la superficie del lago uno specchio immobile. La luminescenza che si espande dalla bocca della caverna sul versante opposto al lago, sembra scivolare sul terreno come fumosi strali. |
I passi dei presenti, lo scalpiccio dei cavalli, i rumori sordi dei gesti meccanici: ogni suono si confonde in una morbida litania, che risuona lontana e priva di acuto volume. Come avvolti da una patina opaca, i suoni rimbalzano soffusi, risucchiati forse da quel bagliore indefinito che filtra nella roccia. |
I colori si fanno sempre più opachi e spenti, gli odori si affievoliscono lentamente, come se una mano invisibile li avesse cancellati. La Caverna sembra brillare di più adesso, mentre i Bambino placido dorme, protetto dai Miserabili, suoi custodi. |
Si smorzano improvvisamente i suoni, e nulla in apparenza sembra esser vivo nel luogo a parte coloro che si son raccolti. Suoni distanti gungono però dall' antro della caverna, la cui luminescenza non accenna a diminuire d' intensità. |
Stagliate contro i fasci di luce prodotti dall'imboccatura dell'antro, si disegnano le sagome di confuse figure incappucciate. Ingigantite dalla posizione della luce, e distorte dalla nebbia, le lunghe ombre intessono un velo di inquetudine nell'aria nebbiosa. |
Il vento che soffia nei pressi del versante della Montagna, s'insinua attraverso lo squarcio nella roccia, producendo un sibilo sinistro, molto acuto, che si affievolisce dopo pochi attimi. Le sagome scure producono ombre tremanti a causa della brezza. |
Scivolando forse su un ennesimo sibilo di vento, una figura incappucciata scivola in avanti, in un movimento lento e morbido, verso l’entrata della spelonca. Appare chiaramente, dinnanzi la luce accecante. Un manto grigio e consunto e fattezze esili quasi invisibili. |
L'Infante si muove tra le braccia del Miserabile che lo sostiene, piccoli mugolii emette il bimbo, senza tuttavia svegliarsi. La luce della Caverna continua a brillare. |
La sagoma che si staglia dinanzi l'ingresso dello squarcio scavato nella roccia viene ben presto raggiunta da altri due figuri. I tre, incappucciati ed avvolti in vesti grigie, sembrano scambiarsi qualche parola, mentre continuano a fissare il gruppo nutrito in lontananza. |
Le figure in controluce sembrano avvertire il peso degli sguardi che dal gruppo di persone in cammino si sono alzati verso la grotta. Con un rapido movimento di vesti, si stagliano per qualche istante più nitidamente contro la luce della grotta poi, mossi altri passi, vi scompaiono all'interno. |
Immobile, celata alla vista, all' interno della grotta, una figura osserva con profondo odio l' antro, senza etter nessun suono. Paziente attesa, spinge la creatura a non lasciar la sua posizione di apparente stasi. |
Le sottili figure continuano nella loro danza, scivolando ancora sulla nebbia tanto fitta da essere palpabile. Di nuovo muovono qualche passo avanti, questa volta solamente in due, lasciando i restanti compagni contro le lame di luce grigiastra, a protezione dell’entrata interna. |
La trama magica interagisce empaticamente con la concentrazione di Asphynx. La Caverna ancora riluce, adesso sembra più forte il bagliore che essa emana. |
La Trama magica si plasma al richiamo di Asphynx, malleabile come il metallo fuso. Qualcosa, tuttavia, sembra gravare sulla concentrazione, sfiorandola e disturbandola. E' il nulla, che crea una leggera interferenza percepibile anche dai Draghi. A causa di ciò, l'incanto evocato da Asphynx prende vita solo dopo lunghi attimi: l'aria sembra squarciarsi e spostarsi per fare spazio ad un portale spazio-temporale. Coloro che lo attraverseranno, si ritroveranno all'esterno della Caverna. |
Oltre l'arco di energia evocato da Asphynx, la nebbia si alza in grigie strisce fumose, galleggiando sull'ampio slargo antistante l'ingresso della grotta. La luce della Caverna, vi si rifrange con una luminosità sufficiente a celare l'ingresso dell'antro agli sguardi più curiosi. |
Il Portale evocato da Asphynx si staglia nell' oscurità, permettendo in un arco di tempo limitato, il passaggio per raggiungere l' ingresso della caverna. Luminescenza girgistra ancor viene profusa dall' antro, che sembra sempre più vicino. |
Forse alla vista del portale evocato dai Marchiati, forse come burattini di una sceneggiatura già trascritta, due Ministri, in un sibilo sinistro nuovamente si muovono. Questa volta immergendosi nell’ombra della nebbia, dove è più intensa. Tra le cortine di fumo rapidamente i loro contorni perdono consistenza, lentamente le figure si dissolvono sommersi dalla luce. |
Il Portale che s'è creato sotto l'influsso del Nulla inizia a tremare. Una forza sembra attirare quanti sono di fornte ade esso. La stabilità del Portale potrebbe essere compromessa dalla presenza del Nulla. |
Il Nulla comincia a corrodere i bordi del portale magico evocato dallo Shalafi del Crepuscolo, che comincia ad essere scosso da deboli vibrazioni, come se stesse lottando contro quell'entità invisibile che lo ha preso di mira. |
I Ministri, ora uno di fianco all'altro come grige statue, tengono le mani giunge all'altezza del petto, a contatto con i loro monili sferici. Muti, e concentrati sull'imboccatura della caverna, fissano il portale da poco apertosi. |