Il dominio sul Djiin
Il Lago Averno
Prologo: | un Djiin, elementale di fuoco, si è impossessato del corpo del Custos Ingis Ineluki, manifestando la sua volontà di possesso e predominio. Dopo qualche giorno il Djiin tenta di corrompere gli Stregoni, e sempre nei pressi del Lago Averno una serie di scontri non danno alcun esito apprezzabile. Ancora dopo qualche tempo il Djiin torna a manifestarsi agli stregoni e li incita a seguirli nella boscaglia che circonda il Lago Averno e lì in un incendio alcuni di loro periscono. E' così che in un incontro successivo il Djiin torna a manifestarsi con due creature incandescenti che vengono però sconfitte. L'epilogo si ha da lì a qualche giorno ancora quando ... |
Cade la pioggia copiosa dal cielo piegandosi al vento di scirocco, che spira da Sud mitigando la temperatura. Il cielo è completamente coperto da grosse nuvole nerastre, mentre gorgheggiano le acque torbide e scure del Lago Averno a contatto con i goccioloni di pioggia. |
Si muovono come in una danza i fiori di loto che emergono dalle acque del Lago, allo stesso modo si scuotono le fronde degl’arbusti rimasti incolumi dall’incendio che ha investito la boscaglia, tramonti orsono, creando un’atmosfera tetra e misteriosa ai pochi presenti che animano la radura. I figli dell’Ars Arcana si intrattengono con i soliti convenevoli, attendendo l’ora della sfida fra il Custos INELUKI e il Djinn che ha trovato la sua culla, nel corpo dello stesso elfo. |
Il Djinn come se si sentisse chiamato in causa, dalle parole dei figli dell’Ars Arcana, comincia a far avvertire i primi segni della sua presenza al Custos Ignis INELUKI, con i suoi consueti sussurri prolungati e versi ansimanti, che si ripetono ritmicamente, sgraziati e insistenti con il chiaro intento di infastidire la sua culla. Le escoriazioni poste sulle braccia di INELUKI, si riaprono lentamente, come ogni qual volta che il Djinn si manifesta. |
Il Djinn osserva attraverso gli occhi di INELUKI, che prendono ad assumere una colorazione che si avvicina al rosso fuoco, compiaciuto per le movenze dei figli dell’Ars Arcana, come se non aspettasse altro dalla sua controparte: “E’ passato troppo tempo bel principino dal nostro ultimo incontro… vi ricordate le mie ultime parole, nevvero ? Parole che il solo INELUKI può udire nella sua mente tormentata da quell’Essere che non ha trovato ancora pace. |
La pioggia continua a scendere insistentemente dal cielo, senza alcuna sosta, inzuppando le vesti e i capelli degli stregoni stanziati nella radura che si accingono nei preparativi del rito, caratterizzata da una vegetazione che riprende a verdeggiare dopo il grave incendio accorso giorni fa, a causa del Djinn. |
Una fragorosa risata comincia a rimbombare nelle mente del Custos Ignis, INELUKI, in risposta alle parole ingenue dello stregone, accompagnata a delle fitte sulle escoriazioni sotto le braccia: “Davvero credete che della semplice acqua piovana possa aiutarvi, bel principino ?… Questa sera … questa sera ne rimarrà soltanto UNO”. Il Djinn replica anche con quelle parole a INELUKI, per poi riprendere a infastidire la propria culla, con i soliti sussurri prolungati e versi ansimanti che si alternano, cercando di annebbiare le idee dell’elfo. |
Gli occhi di INELUKI che in precedenza, grazie al Djinn, avevano acquistato una colorazione rossa fuoco, abbandonando quella originale dell’elfo, adesso sembrano prendere vita, assumendo una colorazione ancora più intensa, come fiamme impetuose che ardono, facendo trasparire l’animo del Djinn. Un presagio per i figli dell’Ars Arcana che continuano i preparativi del rito, volgendo a termine. |
A dispetto della pioggia che continua a cadere, comincia ad alzarsi una folata di vento caldo che spira da Sud, assecondando il vento di Scirocco, per soffiare verso il manipolo di stregoni, posizionati nella radura, nei pressi del Lago. Il vento caldo accarezza i loro corpi, con le sue spire ardenti che aumentano man mano di calore dando l’impressione ai figli dell’Ars, di voler infuocare le loro carni come se volesse strapparle dall’osso. INELUKI è il maggiormente investito da questo fenomeno e le spire di aria bollente, passando sulle ferite delle sue braccia, non fanno altro che dilatarne lo spessore, squagliando lo strato di pelle più superficiale intorno alle ferite stesse. |
Il vento bollente continua a spirare sempre più violento fra gli Stregoni, mentre nella testa di INELUKI, prendono ad articolarsi sospiri e sussurri, dapprima leggeri e lievi, poi man mano sempre più insistenti, strisciando suadenti, nella persona del CUSTOS IGNIS, fino a che, in un impeto preceduto da un lungo silenzio, esplode tonante la voce del Djinn: “E’ ora che cominci la battaglia!”. Gli occhi ormai completamente in fiamme di INELUKI, intanto, sembrano irraggiare le stesse lingue di fuoco di cui sono composti, ad ogni sguardo che il CUSTOS IGNIS, rivolge ai propri compagni. |
Del vapore acqueo comincia a fuoriuscire dalle figure degli stregoni presenti, a causa dei due elementi che si fronteggiano: il vento caldo e la pioggia invernale, strano presagio per i figli dell’Ars Arcana che in quello scenario quasi apocalittico, sembrano bruciare. Improvvisamente delle fiamme cominciano ad alzarsi intorno al cerchio, ove è posizionato INELUKI al suo centro, si alzano in fretta nascondendo il custos alla vista dei suoi confratelli. Fiamme di natura magica che non risentono della pioggia che continua a scendere dal cielo scuro. |
Il vento caldo che soffiava sulle figure degli stregoni, cessa di soffiare, lasciando al loro destino i figli dell’Ars Arcana, i cui incanti vanno a buon esito. Il Djinn, così decide di concentrarsi sulla propria culla, che lo ha intrappolato per troppo tempo. Il cerchio di fuoco, attorno alla figura di INELUKI, prende a muoversi, avvicinandosi alle vesti dell’elfo, con delle lingue di fuoco, come una macabra danza che da questo momento in poi, avrà effetto sul solo custos Ignis, data l’efficacia del rito iniziato dagli stregoni, che limita l’aria d’effetto dell’Essere di fuoco. |
Le fiamme si alzano ancora, nascondendo la figura del Custos Ignis ai propri confratelli, le lingue di fuoco che ondeggiavano ora prendono a muoversi verso l’elfo, posto al centro del cerchio, cercando di colpirlo con dei veri e propri colpi di frusta incandescenti che non incendieranno le sue vesti ma le sferzano violentamente, con il chiaro intento di fermare INELUKI. |
Altri tre colpi di frusta vengono mossi contro INELUKI, con il chiaro intento di colpirlo e di schiacciarlo come un insetto, sempre da quelle lingue di fuoco simili a delle fruste che ancora non incendiano le vesti dell’elfo, che continua in quel rituale e in quella lotta contro quell'essere di fuoco che tenta con tutti i propri poteri di sottometterlo alla propria volontà. |
Le fiamme cha circondano la figura di INELUKI prendono a diminuire, come se i poteri del DJINN cominciassero a svanire. La lotta interiore fra il custos Ignis e l’essere di fuoco tende in favore del PRIMO, che avverte un irresistibile desiderio di emanare uno straziante urlo, un lamento simile a un rumore metallico, bloccato nella sua gola, che non aspetta altro che fuoriuscire dalla cavità orale dell’elfo. Segno tangibile della sconfitta imminente del DJINN che tenta di ribellarsi in tutte le maniere, mentre gli effetti degli incanti degli stregoni cominciano a svanire, accompagnati da sensibili segni di stanchezza che pervade le loro figure. |
Preme ancora quell’urlo soffocato del DJINN nella gola di INELUKI, che avverte ancor di più quello strano desiderio di farlo uscire, mentre le fiamme che circondano il Custos Ignis prendono a diventare sempre più basse, rivelando per bene la figura dell’elfo agl’occhi dei presenti. |
Solo l’incanto di MORDRET, nel frattempo va a buon fine, mentre quelli di SHELB e SABA non sortiscono alcun effetto, data la stanchezza che li ha colpiti dopo che l’effetto di quello precedente è svanito. L’urlo di disperazione del DJINN fuoriesce dalla bocca di INELUKI che non riesce a soffocarlo in gola, mentre le fiamme si spengono definitamene, simile a un rumore metallico molto accentuato che lacererà quasi le orecchie sensibili degl’elfi presenti. Il DJINN è finalmente dominato. |
Tutto sembra tornare tranquillo nei pressi delle sponde del Lago Averno. La pioggia spazza via il passaggio del DJINN, con il suo odore pungente e con la sua azione che dona sollievo ai presenti, in quel luogo tanto caro ai Custodi dell’Ade e agli stregoni stessi. L’unico segno visibile del Djinn, oramai, è visibile nelle iridi di INELUKI, che assumono una colorazione arancione, per un tempo indefinito. Segno della lotta che lo ha visto protagonista e vincitore. |