Zizzino al Pronao
Il Pronao del Tempio di Themis
Prologo: | dopo le prime due apparizioni presso il Quartiere degli Artisti e presso la Locanda il Mago-Pittore Zizzino fa la sua comparsa anche all'interno delle mura della Città e quel giorno al Pronao del Tempio di Themis ... |
Il Sole splende sul Granducato tutto illuminandolo con i suoi raggi dorati mentre le nuvole bianche e bizzose, di tanto in tanto, rincorrendosi, lo coprono. L’aria mite preannuncia come l’inverno stia per finire e la primavera, invece, stia sopraggiungendo facendo germogliare i rami spogli degli alberi. |
Le Ombre che cominciano ad allungarsi sul viale annunciano come la corsa del Sole stia percorrendo la sua parabola discendente mentre odore di ciclamini si diffonde nell’aria ai lievi refoli del vento tiepido. Il canto di qualche uccellino rallegra il Pronao e le persone che lo popolano che, amabilmente assorte in conversazione, elevano il loro lieve chiacchiericcio a melodia serena per quel luogo. |
Un VECCHINO, beandosi di quella temperatura mite, si avvicina lentamente al luogo sacro: l’andatura appena ingobbita dagli anni e la barba lunga e bianca adagiata compostamente sul petto. In testa ha un cappellino rosso come la veste che lo ricopre mentre le guance rubiconde e l’espressione gioviale e serena lo accompagnano. L’andatura è lenta mentre percorre il viale che lo conduce al PIAZZALE. In mano ha un pennello che rigira con maestria fra le dita: “Oh che bella mattinata” esclama con la sua voce argentina raggiungendo, infine il piazzale. |
Il VECCHIETTO, quindi, prende ad attraversare il PIAZZALE, raggiungendo ben presto la SCALINATA che prende a salire lentamente, piegando il busto in avanti e portando la mano sinistra sui reni per massaggiarli: “Ohi ohi, che male” bofonchia raggiungendo, infine, la sommità delle scale ed apprestandosi ad entrare, attraversando il portone: “C’è nessuuuuunooo?” la voce argentina riecheggia nell’aria mentre il VECCHINO dagli occhi blu alterna lo sguardo sui presenti, sorridendo e gonfiando le proprie guance mentre dalla tasca estrae un taccuino di pergamene intonse e con la mano destra continua a rigirarsi il pennello fra le dita. |
Avanzando di un passo per entrare nel PRONAO, il VECCHINO sorride amabilmente ad ARIAKAN per poi osservarsi intorno: “E’ un luogo bellissimo questo”, la voce ammirata mentre torna ad osservare il CHIERICO: “e io amo le cose belle, sapete…”gli mostra il pennello che tiene in mano e la tela: “Sono un artista, molto bravo, dicono” annuisce sorridendo e gonfiando le guanciotte rosse:”Buona mattinata a tutti” saluta cordialmente i restanti presenti rispondendo ai loro saluti. |
Il VECCHIETTO segue l’invito di CORALLINA avanzando nel LUOGO per poi sorridere prima alla ACCOLITA e poi ad ARIAKAN: “Lo credo bene ma…” rimanendo in piedi posiziona la tela sull’avambraccio per tenerla ferma, per poi portare il pennello su di essa, cominciando a ritrarre ARIAKAN: “Rimanete fermo così, non vi muovete e…” si volge verso CORALLINA: “Anche voi fermi, non muovetevi, vorrei ritrarre due fedeli nel loro luogo sacro, fermi perciò” sorridendo comincia a spennellare i ritratti di ARIAKAN e CORALLINA per poi rispondere alla domanda di VENEZIA: “Come dicevo amo le cose belle, qualunque esse siano, madonna” le rivolge un’occhiata per poi tornare a dipingere. |
Osserva da sotto le sopracciglia folte e bianche ISABELLEAMBER avvicinarsi sorridendo e gonfiando ancora le guanciotte: “Volete osservare lo svolgimento dell’opera madonna che di bellezza siete l’afiere?” la voce melliflua mentre lo sguardo viene riportato sulla tela, laddove man mano cominciano a prendere forma le figure di ARIAKAN e CORALLINA che di contro, cominciano a sentir le proprie membra intorpidirsi mentre i loro volti prendono ad impallidire: “Madonna, mi siete già molto utili in vero”, sorride a OTTILIE concentrandosi, ora, nella pittura prendendo a borbottare fra sé e sé mentre dipinge. |
Il dipinto del VECCHINO ormai prende perfettamente forma prendendo a risucchiare letteralmente ARIAKAN e CORALLINA dentro la tela grazie all’ausilio del pennello magico che continua a tratteggiare i colori. Al contempo il VECCHIETTO prende a dissolversi così come si dissolvono i corpi del CHIERICO e dell’ACCOLITA che vengono imprigionati nel quadro sparendo man mano alla vista dei presenti. L’azione di ISABELLEAMBER va pertanto a colpire l’aria, essendo il vecchino, ora, soltanto una macchia evanescente di colore che si dissolve in essa accompagnata dalla risata del VECCHINO stesso, sguaiata e ridondante fra le mura sacre. |
La voce del VECCHINO ora rimbomba nell’aria del luogo sacro: “MAGO ZIZZINO continua a dimostrare la sua potenza, raccontate alle genti quello che avete visto, raccontante della mia grandezza” una sonora risata continua a riecheggiare nell’aria mentre ormai, del CHIERICO ARIAKAN e dell’ACCOLITA CORALLINA, non rimane altro che aria, essendo ormai, perfettamente imprigionati nella tela. Il VECCHINO stesso è completamente scomparso e con lui ogni cosa che, egli, possedeva e portava con sé, lasciando di sé soltanto il ricordo e la disperazione dei presenti. |