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MINYAR QUENDI
Veritas et Sapientia
V`è un recondito luogo nell`animo d`ogni Elda d`antica schiatta, in cui viene conservata la peculiarità della propria genìa.
Strascichi indelebili, che nè lo scorrere delle ere nè il susseguirsi dei luoghi in cui Ei od Ella venga a trovarsi nel corso della sua lunga vita, possono mai tacitare.
Taluni però camminano i sentieri dell`esistenza dimentichi per scelta delle ancestrali vie e tradizioni. Altri ne perseguono i vari ideali, abbracciandone uno o l`altro nel ritrovarsi tra simili e talora riunirsi in famiglie che prendono il nome di Clan.
Sebbene con l`onore del Grigiomanto a cingere le mie spalle io debba dedicare la medesima attenzione e rispetto a tutti, questa volta in veste di Detentore e dunque mantenendo uno sguardo non soggettivo, Parlerò quivi della Famiglia di cui sono-orgogliosamente- parte.
Non saranno le mie parole però a farlo. O meglio: non soltanto le mie.
Varie lune addietro alla stesura di questo resoconto infatti, secondo le usanze di questa parte di mondo e relativamente al comune comuto del tempo, il CLAN MINYAR QUENDI ha compiuto un anno dalla sua ufficializzazione.
La Casa DAS ha dunque per mio tramite avviato un progetto di collaborazione, affinchè potessero restare fissati nella imperitura memoria di Historia i sentimenti che difficilmente la mia gente esprime e che per codesta particolare occasione sono invece stati esposti sottoforma di scritti o di opere artistiche.
il fascicolo originale e comprensivo d`ogni lavoro, da me costituito con la raccolta di ciò che i Minyar Quendi hanno voluto lasciare ad Historia, è conservato per il momento presso la Fabbrica della Storia all`interno della Biblioteca Arcana. Presto il Mestiere provvederà a trasformarlo in un resistente tomo difficilmente intaccabile dal tempo ed il manoscritto così confezionato verrà donato alla biblioteca del Clan presso la Valle delle Stelle
:. H .:
__Il manoscritto originale è visualizzabile presso la sede del Mestiere.
In quello sono presenti anche i disegni di: Austro (//Malgalad); Mellodae (//Ellyjobel); Laurinque; Nalissëoth (//Hìrien) ed un dipinto che rappresenta il villaggio.
A seguire, la copia dei contenuti scritti__
-CLAN MINYAR QUENDI-
_CENNI SULLA FONDAZIONE_
A differenza di molti altri gruppi di Figli delle Stelle, la nascita dei Minyar Quendi non fu dettata da una
chiamata ancestrale o mistica:
si decise insieme, uno di fronte a l`altro e per decisione comune di menti
sottili e di intelligenze superiori, di creare un gruppo dove gli Elfi potessero essere ciò che davvero sono,
senza i limiti imposti dalla mortalità delle altre società. Proprio perché la nostra cultura si basa sul
perfezionamento del singolo, si decise insieme che era la crescita individuale di ogni Figlio delle Stelle ad
essere importante, così che un giorno si potesse ereditare la coscienza pura delle Stelle -perché questo è
ciò che sono gli Elfi: Stelle cadute e radicate alla Terra e, al tempo stesso,
Radici elevate fino a diventare un tutt`uno col Firmamento-
A
differenza di molti altri gruppi, Coloro che parlano con Voci nacquero dall`idea che non vi era bisogno
di una Regina o un Re per conoscere la propria strada
, ma che l`elevazione del singolo permette di
comprendere da sé qual è il percorso migliore di ognuno e
al tempo stesso, questa indipendenza rende la
Melodia più forte e compatta. Ogni Voce è di eguale importanza-
Ciò che vi è bisogno è di una Guida che
aiuti ad assorbire un concetto tanto semplice, ma scontato e dimenticato da molti. Fu così che iniziammo
a cercarli: menti affini ed elette che potessero germogliare e crescere consapevolmente, fino a creare la
Melodia che oggi è conosciuta : i Minyar Quendi.
Fuinur(//Caim)
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figli di stelle, figli del mare,
si attardavan in un bosco inospitale;
costruiron la strada, e la fiducia invero,
per recarsi sino a Nandelena (la Valle delle Stelle);
d`argento intessuti i cuori;
d`argento eran pure le lucciole,
e il gruppo in forma di stormo,
e la luce sui sentieri nascosti.
rispettato il volere dei custodi del bosco,
in maglia di voci intrecciate;
sui cuori intagliato il desiderio
contro tutti i pericoli e i mali;
un arco di mani tra loro strette,
le frecce di animi alla natura vicini,
d`argento splendenti gli sguardi,
e tutti allo stesso luogo puntati;
valorosa l`impresa intrapresa,
inflessibile la volontà
sormontati da un obiettivo comune;
le luci del bosco gli splendean sul petto.
sotto la Luna e sotto le stelle
da ogni lidi andaron vagabondando,
per meravigliosi sentieri incantati,
sino ad un mondo al di là dei mortali.
dal gelido tormento della vita solitaria
ove l`ombra ricopre le colline glaciali,
dalle fiamme del cuore ed il fuoco di pensieri arroventati,
mai più fuggiron via e pur sempre vagando
su acque cupe e su laghi fatali
giunsero infine cantando, un giorno alla Nandelena,
e vi s`inoltrarono e non vider mai tracce
di rive, di spiagge, di luci di rocce.
i venti rabboniti, accoglienti li accolsero,
e tra schiuma e schiuma mai più fuggiron,
che ormai sapean dove casa fosse
e sempre ritrovarono la via di casa facilmente.
in quel momento si pararon davanti,
e brillò una fiamma nell`oscurità;
più fulgido e splendente di luce di diamanti
era il villaggio di Nandelena.
donaron a lui il loro lavoro,
incoronandolo di luce e di vitalità,
così intrepidi e forti e prodi i Minyar Quendi
ripreser il comando dei loro destini.
nella buia notte di questo mondo oltre il mare
si levò d`improvviso una tempesta violenta,
un vento di potere e potenza.
era il tempo che trascorreva e trascinava tutti come una barca nella tormenta
per sentieri che i mortali non percorrono mai.
attraverso cuori remoti e abbandonati,
attraverso grigi flutti incantati
da oriente ad occidente per tornare sempre a cantare.
condotti da un assolo di vita ruggente
per leghe infinite, su abissi profondi,
ove prima che iniziassero i giorni vi erano terre,
nella notte del nulla, nelle ombre frementi,
s`udrà sempre su rive di perle
ove frangono i flutti, ove muoiono i mondi,
una musica eterna vibrare
tra loro e il futuro trasportati fino al mare.
silenti e pensose le montagne tutto attorno,
e nel loro grembo i Minyar Quendi teneva;
splendente, vicina, speziosa, Nandelena.
sfuggiti eran infine alla caccia nella notte,
giunti in un limpido tempo,
nella casa degli elfi ove tutto è verde e conforto,
ove l`aria è fragrante ed il cielo cristallin,
ove splendide e fulgenti vallate
s`alzeran casolari d`argento illuminati.
lì placaron la stanchezza del viaggio,
imparando melodie soavi,
ascoltando come in miraggio,
i racconti e le storie degli avi.
giunsero nei luoghi ove il tempo non scorre,
ove gli anni risplendono eterni,
giunsero così in alto oltre nubi e nebbie della memoria,
scintille al cospetto del sole,
prodigi di fronte all`alba nascente
questo quello che il fato portò al gruppo dei Minyar Quendi nascente.
Austro (//Malgalad)
[ispirato a: "Eärendilliwë"-J.R.R.Tolkien]
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Sebbene
per nessun Figlio delle Sacre Stelle il computo comune del tempo sia granché rilevante, questo angolo di mondo in cui abbiamo
inteso ritrovarci
è solito conferire importanza
ai riconoscimenti delle Corporazioni presso
le genti.
In occasione ed in riferimento al già da varie lune avvenuto compimento del primo anno dall` ufficializzazione della Famiglia Minyar
Quendi,
ecco raccolti in questo tomo alcuni pensieri
in merito all` esperienza di appartenenza al Clan
:. H .:
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La dolcezza di una madre che insegna la vita e la fermezza di un padre che insegna come sopravvivere.
Ecco cosa ho trovato in questa Famiglia.
Mi hanno raccolta come creta da plasmare per guidarmi dolcemente nel tirar fuori ciò che sono.
Gwinglim (//CorviDarknes)
*
per quel che riguarda la mia personale esperienza,
in questo tempo passato con voi ho potuto vedere l`amore che ognuno di voi mette in ogni singolo gesto o parola.
l`amore che ognuno di voi riversa in questa famiglia e nei suoi appartenenti.
e questo è, per me, un traguardo molto più splendido di qualsiasi anniversario.
grazie.
Leliel (//Mystrae)
[Voce delle nostre Voci]
*
Gnoma, ti sei perduta?
Questi animali, con questi alberi, ti daranno pur conforto nella solitudine ma non saranno mai ciò che non potranno
essere:
Né il calore di una Casa in cui sentirti un tutt’uno.
Né la fortezza che ti protegga dalle malvagità o la Saggezza che ti ispiri.
Né le Radici cui rimanere aggrappata, mentre tendi la mano verso il cielo.
Né gli astri di un’unica costellazione, che irradino la Valle col loro splendore.
Ma il tempo è maturo e il Grande ti chiama a sé.
Una luce ti avvolge: tutto apparirà diverso.
Sei una figlia delle Stelle.
Una Voce, che non conosci, ti parlerà, ma alle tue orecchie suonerà comunque familiare.
Ti accoglierà e sarà tua guida e pari.
Tante Voci saranno da questo momento la tua Casa e “I Tië ná Milya” il tuo saluto.
Mellodae (//Ellyjobel)
○
Molte lune per me sono passate da quel giorno in cui decisi, mossa dalla curiosità che le parole di mio fratello mi
suscitarono,
di recarmi nel luogo dove avrei trovato coloro che si facevano chiamare Coloro che parlano con Voci.
Molta era la diffidenza, molti i dubbi di una creatura che per diversi anni aveva vissuto isolata dal resto della civiltà,
isolata dai suoi simili e dalla vita mondana. Faticavo, questo è certo, a comprendere come fosse possibile tutto ciò.
Faticavo a comprendere come fosse anche solo lontanamente realizzabile
un`idea di questo tipo.
Eppure i miei passi mi hanno condotta tra quei boschi e, con mio grande stupore, non mi hanno più portata altrove.
Non è mio costume,
spendere frivole parole per esprimere ciò che sento e ciò che questa Famiglia significa per me.
Non è mia attitudine nemmanco contare i giorni, le settimane o i mesi passati alla Valle.
Vi dirò solo un`ultima cosa, prima di concludere.
«E qui ho trovato ciò che invero non cercavo, ma avendolo trovato desidero possederlo per sempre»
Fairenië (//Narie)
○
Giunsi alla Valle dopo un lungo viaggio, un cammino che iniziai quando ancora i miei occhi non erano offuscati dalle
tenebre.
Quando mi ritrovai al Villaggio avevo ormai perso la capacità di vedere ma, a mia volta, avevo affinato i miei altri sensi:
il mio udito era più sviluppato, l`olfatto anche, il tatto mi ha consentito di poter `vedere` e conoscere in altri modi.
Ed proprio lì che Leliel mi accolse.
La lontananza dalla mia terra natia aveva indurito il mio cuore ma, in egual modo, ricercavo un posto a cui appartenere:
una Famiglia sincera
e pronta a starmi accanto, qualcuno con cui crescere ed maturare. Evolvere.
Inizialmente non fu facile aprirmi, fidarmi.
Come non fu facile parlare del Compagno che avevo scelto per la mia vita: un umano.
Dovevo tanto alla Quercia e, deluderla, non rientrava nei miei piani.
Rimasi perciò in silenzio, attesi, mi logorai.
Eppure mi accettarono comunque, tutt`ora è così.
Capite perché amo la Quercia
?
Capite perché non posso che essere fiera di ciò che siamo?
Nonostante le diversità, rimaniamo uniti, ci aiutiamo... cresciamo insieme.
Non è passato poi molto tempo da quando mi sono unita a voi, eppure... è come se appartenessi ai Minyar Quendi da
sempre.
Come se fossi predestinata ad incontrarvi, voi tutti. E credo proprio che sia così.
Perché le coincidenze non esistono.
Shafin
○
V`è un Canto soffuso, disperso nella eco delle rimembranze di tempi remoti, di terre lontane, di tradizioni perdute.
Risuona inesauribile attraverso i lunghi anni degli Eldar, dissimili dal computo delle stagioni che in codesti luoghi s`è
soliti enumerare.
Sibila attraversando voce del Vento, nelle notti scure e nelle chiare aurore.
Vibra nell`aere tra le maestose fronde, tra le resine ed i legni d`ogni Foresta
Roboa sul fondo delle onde dalla bianca spuma, sì come al di là del Grande Mare i Primi Nati lo udirono.
Coloro-che-parlano-con-Voci, figli dell`Uno, benedetti dal Signore dell`Ovest... molte cose distinguono ognuno di noi
dall`altro; molte cose separano i cammini tra la prosapia degli Eldar.
Una cosa soltanto rammenta la forza della nostra comune schiatta a chi non ha dimenticato: quel Canto.
"Astal hain canel, lamath in-gwaithen i gwennin no nin..."
(stanno chiamando le voci di quelli già arrivati...)
Sotto la luce delle Sacre Stelle, per mezzo di quello riconosciamo il richiamo, dei nostri Fratelli e delle nostre Sorelle.
Ineluttabilmente
scegliamo
d`essere foglie di forme diverse, in perfetta e prioritaria armonia.
Nutrite dalle radici del medesimo albero, insieme costruendo luna dopo luna la Famiglia Minyar Quendi.
Nalissëoth (//Hirien)
○
All’inizio di quest’anno sono tornato in queste terre dopo un lungo periodo a vivere in comunità di Umani.
Anche in precedenza, durante la mia breve esistenza, raramente ho sperimentato il vivere condiviso con membri dell amia
razza.
Nella Famiglia sono stato prima accolto, e poi condotto per mano lungo il sentiero verso la più pura manifestazione del
mio essere interiore.
Non è stato sempre facile rendermi conto di essermi allontato da cosa significa essere davvero un Elfo... Ma,
fortunatamente, sono un individuo paziente.
Inesorabilmente, ho beneficiate dell’influenza di ogni Fratello e Sorella, nel cammino infinito che ha come meta la
Perfezione.
Spero, sinceramente, di aver contribuito anch’io a quello altrui.
La Terra Sia Lieve.
La Terra sia Espressione di Bellezza e Bontà.
Di Equilibrio. Per ognuno dei Minyar Quendi.
Characharon (//Fengalon)
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_CENNI SULL`INSEDIAMENTO_
Historia rammenta in alcuni luoghi un tempo per altre Genti;
testimonia in un particolare luogo che giunto è il tempo per Coloro che
parlano con
Voci...
Non tutto è dato sapere al popolo, poichè assai riservata è l`indole del Clan.
Venne però a suo tempo data in pubblica teca la notizia nel fitto dela vegetazione che là volge al Mezzogiorno, ne richiamò gli sguardi;
le lucciole che presidiano quella parte dell`ampia conca ne richiamarono e riconobbero gli animi.
Così venne concesso, così venne scelto e così è:
la VALLE DELLE STELLE ospita stabilmente la Famiglia Minyar Quendi.
Ivi, nella profondità della zona boschiva, i componenti il Clan hanno eretto -previo permesso da parte degli organi competenti-
Elenna-nòrë
considerata da ognuno
specchio del cuore di tutti i rami che la compongono,:
Mistë-Laurë-Linquë, uniti da comune intento.
Costruito secondo antica e tradizionale sapienza d`elfica prosapia,
il villlaggio sorge in armonia con la
circostante Natura in cui è immerso ed in buona parte celato, a protezione di quella e da quella protetto.
I pochi ospiti che hanno avuto modo di scorgerne i prifili o di varcarne le soglie più esterne,
collegano lo scandire usuale del tempo con quello più eterno in cui gli Eldar ripongono la loro origine e saggezza.
:. H .:
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documento a cura di:
:.Hìrien A. N. Nimeliad.:
-Raminga della Casa DAS-
Grigio Suggello di Historia