La volpe ed il serpente
Il Lago Averno
Prologo: | un Djiin, elementale di fuoco, si è impossessato del corpo del Custos Ingis Ineluki, manifestando la sua volontà di possesso e predominio. Dopo qualche giorno il Djiin tenta di corrompere gli Stregoni, e sempre nei pressi del Lago Averno una serie di scontri non danno alcun esito apprezzabile. Ancora dopo qualche tempo il Djiin torna a manifestarsi agli stregoni e li incita a seguirli nella boscaglia che circonda il Lago Averno e lì in un incendio alcuni di loro periscono. |
Le acque scure e torbide del lago averno immote, toccano i fiori di loti che emergono dalle stesse, accarezzate dall’aria frizzantina e fresca della sera. La Boscaglia posta nei pressi delle rive del Lago Averno è completamente rasa al suolo, dato l’incendio che l’ha investita nei giorni passati, rendono ancor più tetro quel loco, tanto caro agl’adoratori di Ade. |
La calma e il silenzio regnano sovrani in quel loco, come re e regina seduti nei propri altari. Il solo chiacchiericcio dei pochi presenti che stanziano sulle sponde, spezza quella strana atmosfera incantata, ricollocando nella realtà quel mondo sospeso fra mondo reale e mondo onirico. |
Nella mente del Custos Ignis INELUKI, riappaiono i lunghi sospiri e gli aberranti versi ansimanti del Djinn che ha trovato la sua culla nel corpo dell’elfo stesso, che preannunciano l’arrivo di una nuova sciagura per i figli dell’Ars Arcana. Sospiri sempre più lunghi si susseguono nella mente dell’Ignis, per poi tramutarsi in parola: “Veniamo a noi bel principe, sino ad oggi è stato tutto un gioco, ma adesso è venuto il momento della rinascita”, la solita voce cavernosa rimbomba nella mente di INELUKI, accompagnata, come di consueto, dalle fitte sulle escoriazioni della pelle delle braccia dell’elfo: “Abbatterò le vostre sicurezze come dei tasselli, uno ad uno… senza alcuna fretta”. |
Il Djinn non dona alcuna replica sonora all’elfo e continua con le sue parole, apparentemente prive di logica: “Le mie creature vi mangeranno e infine, solo alla fine i miei tentacoli affonderanno nelle vostre carni, ponendo la fine delle vostre inutili esistenze. La Nera Fiamma tornerà a trionfare”. Dopo quelle parole, l’elfo viene abbandonato dalla presenza del Djinn che non si manifesta più né tramite le sue parole, né tramite dolori fisici. |
Non appena il Djinn pare scomparire, quasi simultaneamente il silenzio cala sulla radura che fronteggia il Lago Averno: un silenzio ovattato ed innaturale. Non più stormire di fronde, non più gorgogliare di acque, niente vento né tantomeno animali: solo silenzio, profondo e pesante che, come un gigante invisibile, prende a sovrastare il luogo. Il tempo pare fermarsi allorché tutto intorno agli Stregoni innumerevoli sospiri prendono ad alitare come a testimoniare presenze invisibili ed angoscianti i cui respiri sottili, in quel silenzio, paiono esplodere nelle teste di coloro che li avvertono. |
Quei sospiri continuano a scorrere veloci intorno alle rive del Lago Averno, circondando quasi il piccolo gruppo di presenti che continuano a essere stanziati presso le rive. Sospiri angosciati che fendono l’aria come sottili mani ossute, che graffiano l’atmosfera tetra del lago con le proprie unghie affilate. Il silenzio ovattato ed innaturale continua a ricoprire il luogo, come un impalpabile sudario: la vita sembra non scorrere più. |
Sinuoso, dai movimenti aggraziati come quelli di una femmina matura, fiera della propria bellezza, un cobra di fiamme si avvicina alle Rive, dirigendosi verso il piccolo gruppo di stregoni, con aria minacciosa, che traspare dagli occhi di brace, facendo sibilare la lingua biforcuta di fiamma attraverso la bocca che tiene spalancata. Brucia l’erba che tocca con la propria pelle di fiamme, provocando quello sgradevole odore di bruciato che si dipana nell’aria e un solco di terra, che traccia il percorso del Cobra incandescente. |
I sussurri che si propagano nell’aria continuano incessantemente, premendo sempre di più con quelle immaginarie mani ossute, impediscono per ora una giusta concentrazione a INELUKI e FOROCHEL che non riescono ad estraniarsi da quella realtà oppressiva. Il cobra, dalle fattezze e dalle dimensioni identiche a quelle di un comune serpente, continua il suo lento cammino dirigendosi verso FOROCHEL, sibilando con la sua lingua biforcuta incandescente. |
Dei silenziosi passi vengono messi alle spalle del gruppo di stregoni, un’ennesima fonte di calore si avvicina molto rapidamente, mescolandosi ai quei sussurri surreali che continuano a mitigare l’atmosfera ovattata e tetra nel Lago Averno. Il COBRA incandescente tenta di avventarsi sulle vesti della Custos Mortis FOROCHEL, con uno scatto del capo in avanti con il chiaro intento di incendiarle con le sue fauci. |
Quei silenziosi passi, adesso prendono forma, una VOLPE incandescente dalla lunga coda di fiamme, si avvicina verso il gruppo di stregoni e molto di più verso DREADSLIGHT, l’unico a muoversi. L’incanto di SHELB va a buon fine nel frattempo, creando uno specchio ove è riflessa la propria immagine. Il COBRA incandescente incendia il mantello che FOROCHEL lancia, quest’ultima riesce nel suo tentativo di allontanarsi dal pericolo. |
La VOLPE incandescente, osserva per pochi attimi la figura di DREASDLIGHT che si allontana molto velocemente, per poi avvicinarsi con le sua quattro zampe incandescenti verso la figura di MORDRET, bruciando la terra laddove ha mosso i passi. Il COBRA incandescente, riduce in un cumulo di cenere, il mantello della Custos Mortis, per poi avvicinarsi a INELUKI, attirato dalla sua essenza, per poi sferrare un COLPO di frusta da sinistra verso destra con la coda, con il chiaro intento di colpire l’elfo e incendiare le vesti dello stesso dal basso. L’incanto di MORDRET va a buon segno, senza sortire alcun effetto sul COBRA che viene trapassato da quelle lame, altre vanno invece a sfiorare le figure di ATMOPHERE, BASILEUS e HASIS, lacerando le loro vesti. |
L’incanto di INELUKI non va a buon fine, perché proprio nel momento del lancio viene colpito dalla coda incandescente del COBRA, incendiandone le vesti. La volpe incandescente, invece, si lancia contro MORDRET, protetto adesso dall’incanto di FOROCHEL che è andato a buon fine, scoppia in tante scintille di fuoco, una volta che entra in contatto con le sfera violacea. Il COBRA osserva INELUKI, senza tentar un solo movimento, fissandolo con i suoi occhi di brace. |
L’acqua lustrale lanciata da ATMOSPHERE, così come il fendente scagliato da HASIS, verso il COBRA incandescente non sortiscono alcun effetto, ma ne richiamano la sua attenzione e con uno scatto della testa, seguito dal moto vorticoso del corpo, portano l’animale incandescente verso le proprie spalle, adesso gli occhi di brace puntano la non vivente ATMOSPHERE. |
Il COBRA incandescente segue con lo sguardo ATMOSPHERE, per poi strisciare sul terreno, che si brucia al contatto, dirigendosi velocemente verso SABA che vi avvicina al gruppo di stregoni, frapponendosi fra la stessa elfa e gli stregoni. Le fiamme che stavano incendiano le vesti di INELUKI, adesso si spengono grazie all’azione dello stesso elfo, che le tampone con l’ausilio della terra. |
Il COBRA incandescente si avventa su SABA, slanciandosi in avanti dandosi la giusta spinta con il capo per poi fiondarsi sulle vesti dell’elfa, nel tentativo di bruciarle le carni, sotto le sue fauci incandescenti. Nel mentre però la Custos Mortis FOROCHEL, raggiunge con il suo incanto il COBRA che evapora in fumo, al contatto con il ghiaccio, data la differenza sostanziale di temperatura, salvando di conseguenza l’Adeptus Arcani. I primi segni di stanchezza cominciano a farsi sentire nel corpo di FOROCHEL. |
Le creature del Djinn vengono sconfitte dai figli dell’Ars Arcana, sotto gli stessi occhi della creatura che vedono attraverso quelli della sua culla: INELUKI, che adesso nel chiudere gli occhi, toglie la visione del mondo al Djinn, costringendolo al silenzio ed una prima ma significativa sottomissione. Tutto sembra tornare alla normalità in quel luogo, persino gli opprimenti sussurri hanno smesso di tormentare gli stregoni, facendoli ripiombare nei rumori tipici della natura notturna. |